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giovedì 24 febbraio 2011

se fossi

'

Al contrario di Jul's, io ho sempre odiato il gioco del se fossi.
Ma che vuol dire, io sono, forse sarò ma non riuscivo mai ad indentificarmi in altro da me.
Che detto fuori da inutili metafore filosofiche vuole semplicemente dire che non avevo abbastanza fantasia.
Forse non mi sono mai spremuta le meningi abbastanza.

Bah, chissà. Fatto sta ed è che non giocavo volentieri a questo genere di cose, certo se fossi un uccello volerei via, se fossi l'acqua scorrerei altrove, se fossi aria soffierei forte.

Se fossi una ricetta sarei un piatto di spaghetti con le polpette.
Quelle della nonna però.
Anzi, quelle della nonna Enza perchè la nonna Ninetta e la cucina non erano molto amiche.
Quelle con la passolina e i pinoli, quelle che poi han fatto il viaggio di terza classe dentro la valigia di cartone legata con lo spago e le strade di Brooklin sapevano di spaghetti con le polpette, anzi di spaghetti meatball.

Che poi mi ricordo ancora (avrò avuto 4-5 anni) un pranzo domenicale con della gente che parlava strano, e non li capivo proprio per poi scoprire che il nonno aveva un compare emigrato in America.

Mi ricordo la festa grande e sicuramente c'era la pasta al sugo ma chissà se sugo di agnello o sugo e polpette. Va a sapere.

Comunque, i miei ricordi sbiaditi interessano poco.

Se fossi una ricetta sarei questa, sarei un piatto completo che ti siedi, ti sazi con la vista e con la pancia, c'è tutto dentro e ti alzi soddisfatto.
Tempo totale di consumazione 10 minuti che di più non ne ho.
Tempo totale di preparazione, prendetevela comoda che la cosa lunga è.

Fatto sta ed è che questa ricetta partecipa all'iniziativa di Jul's Kitchen in collaborazione con Macchine Alimentari "Se tu fossi una ricetta"

SPAGHETTI CON LE POLPETTE

Diciamo che le dosi sono da pranzo conviviale per famiglia numerosa di 6 persone e calcolando almeno 4-5 polpette a testa.

- 500 gr di macinato di manzo non macinato due volte che alla nonna non gli piaceva perchè diventava come l'omogeneizzato (parole sue)
- 1 uovo grande oppure due uova piccole

- 200 gr mollica di pane bagnata nel latte e poi strizzata

- 150 gr di formaggio grattugiato (l'ideale sarebbe metà parmigiano e metà pecorino)

- una manciata di pinoli e uvetta (detta anche passolina)

- sale e pepe a gusto

-prezzemolo tritato

-olio di oliva

- salsa di pomodoro

Impastare tutti gli ingredienti ben bene (esclusa la salsa di pomodoro, ovviamente).
Mettere da una parte un piatto con del vino bianco e bagnandosi le mani con il vino formare delle polpette ovoidali schiacciate della grandezza di un piccolo uovo.
Rosolare le polpette in olio di oliva in un tegame che le contenga e versarvi sopra abbondante salsa di pomodoro fino a coprirle completamente.
Far sobbollire il tutto almeno 1 ora.
Condire gli spaghetti avendo cura di far cadere nel piatto almeno 3-4 polpette e riservandone alcune per il bis.
Garantito.

mercoledì 9 febbraio 2011

Musica maestro! Caccavelliade

chitarra



Ovviamente come un serio paese ospitante tocca a me iniziare.
Premetto che non ho attaccato il codice HTML che mi ha mandato Cindistar, Flo e la Gaia Celiaca unicamente perchè non ho avuto il tempo (avrei un paio di scuse valide dalla temperatura di 38.5-39 °C).

In realtà adesso ho provato il copia incolla sul post ma niente da fare, ad ogni modo lo trovate a lato a dx.


Ecco l'oggetto del desiderio, cercato per tutti i pizzi da quando la mercante di spezie parlò di troccolaturo e affini.

Un oggetto dell'italia centrale credo che faccia parte integrante del paesaggio abruzzese ma non ne sono sicura, in ogni caso: come resistergli? perchè resistergli?
L'ho trovato esposto in vetrina da C.U.C.I.N.A. un negozio un pò caro, un pò da superfighetti ma davvero fornito.

In realtà ce l'ho nell'armadio da prima di natale, sezione piumoni e giubotti.
Appena ho avuto due minuti di tempo a disposizione ho impastato acqua, semola di grano duro e un goccio di vino bianco fino ad ottenere una pasta elastica che ho atto riposare un'oretta e che ho steso con il mattarello.

Il difficile è stato capire quanto lunga doveva essere la striscia.
Le corde, essendo di nylon, non sono molto rigide il che impone una particolare attenzione nel passare il mattarello sulla sfoglia posata sulle corde e appunto un movimento con le mani per staccare gli spaghettoni proprio come quando si suona la chitarra.
Il pianale sottostante è inclinato e va infarinato.

Due pomodorini a sudare nell'olio e aglio, un paio di alici sott'olio sfatte e una spruzzatina di prezzemolo.

Come dicono gli americani?
Oh My God!!!

La restante pasta, seccata, l'ho riservata ai fagioli.

Vi va di raccontare la storia della magica caccavella?


chitarra

domenica 3 ottobre 2010

fuori come un concorso

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No, avete letto bene.
Non partecipo al concorso di Garofalo in collaborazione con Leiweb.
Lo faccio perchè nei giorni del Salone del gusto sarò fuori per lavoro anzi, vi dico pure che farò.
E' un pezzo di vita privata e professionale che condivido con gioia.
Sarò a Siviglia alla Scuola Internazionale di Risonanza Magnetica dell'addome e della pelvi.
Lo so, cosa difficile da capire, ma se vi dico che è il mio sogno da specializzanda radiologa penso possiate capire.
Non sto più nella pelle conto i giorni.

