venerdì 29 febbraio 2008

cromatismo d'inverno





di quelli che piacciono tanto alla mia amica Sara
c'è tutto stagionalità in testa, accostamenti cromatici, un cereale umbro.

Questo cavolo è blu, mi credete se vi dico che è completamente blu? che l'acqua di cottura diventa blu mare?

Un colorante perfetto e un colore perfetto.
Poi la mia macchina con le luci artificiali, porella, pur essendo semifighetta questo è riuscita a fare e il blu è un pò degradato in un bel viola cupo.

Perdonatela così come ho fatto io.

Vabbè avendo detto creale e nominato l'umbrissima Sara allora pare chiaro che si tratti di farro.
Io lo faccio spesso in zuppa in inverno e insalata d'estate ma lo preferisco di gran lunga nella prima versione.
Ah è vero poi lo faccio anche così ma se ne potrebbe fare una versione dolce, anche caravaggio ne ha proposto di recente una versione e chissà quanti altri.
Si perchè il farro è buono e fa bene, tiè.

MINESTRA DI FARRO
(4 persone affamate da bis)
- 400 gr di farro
- 1 carota, 1 costa di sedano, 1 spicchio o 2 di aglio
- acqua 4 litri
- sale e pepe

lessare il farro con gli odori tagliati a grossi pezzi.
Mi raccomando sciacquatelo ben bene mettendolo in una ciotola capiente e continuando a sciacquare fino a quando l'acqua non sarà pulita.
NON salate!

- 1 carota
- 1 costa di sedano
- 1 patata piccola
- 1 spicchio di aglio
- guanciale a cubetti (ma potete tranquillamente farne a meno)
- 2 cucchiai di concentrato di pomodoro (anche questo è facoltativo anche se a me piace tanto)
- una manciatina di aghi di rosmarino
- il farro lessato e il suo brodo
- olio evo di quello strabuono, sia per il soffritto che a crudo

ecco, io faccio il soffritto.
Taglio le verdure a pezzetti microscopici, lo so è una palla però mi piace che spariscano!
Soffriggo leggermente le verdure e il guanciale in un tegame di coccio e lascio stufare con un paio di mestoli di brodo di cottura del farro.
Poi quando sono ormai appassite aggiungo il farro allungando con altro brodo fino a ottenere la consistenza desiderata e il concentrato di pomodoro.
Faccio andare ancora per 5 minuti (tanto il farro è già cotto).
Assaggio, aggiusto di sale e pepe.
A tavola porto la bottiglia con l'olio, così ognuno può far da se.

Il cavolo verza l'ho semplicemente lessato e messo sulla minestra
Ovviamente proviene dalla mia azienda agricola preferita

mercoledì 27 febbraio 2008

il mio primo contributo al club!







Ho sempre letto del club sale e pepe e mi ha molto incuriosita.
Così ho seguito la procedura del link e ho scritto ad arianna e questo è il mio primo contributo...

Vi anticipo che la ricetta, presente nel numero di Sale & Pepe di marzo, non ha subito alcun tipo di cambiamento.
L'ho seguita pedissequamente di proposito anche per valutare la differenza tra quella fotografata nella rivista e la mia.

Ma questa è un'altra storia, ve ne parlerò al termine del post.
La ricetta così recita

LASAGNE CON CARCIOFI ALLA SALSA MORNAY

Per 6 persone

- 200 gr di lasagne all'uovo
-8 carciofi
-1 limone
- 3 rametti di maggiorana
-40 gr di farina
-4 dl di latte
-80 gr di burro
- 2 tuorli
- noce moscata
-un dl di panna fresca
-70 gr di grana padano grattugiato
- olio evo
-sale e pepe

Pulite i carciofi, tagliateli a spicchietti sottili e metteteli in acuqa acidulata con il succo del limone.
Scolateli e cuoceteli in un tegame con 20 g du burrofuso e un filo d'olio, sale e pepe per 20 minuti a fuoco moderato, unendo poca acqua calda se necessario; poco prima del termine della cottura unite la maggiorana tritata.
Mettete la panna in una casseruolina con i tuorli e fatela ridurre un pò.
Preparare la besciamella fondendo 50 g di burro a cui aggiungere la farina e fuori dal fuoco il latte caldo.
Cuocere la besciamella fino a che sarà densa.
Va poi salata, pepata e aromatizzata con una grattatina di noce moscata.
Unire alla besciamella 20 g di grana e la salsa di panna e tuorli.
A questo punto si procede al montaggio della lasagna alternando gli strati di pasta con la salsa e i carciofi e spolverizzando il tutto con il grana.
Si termina con la salsa e il grana.
In forno a 180# per 10 min e 250# per altri 10 min.