Ma, non potevo lasciare passare questa occasione senza esprimermi comunque.
Me ne da lo spunto la pasta che uso ormai da almeno 10 anni.
Pasta che mi piace e che da qualche tempo trovo anche in versione integrale callosa non collosa, ruvida, saporita, rustica.

Io, che non amo l'integrale, non posso che consigliarla vivamente.

Ho usato le pappardelle integrali Garofalo.

Prima di scrivere la ricetta mi preme ringraziare la Loriana, la mercante di spezie, per i suoi consigli, per la sua amicizia e per la sua genialità.

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PAPPARDELLE INTEGRALI AL RAGU' DI CONIGLIO PISTACCHI DI BRONTE E FILI DI PORRO CROCCANTE
Per il fondo bruno di coniglio
-ossa di 1 coniglio
- carote sedano e cipolla a grossi pezzi
- 3 pomodori ciliegino
- olio evo
- una manciata di funghi secchi
- farina
- sale e pepe
Infarinare velocemente le ossa del coniglio e tostarle in forno caldo mettendole su una placca.
Nel frattempo soffriggere carota sedano e cipolla in grossi pezzi nell'olio insieme anche ai pomodorini tagliati a metà e ai funghi secchi rinvenuti in acqua calda.
quando le ossa saranno ben tostate versarle nel soffritto far andare e coprire con acqua calda.
Far asciugare l'acqua per ottenere un sughetto denso e sciropposo.
Per il ragù di coniglio
- 1 coniglio disossato e tritato al coltello
- 1 bouquet garni (rosmarino, erba aglina, un rametto di timo)
- 100 ml di brodo di pollo ristretto
- 50 ml di fondo bruno di coniglio
- carota sedano cipolla e mezzo spicchio di aglio tutto ben tritato
- olio evo
Scaldare l'olio (mi raccomando è solo scaldandolo che i profumi si sprigionano al meglio) e mettere il bouquet garni legato con il filo di refe.
Eliminare il bouquet e aggiungere il trito di odori (carota sedano cipolla e aglio, non metto dosi, regolatevi in funzione della quantità di carne e del vostro gusto)
Far andare e mettere il coniglio tritato tirando il sugo con pazienza con il brodo ristretto e con il fondo bruno.
Salare e pepare.
La carne deve comunque rimanere morbida e succosa quindi consiglio comunque di ridurre la cottura a circa 10 minuti non di più.
Per completare
- una manciata di pistacchi di Bronte
- Porro
- Formaggio Ragusano DOP grattugiato

I pistacchi sono stati spellati semplicemente tuffandoli in acqua bollente, li ho poi tritati e tostati in una padella antiaderente senza grassi.
Il porro lo potete preparare anche il giorno prima.
Tagliatelo in fili sottili e immergetelo in poca acqua e ghiaccio, tenderà ad arricciarsi, friggete in olio di oliva caldo finchè non diventa dorato.
Nel frattempo lessate la pasta e lasciatela molto al dente, spadellatela nel sugo e mantecate sempre spadellando con un velo (ma proprio un velo che il formaggio è parecchio forte specie se tanto stagionato) di ragusano grattugiato.
Impiattare e spolverare con i fili di porro croccante e i pistacchi.
Vi dovesse capitare di trovarvi al Salone del Gusto vi pregherei di passare dallo stand perchè la pasta Garofalo pubblicherà degli approfondimenti sullo svezzamento del bambino che non solo sono basati su evidenze scientifiche vere ma sono anche stati i miei principi di svezzamento in questi anni e quindi non posso far altro che divulgare proprio perchè credo profondamente in quel che sosterranno.
Per esperienza diretta, mica per altro.

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sabato 4 settembre 2010

le mani d'oro delle sorelle

meravigliose mani
My creation

Ecco le sorelle in azione.
In omaggio al genero che per gli gnoccoli con l'aglio farebbe follie.
In effetti questa pasta è meno conosciuta, rispetto alla busiata.
Non in casa mia, però dove la busiata è stata praticamente banditaper disposizione paterna.
Niente di particolare, basta la farina di grano duro, acqua e fare una pasta morbida, non appiccicosa, elastica.
Tutto qui.
Gli spaghettoni che si ottengono si cavano con le dita.
La morte dello gnoccolo è il pesto alla trapanese o pasta con l'aglio.
Aglio rosso di Nubia, of course che per noi aglio vuol dire Nubia ma forse nessun trapanese ne conosceva le proprietà prima che qualcuno lo valorizzasse eleggendolo a presidio slow food.
Per noi era ed è solo aglio.
Adoro queste mani, bellissime con tante storie da raccontare.

mercoledì 21 aprile 2010

black hot chilli cous cous


S'esce poco quando si ha una famiglia numerosa.

S'esce poco ma a volte qualche nonno si muove a compassione e si va.

Quella sera era una calda sera d'estate e finimmo in un ristorante dalla breve vita, a Trapani.

Per l'esattezza il ristorante era all'interno di una villa nobiliare intorno alla quale era cresciuta la città e anche la sottoscritta.

Un giardino da favola un'enorme ficus e io da piccola che immaginavo le meraviglie nascoste dal giardino e dalla casa.

Da grande quel giardino ha avuto una breve vita pubblica e come non approfittarne?

Il ristorante si chiamava "I giardini di kajjam".

Non ricordo molto di quella sera, raramente si ha il tempo per un pò di romanticismo e si torna ventenni in un attimo appena ne è data l'occasione, ma tra le numerose amuses bouche ricordo un cucchiaio di cous cous al nero di seppia.

La cosa che ricordo perfettamente è il sapore marino e la particolare consistenza un pò scivolosa.

Il ricordo è rimasto lì a sonnecchiare insieme alla faccia lievemente disgustata di mia mamma (integralista talebana trapanese).

Avevo ragione, è buonissimo anche senza fumi del romanticismo.


COUS COUS NERO PER LA SEPPIA

- seppie
- una cipolla piccola
- uno spicchio di aglio
- olio evo
- poco vino bianco fermo
- un paio di peperoncini secchi
- prezzemolo tritato
- cous cous precotto

pulite le seppie avendo cura di preservare la sacca contenente l'inchiostro, come? leggendo il mio vecchio post.
Unico accorgimento da tenere è quello di allungare il sugo nero con acqua quanto basta per gonfiare il cous cous.
In questo caso ho usato un cous cous integrale di kamut, precotto.
lo trovo da Castroni ed è buonizzimo.

lunedì 29 marzo 2010

gioco da piccole



Son giorni strani, giorni nervosi ed intensi dove tutto gira talmente veloce da sembrare fermo.

Giorni di riflessione ed incazzature.

Giorni come tanti, uguali l'uno all'altro ormai da troppo tempo.

Giorni da snocciolarsi a memoria.

Meglio sfogarsi.



Quando dalla busta magica di Silvia è uscito questo strano pettine con altrettanto enigmatico biglietto ho pensato ad uno strumento musicale antico per le bambine.

E invece...la stessa Silvia mi corregge il tiro e trattasi di un pettine da garganelli, apperò.


E così urge tutorial, guardato frettolosamente su utube con bimba annessa che fa al caso mio, che giusto giusto ci ho due uova di anatra fresche fresche, un pò di semola di grano duro e anche una bambina da far giocare che le altre due sono a scuola e la quarta mi guarda placida e tranquilla dalla culletta e se ne stracatafotte sia di me che della sorella.








Sarà meglio intervenire che giusto giusto è quasi ora di pranzo...


Silvia, al telefono, mi racconta dell'impasto dei garganelli:
- Sottile, mi raccomando e fa l'impasto con la farina 00!!
- Ahia, già si parte con il piede sbagliato, Silvia, ho già impastato la semola.
Vabbè fa niente che noi siamo temerari e sperimentatori

e poi me li condisce telefonicamente alla zingara...sarebbe?
- peperoni, cipolla e pancetta con un pò di pomodoro, ma peccato non è stagione.

Pensando ad una zingara di stagione è bastato sostituire i peperoni con i carciofi, evitare il pomodoro che con i carciofi non mi va giù e mangiarne due piatti.

Mentre li mangiavo però pensavo al perchè sia fondamentale l'impasto sottile, i garganelli son come i tortelli piacentini con le code bisogna trovare il punto esatto di cottura.
Lì è la difficoltà.
Perchè lo spessore della pasta arrotolata potrebbe ostacolare la cottura mentre dove la pasta è meno spessa, all'estremità, si potrebbe scuocere.
Mi son capita da sola ma va bene così.


domenica 29 novembre 2009

un errore condito con amore

Era Maggio ed era il 2003. Un Maggio strano, difficile da digerire, da far passare.

Manco fosse stato Marzo.

Ed era il ponte del 1 Maggio da mettersi in macchina e procedere controcorrente, il nord al sud, il sud al sud e due soli invece puntarono al nord.

Io e mio (non ancora non allora) marito. Direzione Nord, direzione Parma.

Fu un'indigestione, parmigiano reggiano, culatello, lesso e salse anche se facevano 25 gradi, la mostra del Parmigianino, i monumenti, le chiese, i castelli, le torri, la bassa emiliana, i tortelli con le code di zucca e di spinaci, le sagre, la campagna.

E talmente tanto indigestione fu da partire in due e tornare felicemente sazi e in tre.

Due anni dopo s'era sulla strada per Mantova e s'era in quattro: 3 fuori e Livia dentro.

E lì di nuovo tortelli e di nuovo zucca.

E come si fa a dire tortelli e non dire burro? Nocciòla per me grazie e niente parmigiano.

Tornati a casa tutte le volte che vogliamo ricordare quei viaggi metto mano all'immancabile pezzo di zucca barucca e preparo i tortelli.

La prima volta che lo feci però commisi il solito errore, troppo ripieno poca pasta.

E dall'errore di valutazione agli gnocchi di zucca il passo è stato brevissimo ed errore per errore preparo i tortelli di zucca alla parmigiana ovvero solo zucca, tanto parmigiano, una grattatina di noce moscata e un uovo a legare e gli gnocchi come se fossi a Mantova.

Come?

GNOCCHI DI ZUCCA E BURRO NOCCIOLA

Per gli gnocchi:

- un pezzo di zucca barucca o di chioggia o mantovana dolce e farinosa

- tanto parmigiano, almeno metà del peso della zucca cotta

- una grattatina di noce moscata

- sale e pepe

- 1 uovo intero ogni 250 gr di composto

- farina 00 qb

- 3 amaretti ogni 300 gr di composto

- mostarda preferibilmente mantovana tritata al coltello ma finemente 50 gr ogni 250 gr di composto

PER CONDIRE

Burro di ottima qualità

Gli gnocchi di per se non son difficili da fare ci vuole un pò di esperienza e manualità, da quel giorno son passati più di 6 anni :)

Comunque ci son alcuni accorgimenti, la zucca privata di semi e filamenti ma con la buccia, per esempio, la cuocio al forno avvolta in un foglio di alluminio e ad alta temperatura (180°).

Una volta cotta la privo della buccia che a questo punto verrà via facilmente e la passo allo schiacciapatate ancora calda.

Lascio intiepidire e aggiungo il resto degli ingredienti tranne la farina.

La farina 00 l'aggiungo quando tutto è amalgamato e freddo a quel punto ne aggiungo quanto basta per ottenere un composto non più appiccicoso, con cui formare un rotolo di circa 1,5 cm diam da tagliare su un piano abbondantemente infarinato e passare sul rigagnocchi.

Gli gnocchi vanno tuffati in acqua bollente salata, l'acqua deve però solo fremere senza bollire vivacemente pena il disfacimento della fatica e gli gnocchi tirati su quando vengono a galla.