Buonissime, per carità ma mi piacerebbe farvi vedere la foto.
Nella foto i carciofi sono verdi, si avete capito bene, VERDI!
E allora c'è qualcosa che non va perchè:
1. potrebbero aver messo il limone in cottura
2. potrebbero aver seguito il suggerimento del vecchio buon heinz beck il quale non ama il limone nei carciofi e allora preferisce lavarli e tagliarli sotto l'acqua corrente, li copre poi di acqua o brodo, di un liquido insomma e sopra ci versa abbondante olio.
L'olio in questo modo farà una patina che imperdirà al carciofo stesso di scurirsi perchè gli impedirà il contatto con l'aria
3. hanno ritoccato la foto.

ditemi voi...io sono giunta alla mia conclusione.
premetto che secondo me il carciofo con il limone male non sta, ma quello è un gusto personale.
e che queste lasagne sono strepitose.

però forse la spiegazione per chi è alle prime armi non è proprio chiarissima.

1. ad esempio non si dice che il composto tuorli-panna non deve bollire altrimenti il tuorlo coagula.

2. secondo me 20 minuti di cottura per i carciofi considerato poi gli altri 20 min di cottura in forno sono troppi, direi che 10 al massimo a fuoco vivace magari, possano andare.

3. la maggiorana è perfetta così come la mentuccia romana come erba da contrappunto ma andrebbe aggiunta non pochi minuti prima della fine della cottura, bensì a fuoco già spento.

4. e poi: perchè grana padano piuttosto che parmigiano?
non essendo una così fine gourmand non trovo poi tutte queste differenze sostanziali; non è che stiamo parlando di gorgonzola piuttosto che di pecorino romano.

comunque un bel classico da rifare, così come ho trovato molto carine e pratiche le ricette delle paste al gratin di primavera.
Perchè pratiche? perchè si può giocare d'anticipo e son di bell'effetto per un pranzo domenicale, ad esempio.

lunedì 25 febbraio 2008

il meme per 6

evabbè ci provo, invitata da fiordisale e da alessia, spero di trovare quei cinque minuti cinque per raccogliere un minimo di idee.
Veramente, data la giornata lavorativa di oggi, vorrei esprimermi sulle 6 cose che detesto...ma tant'è: mater cretinorum semper incinta est e sta soddisfazione non me la levo e nemmeno quei sassolini dalle scarpe che tanto fastidio mi danno.
Provo ad essere (almeno stavolta) politically correct.

amo, amo, amo questa parola mi rigira nel cervello da un pò.
Già, alla domanda "cos'è che ami" si possono dare mille risposte.
Però nessuna potrebbe essere "abbastanza".
Non che sia un meme riduttivo, semplicemente non è una domanda che mi si addice.

e rifrulla la domanda...
amo...la mia famiglia certo, mio marito, le mie figlie, i miei genitori, mia sorella e i miei amici.
evabbè che viviamo in un mondo in cui questi sentimenti stanno diventando sempre più rari, ma alla fine perchè privarsene? Dateli per scontati.
bah...proviamo...

1. amo la sincerità, in tutte le sue forme anche quelle più brutali.
La trovo una costante della mia vita, non mi chiedete pietose bugie, non le so dire.
Sono come un vaso di vetro, specie nei frangenti scomodi.
Cosa penso me lo leggete scritto in faccia e non è che sia sempre un bel lèggere.

2. amo la profondità. il fatto che dietro ogni azione ci sia un pensiero, una riflessione, un motivo e anche un impegno.
Ci deve essere un motivo, le cose fatte così tanto per fare o dette così tanto per dire mi mandano ai matti. Ma spesso si cade nella rigidità che invece detesto cordialmente.