L'unico condimento per me concepibile è il burro nocciola che si ottiene facendo andare il burro a fuoco medio-basso fino a che non acquisisce un bel colore dorato e un gusto più pronunciato.

Dovete ammettere che quella gocciolina fa gola.

Niente parmigiano, non per me.

Con questa non ricetta vorrei partecipare al contest più morbido del web, promosso da Sandra di Un Tocco di Zenzero. Devo confessare che ci ho pensato moltissimo e non volevo mancare, specie dopo l'esperienza del panel test delle fattorie Fiandino per una serie di motivi.
Non vedevo altro modo per proporlo se non il classico pane e burro, in purezza insomma o se non per preparazioni tecniche tipo la pasta sfoglia o la pasta frolla.

Nemmeno le aromatizzazioni mi sembravano capaci di dare al burro il giusto spazio.

Mi spiego: il burro al tartufo di che sa? dai è facile: sa molto di tartufo e poco di burro quasi che quest'ultimo fosse da considerare unicamente un vettore del gusto principale.

Ecco perchè ho scelto uno gnocco dal sapore delicato, salato si ma non aggressivo e che può tranquillamente fare a meno della pioggia di parmigiano ma non può prescindere dalla pioggia di burro.

Insomma più ci pensavo e più non mi veniva niente da proporre e anche questa alla fine è una non ricetta perchè il burro buono merita un morso così senza niente non credete?

Sinceramente il panel test l'ho trovato talmente serio e ben condotto che mi sembrava anche doveroso dare il mio contributo.

Ho avuto modo di assaggiare un prodotto di qualità eccellente cosa difficilmente reperibile in Italia quando si tratta di burro, come non ricambiare nel mio piccolo?

giovedì 19 novembre 2009

Post@ la past@: la tradizione e quel qualcosa in più

Per una volta un titolo serio.

Per un contest di tutto rispetto.

Proposto in tandem da Tzaziki a colazione, blog di recente e felice scoperta e la pasta Garofalo .
Le regole, i premi e le modalità le trovate tutte sul blog qui trovate il quid che mi ha incuriosito stimolato e che mi ha spinto a partecipare.

E' semplice.

Avete una pasta tradizionale? un sugo che fate e rifate dalla notte dei tempi che non appartiene solo a voi, che non avete inventato voi ma che fa parte della tradizione? (ammesso e non concesso che si abbia ben presente cosa sia tradizione).


Ecco: rivisitatelo.
Ora: io detesto la parola rivisitazione, mi sa di parola fighetta arrivata insieme ai piatti sulle nostre tavole e sfortunatamente mai più obliata.
Ma in questo contesto non posso andare troppo per il sottile, nè far partire discussioni filosofiche sull'argomento perchè ho da fare: devo raccontarvi questa tradizione e quel che ne ho fatto.
La pasta con i broccoli arriminati è un classico invernale delle tavole siciliane.
Anzitutto perchè il broccolo è invernale, almeno in sicilia.
Broccolo e non cavolfiore, broccolo verde prato da unica infiorescenza per pianta, rotonda e non appuntita come nel caso del broccolo cimone o natalino.
Ci tengo a precisare perchè ho notato che in giro c'è un bel pò di confusione e gli ingredienti che compongono il piatto sono importanti.
Anche perchè altri broccoli non si trovano in sicilia almeno nella mia parte di sicilia, quasi che il cavolfiore o il cimone siano degli emeriti sconosciuti.

Ho utilizzato il metodo tradizionale della mia famiglia, e per ingredienti e per modalità di cottura.

Chiaro è che in questo paese dove sembra ci siano più campanili che persone balcone che vai vicina che trovi e di conseguenza pasta con i broccoli arriminati.

C'è chi aggiunge e c'è chi toglie o per dirla in modo più siciliano possibile c'è chi leva e c'è chi mette.

Ecco la lista degli ingredienti tradizionali.
-Per 4 persone:

- 300 gr di mafalda lunga
- 1 broccolo medio, circa 700 gr diviso in cimette
- 4 filetti di acciughe sotto sale
- un pezzetto di peperoncino
- un cucchiaino di concentrato di pomodoro
- 1 cipolla media tritata finemente
- 1 spicchio di aglio
- una manciata di uva passa non ammollata
- una manciata di pinoli
- olio extravergine di oliva
- sale e pepe
- uovo di tonno salato grattugiato

la mia aggiunta: uovo di tonno di Favignana


Dividere il broccolo in cimette di dimensioni medie lavarle e lessarle in acqua bollente salata in cui si sarà versato un cucchiaio di olio.

Scolare le cimette ancora croccanti e metterle da parte non buttando l'acqua di cottura della verdura.

Nel frattempo scaldare l'olio e far appassire la cipolla tritata finemente, il pezzetto di peperoncino e lo spicchio di aglio in una padella saltapasta.

Fuori dal fuoco, nell'olio ancora caldo ma non bollente, sciogliere le acciughe in precedenza dissalate (io non le lavo, semplicemente le apro e le asciugo con carta assorbente per togliere l'eccesso di sale) .

Rimettere sul fuoco e versarvi le cimette, un mestolo di acqua di cottura del broccolo e il cucchiaino di concentrato.

Far andare a fuoco medio e nel frattempo lessare la pasta al dente nell'acqua del broccolo che è stata conservata.
Il sugo dovrà essere abbastanza cremoso pur presentando le cimette più grandi ancora integre.
Scolare la pasta ancora al dente e mantecarla in padella con il sugo aggiungendo i pinoli e l'uva passa.
Impiattare e spolverare con uovo di tonno salato grattugiato al momento.
Mi concedo alcune considerazioni.

La prima è che la cottura nell'acqua del broccolo da alla pasta quel tocco in più.

Tra gli ingredienti tradizionali c'è il concentrato di pomodoro questo nel resto d'Italia, in sicilia ci sarebbe 'u strattu fatto in casa di cui ho trovato un esempio e una bellissima foto qui

L'uovo di tonno grattugiato si trova sia in forma naturale ancora insaccato nella sacca delle uova (e questa è la forma tradizionale) sia già grattugiato e venduto in vasetti.
Essendo io trapanese e avendo la fortuna di poter scegliere ho potuto usare quello tradizionale che è più morbido e cade in forma di piccoli trucioli ed è a mio avviso da preferire, ciò non toglie che possiate fare di necessità virtù.

E last but not least per favore non chiamatela bottarga senza nulla togliere a nessuno, questo si chiama uovo di tonno, please.

L'ultima è la considerazione sulla storia del nome Mafalda anche se non so per quale motivo in casa mia da tempo immemore si chiama Jolanda, ma suppongo che sempre nome di regina è.

mercoledì 7 ottobre 2009

fermo macchine obbligatorio e vivere di rendita


Non è facile non agitarsi.
Non è facile essere mamme se si è stanchi, se si ha un'altra sorellina dentro la pancia, se la sera diventa tutto pesante e difficile tra i capricci da stanchezza delle bambine e anche miei.
Non lo è per niente, ci sono momenti in cui tutto sembra esserci contro e questo è uno di quei momenti.
Il risultato? Uno stop forzato, le contrazioni e la terapia.
Uno stop che parla di letto-poltrona-letto e poco altro quando stare in casa per me ha lo stesso effetto che ingabbiare un leone.
Fortunatamente il mio album virtuale su san Flickr mi salva da questa situazione non voluta e mi da lo spunto per impegnare almeno una parte del mio tempo.

Gli spaghetti cacio e pepe fano parte delle non ricette, una cosa di una semplicità disarmante e di una bontà unica a patto di utilizzare soltanto ingredienti di prima qualità.
Ma questa è anche una pasta infotografabile, se n'è accorta anche la bravissima Paoletta che appunto si è lasciata andare ad una riflessione fotografica molto più approfondita della mia oltre che ad una versione di questa pasta molto più scientifica della mia.
Prendendo spunto dalle obiezioni che le sono state sollevate e utilizzando il mio metodo anzichè quello di Antonello Colonna rilanciato per le vie del web da Jajo ho provato anche io a fotografare l'infotografabile tentando goffamente di evidenziare quella sorta di cremina golosa appiccicosetta che ricopre la pasta e che fa tanta gola.
Non so se ci sono riuscita, ho semplicemente provato ma la pasta era strepitosa, non delude mai.
CACIO E PEPE
(4 persone affamate)
- 350 gr di vermicelli (Garofalo o al più Voiello se devo scegliere due marche industriali)
- 240 gr di pecorino romano DOP grattugiato finemente
- pepe nero macinato al momento
lessare la pasta e nel frattempo versare nella zuppiera il formaggio grattugiato.
Salare pochissimo l'acqua di cottura della pasta (altra controversia, io sono a favore del sale) e amalgamare a poco a poco il formaggio con l'acqua di cottura in modo da formare una cremina aiutandosi con una frusta a fili.
Scolare la pasta e ancora leggermente grondante versarla nella ciotola, mescolare e spolverare con abbondante pepe.
Volete vedere la cremina?
Qui in foto di repertorio :D
Riguardo quelle foto e penso: sono cambiata io o potenza della reflex?

martedì 15 settembre 2009

avrei dovuto

Avrei dovuto fare un post siculo o parlare di qualcosa di mio.
Già, avrei dovuto, e invece come spesso accade cambio rotta all'ultimo minuto parlando d'altro.
Di com'è bello avere una sidebar, per esempio, ed usarla nel momento del bisogno.
Un'ancora di salvataggio perfetta.

Si lo so faticate a seguire un discorso così poco chiaro.
La domanda è: che fare se arriva un sms che pressappoco recita così: ho 6 tonnetti freschi me li cucini tu? e da lì a qualche ora i tonnetti arrivano a casa tua?
Si improvvisa, certo.
Oppure si usa la sidebar, si bussa alla porta delle case amiche e si imbastisce un menu.
Niente di che direbbero magari le dirette interessate autrici del menu/sidebar.
Tutto un uhm e un mmmmmm di puro piacere direi io, che alla cena ero presente.
Il menu?
Dritto dritto dalla sidebar con i dovuti e doverosi ringraziamenti alle amiche che hanno pubblicato queste ricette fantastiche.

Il mio unico contributo è stato quello di preparare l'antipasto rigorosamente siciliano con il pane di grano duro e il sesamo, l'uovo di tonno accompagnato dai fichi e la caponata che avete visto tante volte sul mio spazio.




Poi è stata la volta di Loriana alias La mercante di spezie con un sughetto fantastico di tonno zucchine menta e basilico.
Non c'è la foto, ma fate come ho fatto io: leggete la ricetta, immaginate e poi producetevi in questa delicatissima pasta.
Unica variante che mi sono concessa è stata quella di cambiare formato prediligendo gli spaghetti alla chitarra Garofalo per i quali ho una vera e propria passione
A seguire una trilogia
Katia di K-Kitchen che a sua volta riprende una ricetta di Carmelo Chiaramonte con le polpette di palamita in foglia di limone il mio albero di limone ha fatto la sua porca figura e il profumo e la presentazione erano perfetti.


Nostra signora Cavoletto di Bruxelles anche lei con una reinterpretazione del tonno alla palermitana sempre originata da Carmelo Chiaramonte, che ho servito con una dadolata di pomodoro pizzutello per mancanza di tempo.
Rusti-chic saporitissimo con l'idea di andare in crescendo con i sapori.


E ancora Loriana con delle stratosferiche polpette di tonno con sorpresa dal sapore esplosivo.
Devo ammettere che non le ho passate nell'uovo ma soltanto nel pangrattato che ha comunque aderito bene, forse per merito delle mani unte d'olio.