3. amo ridere, le battute anche idiote purchè ironiche, divertenti e colorate.
Non potrò mai scordare il mio maestro, un serissimo e stimatissimo professore universitario, che in un giorno di scazzo immane si piazzò il mio giubbino jeans, la mia sciarpa di seta arancione (che fa molto figo e impegna pure) e occhiali a mascherina azzurri e con lo scopino del cesso in mano a mo di chitarra faceva l'imitazione di Vasco Rossi.
Son stati momenti difficili.
So cosa vi state chiedendo, lo scopino era nuovo nuovo appena tolto dal cellophan. :)

4. amo l'intelligenza ed essere intelligente.
Oddio, non è che sempre mi riesce, però ci provo.
Che disse De Coubertin a proposito del vincere e partecipare?

5. amo la mia bicicletta.
si avete capito bene.
Mi ero appena laureata e i miei amici mi chiesero: che regalo vuoi? La mia risposta è stata: una bicicletta.
una superfighissima bicicletta che adoro...avessi il tempo di andarci.
ma appena posso la inforco e via, su e giù per le strade del paese.

6. amo cazzeggiare.
ma proprio per il gusto di farlo, eh? ci metto tutto il mio impegno. :)
e d'altra parte, il blog, non è forse fonte di cazzeggio? Impegnato magari ma sempre cazzeggio è!

E adesso...sicuramente tutti hanno invitato tutti.
Ma mi regolo come fiordisale, mi piacerebbe leggere le risposte di Claudia, di Adrenalina, di Fiordisale, di Adina, di Marcella (Candido Gianchetti) e di Elena di Comidademama.

Siete state già invitate?
Evabbè...fate finta che...

venerdì 22 febbraio 2008

la colazione o il meme? (english version too)

Aggiornamento
Le ho rifatte, sono esattamente come le ricordavo: le più simili che io abbia mai provato...






Alessia mi ha invitato al meme del 6.
e Moscerino tra un cornetto e un pain au chocolat si chiedeva come si potrebbero riprodurre le brioche che in sicilia mangiamo con la granita o il gelato.
ora si pone il dilemma...che fare?
la riposta è una e una soltanto: doppio post!


Quello che vedete qui è il miglior granitaro di trapani, u zu Culicchia, uno storico locale che vanta 50 anni di attività e che ha ancora gli arredi di 50 anni fa ma fanno delle granite, chevvelodicoaffà?
Tra le classiche anche la granita di gelsi neri e la catanese ovvero mandorla con poco caffè




Io ho provato diverse ricette di brioche e nessuna secondo me potrà mai eguagliare quella delle brioche vere, ma tra tutte questa è quella che più si avvicina all'originale.
La ricetta proviene da quella fonte di tentazione perenne che è Amuses bouche lì vengono indicate con il nome di cramique.
Io, non avendo le pepite di zucchero bianco, ho utilizzato dei cristalloni di zucchero di canna grezzo.
Ovviamente però in caso di tentativo di imitazione delle brioche sicule andrebbe eliminato.
Questo è il risultato mal fotografato di quanto sono riuscita a fare.
La foto non rende giustizia però posso assicurarvi (e spero mi crediate) che sono molto simili alle sicule.






-500 gr di farina 0 o fifty-fifty di 0 e manitoba


- 8 gr di lievito di birra,


-300 ml di latte tiepido,


-60 gr di zucchero semolato,


-un cucchiaino da te di sale,


-70 gr di burro morbido (non fuso),


-2 tuorli + uno diluito con latte per la doratura





Mescolare la farina con il sale e lo zucchero, mettere il lievito sciolto nel latte tiepido e impastare sul piano di lavoro, allargare la pasta e aggiungere i due tuorli, amalgamare e una volta amalgamati mettere il burro.


Otterrete una pasta appicciaticcia che si attacca al piano di lavoro e sembra un chewing-gum troppo masticato.


Non preoccupatevi, sbattetela sul piano, tiratela, incollatela e staccatela dal piano fino a quando il burro non sia ben incorporato fregandovene se non ha la forma di palla o non si stacca dalle mani. niente farina aggiunta, comunque.


prendete questo magma molliccio e mettetelo coperto a lievitare, fino al raddoppio.


ciascuno di voi faccia come crede, nel senso che potete usare la copertina, la lievitazione lunga, corta, in frigo, tanto l'abbiamo capito viene bene lo stesso. comunque voi lasciate lievitare la vostra pasta.


Avrete un blog raddoppiato e ben alveolato da sgonfiare e riimpastare con i pezzi di zucchero di canna grezzo o con la granella o con l'uvetta o con quello che vi pare.
Fate le forme e mettetele su una placca da forno a lievitare (e stavolta io li ho messi nel forno spento) non ho aspettato troppo, diciamo che gli ho permesso di assestarsi e abituarsi alla loro nuova forma li ho spennellati con tuorlo e latte e poi ho riempito di acqua la leccarda sottostante e acceso da freddo (come faccio per il pane) modalità ventilata a 160° (ma solo perchè se imposto

i 160° come minimo in ventilato me ne partono 180°).


In english?

On summer, in Sicily we makebreakfast with these fantastic brioche accompanied with lemon or almond or coffe granita.

Or we use these ice-cream filled too, instead of lunch for example.

This is a sweet way to fight the terrible sicilian summer hot!

My foodblogger friends and I never found a recipes reproducing the original.

This, from several, is the nearest for me.

I kept it from a beautiful french blog Amuses bouche

In the last photo you see I put a tbs of custard at the brushing time.

This is the recipe, adapted by me.


-500 gr flour 0 or a mix of 0 and manitoba
- 8 gr natural yeast,
-300 ml warm milk,
-60 gr sugar,
-salt 1 teaspoon,
-70 gr softened butter
-2 yolks+ mix yolk-milk brushed on surface
Mix in a large bowl flour salt and sugar.

Melt the yeast into the warm milk (not over 25°C) then add the mix into the flour and knead strongly no matter if the dough will be a little bit hard.

Add to the dough the two yolks continuing kneading and finally the softened butter chopped in small pieces.

The dough will be chewing-gum like but don't worry about it.

Just continue to knead till the butter has been mixed into it and then put in a warm site.

Don't add additional flour!!!.

The dough must double in volume (about 2 ours).


After dough rest knead again energically and form the "brioche" putting them on a plate pan.

I put the pan into the oven switched-off and under the pan level another one filled with warm water, brushing the surface of the "brioche" with the yolk-milk mix.

After about 30 minutes simply switch-on the oven 160° C .

mercoledì 20 febbraio 2008

la differenza


si predica da anni, la materia prima, la materia prima, la materia prima.
e materia prima sia!

L'altra sera mio marito è tornato a casa con un megapacco e dentro oltre a 3 chili di mozzarella di bufala appena fatta e una forma di caciocchiato e due luganighe secche ai semi di finocchio e peperone dolce e un primosale di latte di bufala al pepe c'era questo
Invidia eh?
Peccato che di pacchi così se ne veda uno ogni dieci anni, ma quando arriva è una festa!
Ora, il problema è: dopo aver mangiato la stracciatella a cucchiaiate ed essersi ben tolti la voglia, che si fa con quella che avanza?
I ravioli, of course!
E così mani in pasta e nanerottole alla manovella.
Appro, la mia imperia non la cambierei con nessun'altro aggeggio elettrico.
L'ho voluta nella lista di nozze ed è stato un regalo graditissimo.






Il ripieno è solo ed unicamente stracciatella di bufala così, nature, senza niente.
La scelta del condimento è stata soffertissima, alla fine semplice sugo di pomodoro e aglio foglioline di origano fresco e scaglie di caciocchiato.
Unico accorgimento, il ripieno è particolarmente delicato e quindi vanno lessati in acqua appena fremente e vanno ben infarinati data l'umidità del ripieno stesso che comunque ho messo a scolare in un colapasta per un'ora prima di formare i ravioli.
Delicatissimi, strepitosi, eccezionali.
Altro da dire?
Ovviamente la morte della stracciatella rimane il cucchiaio e il pane cafone ma in mancanza di quest'ultimo....




sabato 16 febbraio 2008

un piccolo grande segreto



( for abroad visitors: it's all in the link, I used that recipe and my italian aknowlidgment to fanny)

il segreto è nei rimpasti continui e nel folding.
ma se davvero volete eleggerla a vostra focaccia per la vita come ho fatto io allora ecco a chi va il merito
Non ho fotografato i passaggi come avrei potuto essere più chiara di fanny?

Io ho solo fatto qualche modifica.

Ma roba da poco, eh? niente di sostanziale.


Il conto dei rimpasti non l'ho mica tenuto.
I folding, mi pare siano 4 in tutto a intervalli di almeno 10 minuti e la frase "sprinkle with water and oil" è stata tradotta nella mia mente "annegala di acqua e olio" a memoria della tradizione della fugassa genovese.