Si lo so cercate il dolce.

Abbiamo terminato con il gelato comprato in gelateria ma se avessi dovuto scegliere rimanendo sul fil rouge del siculo allora avrei scelto le Cuoche dell'altro mondo e la loro cassatina nel bicchiere


Alla fine
GRAZIE

mercoledì 5 agosto 2009

la crema di zucchine più fotografata del mondo








Paoletta è un vulcano, si sa.
Mentre tutti noi boccheggiamo con 40° C all'ombra lei sta lì a fotografare, inventare sperimentare e studiare.
E una ne pensa cento ne fa eccola a coinvolgere la blogosfera in un giochino estivo niente male uno di quei giochi che preferisco dove non si vince niente di materiale il che ti permette di metterti in gioco a cuor leggero.
Quando ho letto gli ingredienti mi sono subito entusiasmata.
Mi è piaciuta la libertà di poter giocare con i sapori mantenendo però il fil rouge dell'idea originale.
Ho avuto delle perplessità.
Profumi mediterranei certo, ma bisogna stare molto attenti a dosarli bene a fare in modo che la dolcezza delle zucchine non sovrasti e appiattisca il tutto e che i profumi si fondano senza perdere la loro identità.
Roba da niente!
Il segreto secondo me rimane la cottura veloce e con fiamma aggressiva delle zucchine e allo stesso tempo l'intiepidire senza cuocere veramente il resto dei profumi e anche la punta di aceto serve a togliere l'eccessiva gentilezza delle zucchine.
Inoltre io per questo genere di piatti preferisco le zucchine romanesche delicate ma allo stesso tempo incisive senza quel retrogusto amarognolo che connota le altre zucchine.
Le zucchine romanesche sono quelle di color verde chiaro vendute con ancora il fiore attaccato ad un'estremità.
Le mie le ho prese all'orto e non erano proprio fotogeniche ma avendo la fortuna di potere rifornirmi di frutta e verdura dal sapore strepitoso in un vero orto non mi faccio problemi sulla loro fotogenicità.
Il sapore è quello che conta, non trovate?


Inoltre questo contest mi da l'occasione di utilizzare uno dei tantissimi regalini ricevuti da Claudia e di ricordare la bellissima giornata trascorsa insieme.






E così eccomi qua, la ricetta di Paoletta non è stata affatto sconvolta o almeno, non più di tanto.
Come formato di pasta ho scelto la mafalda Garofalo, ruvida una delle paste commerciali che preferisco.
Inoltre mi piace molto la sua storia, è stata inventata a Napoli in onore di Mafalda di Savoia a ricordare i ricci dei suoi merletti.
Ecco la mia versione.



MAFALDA ALLA CREMA DI ZUCCHINE FT. PAOLETTA


Per 4 persone

- 320 gr di mafalda lunga
- 5 zucchine romanesche piccole
- 1 piccola cipolla di tropea
- un cucchiaio di aceto di vino bianco
- una manciata (circa 10) pomodorini ciliegino secchi
- 1 spicchio di aglio
- 15 mandorle con la buccia grossolanamente spezzettate e tostate in una padella antiaderente
- mentuccia romana, origano fresco, basilico
- olio extravergine di oliva
- un pezzetto di peperoncino
- una spolverata di pecorino romano grattugiato

Per la crema.
Saltare velocemente le zucchine tagliate a dadini con la cipolla tritata e l'olio sfumare con l'aceto e lasciare evaporare del tutto.
Passare al mixer e ridurre il tutto in una crema non troppo liscia.
Nel frattempo mixare i pomodorini l'aglio e un pò di olio fino ad avere una salsa grossolana.
Mettere le due preparazioni in padella e saltare il tutto insieme alla pasta già lessata al dente.
Mantecare con il pecorino grattugiato e con le erbe aromatiche tritate.
Servire dopo aver cosparso il piatto con le mandorle tostate

Edito (accidenti alla mia distrazione)
Questa crema è perfetta in accompagnamento a pane tostato per un fresco aperitivo estivo.

venerdì 27 marzo 2009

March DB: Wake up! it's lasagne time!







The March 2009 challenge is hosted by Mary of Beans and Caviar, Melinda of Melbourne Larder and Enza of Io Da Grande. They have chosen Lasagne of Emilia-Romagna from The Splendid Table by Lynne Rossetto Kasper as the challenge.

All recipes below from The Splendid Table: Recipes from Emilia-Romagna, the Heartland of Northern Italian Food by Lynne Rossetto Kasper (published by William Morrow and Company Inc., 1992).
Lasagne of Emilia-Romagna (Lasagne Verdi al Forno)
(Serves 8 to 10 as a first course, 6 to 8 as a main dish)
Preparation Time: 15 minutes to assemble and 40 minutes cooking time
10 quarts (9 litres) salted water
1 recipe Spinach Pasta cut for lasagna (recipe follows) #1
1 recipe Bechamel Sauce (recipe follows)#21 recipe Country Style Ragu (recipe follows) #3
1 cup (4 ounces/125g) freshly grated Parmigiano-Reggiano

Method Working Ahead: The ragu and the béchamel sauce can be made up to three days ahead. The ragu can also be frozen for up to one month.

The pasta can be rolled out, cut and dried up to 24 hours before cooking.
The assembled lasagne can wait at room temperature (20 degrees Celsius/68 degrees Fahrenheit) about 1 hour before baking. Do not refrigerate it before baking, as the topping of béchamel and cheese will overcook by the time the center is hot.

Assembling the Ingredients:
Have all the sauces, rewarmed gently over a medium heat, and the pasta at hand.
Have a large perforated skimmer and a large bowl of cold water next to the stove.
Spread a double thickness of paper towels over a large counter space.
Preheat the oven to 350 degrees Fahrenheit (180 degrees Celsius).
Oil or butter a 3 quart (approx 3 litre) shallow baking dish.