Lo so che la mortazza è la morte sua, ma anche il prosciutto crudo non scherza.

Aggiornamento
Elena aka comidademama ha risposto al mio sos e ha pubblicato la traduzione in italiano della ricetta di Fanny eccola qui è incredibile come distanze enormi in termini di chilometri si annullino improvvisamente e persone che non si conoscono personalmente si ritrovino sulla stessa frequenza.
Scalda il cuore, non trovate?

giovedì 14 febbraio 2008

fidarsi è bene









Tartine Gourmand
Tutto nasce da un pomeriggio di noia passato a pasticciare con le iene.
Che si fa? la pastafrolla al cacao!
che poi rimane dentro al frigo a riposare.
A quel punto le bambine erano stanche e non avevano voglia di fare i biscotti e io mi ritrovo la pasta...

da lì si scravina su internet per cercare qualcosa che mi vada di provare.
Avevo visto la foto delle tartelette su tartin gourmand tempo fa, il passo è stato breve.
Richiamo il post e comincio a leggere....
niente latte per addensare la crema...boh...una quantità di succo di limone spropositata che fare...

vabbè mi fido e preparo mezza dose.
male che vada butterò tutto nella pattumiera e pazienza.
Invece la crema, cotta a bagnomaria, si addensa meravigliosamente sa di limone e non di uovo e nel frattempo le tartelette si stanno raffreddando.

Ho imparato la lezione. Fidarsi è bene...e basta. :)

Per la pasta (6 tartelette)
- 200 gr di farina 00
- 50 gr di cacao amaro
- 120 gr di zucchero
- 1 uovo intero grande
- 100 gr di burro a pezzetti
- un pizzico di sale
-mezzo cucchiaino scarso di lievito per dolci


per la crema
- 2 uova intere
-110 gr di zucchero semolato
- 1\2 cup di succo di limone
- buccia grattugiata di 3 limoni
- 110 gr di burro morbido a pezzetti

quelle che vedete con la crema bianca e lo spolvero di cacao sono state farcite con una ganache al cioccolato bianco in previsione del fatto che la crema al limone non sarebbe piaciuta alle iene.
la ganache l'ho preparata portando a bollore 100 ml di panna liquida che ho versato su 150 gr di cioccolato bianco tagliato a pezzetti.


Il guscio:
ho incorporato il burro freddo di frigorifero e tagliato a pezzetti con lo zucchero aiutandomi con un coltello ottenendo un briciolame slegato.
Poi ho aggiunto l'uovo, il sale e alla fine la farina setacciata con il cacao e il lievito.
Fatto la pasta lavorando il tutto velocemente con le mani bagnate con acqua fredda e messo a riposare una notte in frigorifero (ma fino a 2 giorni tiene)
Se dovesse servire a legare l'impasto ci si può aiutare con un pò di latte freddo.

la crema
Ho mescolato, in una ciotola di acciaio, lo zucchero alle bucce grattugiate dei limoni che poi ho spremuto ottenendo 1\2 cup di succo.
Dico mezza cup perchè mi sono regolata con il misurino d'acciaio che ha la misura in cup e che uso quando mi tocca fare qualcosa di ammericano.
ho aggiunto allo zucchero le due uova semplicemente amalgamandole con la frusta a fili (senza montare) e piano piano il succo di limone sempre usando la frusta a fili.
Messo il composto a cuocere a bagnomaria fino a quando non si è addensato.
L'ho fatto raffreddare leggermente e ho incorporato (indovinate con cosa?) il burro morbido a pezzetti.

Nel frattempo che la crema cuoceva ho steso la pasta e foderato degli stampini da tartelette ben imburrati e infarinati.
E qui mi sparo la posa, io ho i pesetti in ceramica, per la cottura in bianco.
Le tartelette foderate di pastafrolla al cacao le ho messe in frigorifero, con il fondo opportunamente bucherellato con la forchetta.
Dopo circa 1\2 ora le ho prese, rivestite di alluminio e messe al forno con i pesetti (170° C modalità statica per circa 10 min). Ho eliminato poi alluminio e pesetti e ho proseguito la cottura per altri 5 minuti.
Lasciate raffreddare e farcite con la due creme.


in english, please!

Crust
- 200 gr flour 00
- 50 gr bitter cocoa powder
- 120 gr sugar
- 1 egg (large size)
- 100 gr chopped butter
- salt, a pinch
-1\2 teaspoon of baking powder


lemon cream filling
- 2 eggs
-110 gr sugar
- 1\2 cup fresh lemon juice
- grated zest of 3 lemon
- 110 gr butter softened and chopped

withe chocolate ganache
- 150 gr white chocolate chopped
- 100 gr of whip cream

For crust
melt with sugar the butter cold and chopped in small pieces.
Then add the egg and melt it to sugar-butter mix using a knife.
Fimally add the flour mixed with cocoa powder making a dough the will be rest in the fridge for at least 1 hour (I prefer over a night)

Roll your dough and place it in greased tartelette pan making little holes on the surface.
I used six.
Cover with pieces paper covered with weights (beans, peas, rice or little ceramic weights) .
Cook in the preheated oven at 170 °C for about 10 min.
Remove the paper and continue to cook for about 10 min.
Let them cool.

For lemon cream I used the Tartine's procedure, you can read on the link

For ganache
Chop into small pieces the white chocolate and boil lightly the whip cream.
Then mix cream and chocolate melting together till form a cream.

fill che crust and dredge with confectioner sugar or bitter cocoa powder

la consolazione del riciclo






la bella Viviana, blogger de fero giorni fa era alle prese con l'etna.
Io adoro le crepe nella crosta del gattò, e più ce ne sono più sono sicura che sarà buono.
Lo adoro bollente, a scottalingua.
Mi piace perchè è un perfetto svuotafrigo, che in un momento di monnezza in esubero, spreco a gogo, pattumiere piene di ogni ben di dio questo piatto diventa il refugium peccatorum per tutti noi che purtroppo abbiamo il frigo talmente tanto pieno che diventa di difficile gestione e la via della monnezza talvolta è obbligatoria e piange il cuore.
Culetti di salame rinseccoliti, croste di formaggi ormai inutili, insomma l'estetica monnezzara.
E qui parte il riciclo alla grande.
E' un piatto di origine campana e teoricamente si chiamerebbe gattò a ricordo del gateau di francese memoria.
Il mio è personalizzato e non si potrebbe chiamarlo gattò, nel senso che nella versione originale lo svuotafrigo andrebbe mescolato all'impasto.
Invece io faccio un primo strato di patate schiacciate e impastate con uova e formaggio grattato (misto, quel che è grattugiabile, in questo caso avevo un pezzetto di emmenthal, il pecorino romano e parmigiano), sul primo strato metto gli affettati e altri formaggi a pasta filante (mozzarella, scamorza...quel che c'è) e sopra il secondo strato di patate.
Spolverata di pangrattato e giro di olio (o di burro se anche quello è da consumare).
In forno fino a crosticina e belle crepe in superficie.
In english?
this is a traditional Campania dish, revised and personalized, born to recycle fridge's leftovers.
cheese, ham, salami...whatever is too small or too bad-looking to be used.
Just potatoes boiled and mashed, mixed with eggs, grated cheese (parmesan, pecorino, emmenthal or every cheese that can be grated).
Put a first layer on a pan (buttered and dredged with grated dried bread) then salami and ham in slices, mozzarella or some scamorza and the second potatoes layer.
Dredge with some grated dried bread and sprinkle with butter or oil.
In the oven till a nice crust has been shaped.

lunedì 11 febbraio 2008

Roma, reggeme er moccolo stasera. Ovvero la cacio e pepe senza pepe





Nel post precedente l'antefatto.

Qui invece quanto è venuto fuori dalla mia testolina malpensante.

Insomma, davvero complicato coniugare il tutto: gusto, intelligenza, limitazione dei consumi.

E se quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare io devo confessare che stavo per gettare la spugna, altrochè!
Ma poi...
Al supermercato m'è venuto da canticchiare...Roma nun fa la stupida stasera e il pezzo di pecorino romano (DOP) è volato nel carrello (provenienza agro romano-pontino km più km meno e quindi assolutamente di zona) damme na mano a faglie dì de si...farina di grano duro provenienza chieti e lì bella battaglia siamo già almeno a 250 km complessivi per i due prodotti.
ma tant'è, se compro la farina ne compro quantità industriali e allora...diciamo che con me risparmiano i viaggi e poi busillis nota marca di semola di grano duro prodotta a corato o mulino straconosciuto e a chieti? quanto distano le due da roma?
vince chieti 200 km vs i 300 di corato.
(ovviamente la farina ce l'ho già a casa, un viaggio chieti-roma risparmiato)
e poi?