Cooking the Pasta:
Bring the salted water to a boil.
Drop about four pieces of pasta in the water at a time.
Cook about 2 minutes.
If you are using dried pasta, cook about 4 minutes, taste, and cook longer if necessary.
The pasta will continue cooking during baking, so make sure it is only barely tender.
Lift the lasagne from the water with a skimmer, drain, and then slip into the bowl of cold water to stop cooking.
When cool, lift out and dry on the paper towels.
Repeat until all the pasta is cooked.

Assembling the Lasagne:
Spread a thin layer of béchamel over the bottom of the baking dish.
Arrange a layer of about four overlapping sheets of pasta over the béchamel.
Spread a thin layer of béchamel (about 3 or 4 spoonfuls) over the pasta, and then an equally thin layer of the ragu.
Sprinkle with about 1&1/2 tablespoons of the béchamel and about 1/3 cup of the cheese.
Repeat the layers until all ingredients are used, finishing with béchamel sauce and topping with a generous dusting of cheese.

Baking and Serving the Lasagne:
Cover the baking dish lightly with foil, taking care not to let it touch the top of the lasagne.
Bake 40 minutes, or until almost heated through. Remove the foil and bake another 10 minutes, or until hot in the center (test by inserting a knife – if it comes out very warm, the dish is ready). Take care not to brown the cheese topping. It should be melted, creamy looking and barely tinged with a little gold.
Turn off the oven, leave the door ajar and let the lasagne rest for about 10 minutes.
Then serve. This is not a solid lasagne, but a moist one that slips a bit when it is cut and served.

#1 Spinach Egg Pasta (Pasta Verde)
Preparation: 45 minutes

Makes enough for 6 to 8 first course servings or 4 to 6 main course servings, equivalent to 1 pound (450g) dried boxed pasta.
2 jumbo eggs (2 ounces/60g or more)
10 ounces (300g) fresh spinach, rinsed dry, and finely chopped;
or 6 ounces (170g) frozen chopped spinach, defrosted and squeezed dry
3 1/2 cups (14 ounces/400g) all purpose unbleached (plain) flour (organic stone ground preferred)

Working by Hand:
Equipment
A roomy work surface, 24 to 30 inches deep by 30 to 36 inches (60cm to 77cm deep by 60cm to 92cm). Any smooth surface will do, but marble cools dough slightly, making it less flexible than desired.
A pastry scraper and a small wooden spoon for blending the dough.
A wooden dowel-style rolling pin.
In Italy, pasta makers use one about 35 inches long and 2 inches thick (89cm long and 5cm thick).
The shorter American-style pin with handles at either end can be used, but the longer it is, the easier it is to roll the pasta.

Note: although it is not traditional, Enza has successfully made pasta with a marble rolling pin, and this can be substituted for the wooden pin, if you have one.

Plastic wrap to wrap the resting dough and to cover rolled-out pasta waiting to be filled. It protects the pasta from drying out too quickly.
A sharp chef’s knife for cutting pasta sheets.
Cloth-covered chair backs, broom handles, or specially designed pasta racks found in cookware shops for draping the pasta.

Mixing the dough:
Mound the flour in the center of your work surface and make a well in the middle.
Add the eggs and spinach.
Use a wooden spoon to beat together the eggs and spinach.
Then gradually start incorporating shallow scrapings of flour from the sides of the well into the liquid.
As you work more and more flour into the liquid, the well’s sides may collapse.
Use a pastry scraper to keep the liquids from running off and to incorporate the last bits of flour into the dough. Don’t worry if it looks like a hopelessly rough and messy lump.
Kneading:
With the aid of the scraper to scoop up unruly pieces, start kneading the dough.
Once it becomes a cohesive mass, use the scraper to remove any bits of hard flour on the work surface – these will make the dough lumpy.
Knead the dough for about 3 minutes. Its consistency should be elastic and a little sticky.
If it is too sticky to move easily, knead in a few more tablespoons of flour.
Continue kneading about 10 minutes, or until the dough has become satiny, smooth, and very elastic.
It will feel alive under your hands.
Do not shortcut this step.
Wrap the dough in plastic wrap, and let it relax at room temperature 30 minutes to 3 hours.
Stretching and Thinning:
If using an extra-long rolling pin work with half the dough at a time. With a regular-length rolling pin, roll out a quarter of the dough at a time and keep the rest of the dough wrapped.
Lightly sprinkle a large work surface with flour.
The idea is to stretch the dough rather than press down and push it.
Shape it into a ball and begin rolling out to form a circle, frequently turning the disc of dough a quarter turn.
As it thins outs, start rolling the disc back on the pin a quarter of the way toward the center and stretching it gently sideways by running the palms of your hands over the rolled-up dough from the center of the pin outward.
Unroll, turn the disc a quarter turn, and repeat. Do twice more.
Stretch and even out the center of the disc by rolling the dough a quarter of the way back on the pin.
Then gently push the rolling pin away from you with one hand while holding the sheet in place on the work surface with the other hand. Repeat three more times, turning the dough a quarter turn each time.
Repeat the two processes as the disc becomes larger and thinner.
The goal is a sheet of even thickness.
For lasagne, the sheet should be so thin that you can clearly see your hand through it and see colours.
Cut into rectangles about 4 by 8 inches (10 x 20 cm).
Note:
Enza says that transparency is a crucial element of lasagne pasta and the dough should be rolled as thinly as possible. She says this is why her housekeeper has such strong arms!
Dry the pasta at room temperature and store in a sealed container or bag.
#2 Bechamel
Preparation Time: 15 minutes
4 tablespoons (2 ounces/60g) unsalted butter
4 tablespoons (2 ounces/60g) all purpose unbleached (plain) flour, organic stone ground preferred
2 2/3 cups (approx 570ml) milk
Salt and freshly ground pepper to taste
Freshly grated nutmeg to taste

Using a medium-sized saucepan, melt the butter over low to medium heat.
Sift over the flour, whisk until smooth, and then stir (without stopping) for about 3 minutes. Whisk in the milk a little at a time and keep the mixture smooth.
ring to a slow simmer, and stir 3 to 4 minutes, or until the sauce thickens.
Cook, stirring, for about 5 minutes, until the sauce thickens. Season with salt, pepper, and a hint of nutmeg.