E poi mi ricordo che ho appena raccolto i 5 limoni che il mio alberello mi ha regalato per quest'anno, che nella vasca delle erbe aromatiche le mie piantine stannno germogliando un'altra volta per il terzo anno consecutivo.
Il pepe proviene da lidi troppo lontani, non se ne parla nemmeno.

Così mi butto in cucina tranquilla e impasto mentre le bambine cercano di rubarmi un pezzetto di pasta per fare la pizza appiccicandola sul muro :)

Ho impastato un pò di farina con acqua tiepida e sale e lasciato la pasta a riposare per riprendere elasticità





Tirato una sfoglia di un paio di mm e arrotolato e poi zac zac e zac con dei colpi netti di coltello ne ho ricavato delle lunghe strisce.
Tonnarelli? Spaghettoni? Bah, non saprei.
li ho messi a seccare allargandoli su un vassoio infarinato per circa 3 ore e ho fatto dell'altro.
al momento buono ho messo su l'acqua e ho buttato giù la pasta.
Nel frattempo in una ciotolina ho messo un pò di foglioline di timo, di origano e la buccia grattuggiata del limone.
E poi abbondantissimo pecorino grattato in una ciotola e stemperato con un pò d'acqua di cottura della pasta a formare una cremina.
La pasta l'ho tirata su con il ragno e l'ho versata nella ciotola.
Insomma alla fine è solo una semplicissima cacio e pepe...senza pepe!

sabato 9 febbraio 2008

eureka!


Mi succede sempre così.

Un congresso, un'idea per una nuova ricerca, la ricetta per la cena importante o per un round-up o per quello che volete.

Io mi presento sempre sul filo di lana o del rasoio.

Il massimo l'ho raggiunto quando avevo due comunicazioni orali al congresso europeo a Vienna.

Ho finito le diapo la sera in albergo! da lì, dopo aver rischiato la figuraccia internazionale (però le diapositive erano tra le migliori della mia sessione, modestamente) avevo giurato e stragiurato sul santino di S Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti, che mai più l'avrei fatto, mai mai e mai più.


Salvo ricascarci puntualmente e puntualmente recitare la stessa litania.

Che S Giuseppe me ne sia testimone anche stavolta ho fatto così...

sono giorni che rimugino sulla ricetta da presentare all'iniziativa di Elena aka Comida de Mama, M'illumino di meno e niente, nemmeno un'ideuzza ma neanche con il binocolo.


ebben, tutto sto panegirico per dirvi che oggi sabato pomeriggio 9 febbraio, in pieno supermercato mi è venuta un'idea.

Sarà geniale? Lo direte voi...

Io però da stanotte dormirò meno agitata!

Stay tuned!

venerdì 8 febbraio 2008

accoppiata vincente

nella trappola del meme ci son caduta anche io.

a me non dispiace farli, li trovo utili oltre che divertenti.

questa volta mi ha tirata in ballo moscerino si tratta di trovare i nostri abbinamenti perfetti, quelli imprescindibili, sublimi che si attaccano al palato, memorabili e di cui non ci stancheremmo mai.

ne dovrei trovare 15 ma io ci provo e se non ci riesco mi autoapplico lo sconto a 10.
vediamo....

pane e cioccolata

mozzarella e pomodoro

spinaci e burro

pollo e patate

capperi e olive verdi

aglio e olio

alici salate e burro

aragosta e maionese

pane e salame

pizza bianca e mortadella

ricotta e zucchero

pesce bollito e limone

ricci di mare e limone (s'è capito che mi piace il limone!)

fragole e panna

pomodoro e olio

ovviamente ci sono i 5 sciagurati (ma perchè poi) cui chiedere di compilare lo stesso meme

e io dico:
scorza d'arancia
afrodita
miki e paolo di due in cucina
la pentola magica
marikaretto

passo e chiudo, lorsignori.

si capisce?







Non è una vera e propria ricetta.

E' un modo, un'idea nemmeno tanto nuova, un invito a provare.

uno sfizio, insomma.

e la domanda della maestrina dalla penna rossa, ovvero io è: si capisce?