#3 Country Style Ragu’ (Ragu alla Contadina)
Preparation Time: Ingredient Preparation Time 30 minutes and Cooking time 2 hours

Makes enough sauce for 1 recipe fresh pasta or 1 pound/450g dried pasta)

3 tablespoons extra virgin olive oil (45 mL)
2 ounces/60g pancetta, finely chopped
1 medium onion, minced
1 medium stalk celery with leaves, minced
1 small carrot, minced
4 ounces/125g boneless veal shoulder or round
4 ounces/125g pork loin, trimmed of fat, or
4 ounces/125g mild Italian sausage (made without fennel)
8 ounces/250g beef skirt steak, hanging tender, or boneless chuck blade or chuck center cut (in order of preference)
1 ounce/30g thinly sliced Prosciutto di Parma
2/3 cup (5 ounces/160ml) dry red wine
1 1/2 cups (12 ounces/375ml) chicken or beef stock (homemade if possible)
2 cups (16 ounces/500ml) milk
3 canned plum tomatoes, drained
Salt and freshly ground black pepper to taste

Working Ahead:The ragu can be made 3 days ahead. Cover and refrigerate. It also freezes well for up to 1 month. Skim the fat from the ragu’ before using it.
Browning the Ragu Base:Heat the olive oil in a 12 inch (30cm) skillet (frying pan) over medium-high heat.
Have a large saucepan handy to use once browning is complete. Add the pancetta and minced vegetables and sauté, stirring frequently with a wooden spoon, 10 minutes, or until the onions barely begin to color. Coarsely grind all the meats together, including the prosciutto, in a food processor or meat grinder. Stir into the pan and slowly brown over medium heat.

First the meats will give off a liquid and turn dull grey but, as the liquid evaporates, browning will begin.
Stir often, scooping under the meats with the wooden spatula. Protect the brown glaze forming on the bottom of the pan by turning the heat down. Cook 15 minutes, or until the meats are a deep brown.
Turn the contents of the skillet into a strainer and shake out the fat. Turn them into the saucepan and set over medium heat.
Reducing and Simmering: Add the wine to the skillet, lowering the heat so the sauce bubbles quietly. Stir occasionally until the wine has reduced by half, about 3 minutes. Scrape up the brown glaze as the wine bubbles. Then pour the reduced wine into the saucepan and set the skillet aside.
Stir ½ cup stock into the saucepan and let it bubble slowly, 10 minutes, or until totally evaporated.

Repeat with another ½ cup stock. Stir in the last 1/2 cup stock along with the milk. Adjust heat so the liquid bubbles very slowly. Partially cover the pot, and cook 1 hour. Stir frequently to check for sticking.
Add the tomatoes, crushing them as they go into the pot. Cook uncovered, at a very slow bubble for another 45 minutes, or until the sauce resembles a thick, meaty stew. Season with salt and pepper.

Alternative Recipes from Mary of Beans and Caviar
#1 Gluten Free Egg Pasta
The choice of the first flour is personal. I used corn flour because the subtle taste blended well with the dish. However, this is a matter of personal taste – please feel free to substitute a different flour for the corn flour but don't subsititute a starch.

150 gr corn flour or masa in North America - yellow with a slightly gritty feel (250 mL, 1 cup) NOT a starch 100 gr corn starch* (3/4 cup, 187.5 mL)
100 gr tapioca flour* (225 mL, 9/10 cup or a little over 7 volume ounces)
150 gr of potato starch* (250 mL, 1 cup)
100 gr of glutinous rice flour* (200 mL, ¾ cup)
10 gr of Xanthan powder (1.5 tsp, 7.5 mL)10 gr of salt (1 tsp, 5 mL)
6 extra large eggs (60 gr each or 2.5 oz in weight, 1 fluid oz in volume)
3/8 cup of water (95 mL)
50 mL of extra virgin olive oil (1/5 cup)

Note: If you add cooked chopped spinach to this recipe, you may have to reduce the water.

The recipe was not tested (yet) with the addition of spinach.
*fine white powder that squeaks when rubbed between fingers
Plastic wrap or parchment paper for your work surfaceAluminium foil to cover the lasagne
Sift all the dry ingredients together in a large bowl. Make a well in the middle of the dry ingredients.
Whisk together 3 eggs, the water and/or spinach, and the oil.
Pour into the middle of the dry ingredients.
Mix with a sturdy wooden spoon, gradually drawing more of the flour mix into the wet ingredients. Add each egg as needed.
The dough will be crumbly at the beginning but will gradually come together as you add the eggs. You will need to use your hands to squeeze and mix the dough.
The dough will be firm and stick together when ready. It will not have the elasticity of gluten dough therefore it will crack when kneaded and pushed. Form it into a smooth ball, oil it lightly, and cover securely with plastic wrap. Let it rest for an hour.
Put a sheet of plastic wrap on your work surface.
This is very important as the dough will not hold together very well when lifted. Have flour ready for dusting (corn flour etc) and dust the surface lightly.
Cut a piece of dough about the size of really large egg – it doesn’t matter the size but start small for the first one to gauge how much space you need. Keep the remaining dough covered so it does not dry.
Roll the dough into a ball and flatten into a disc with your hands.
Put it on your work surface and flatten with your hands.
Use a rolling pin and gently push the dough down and out ward from the centre. You may have to place one hand on the plastic wrap as you push the dough down and away.
Gluten free dough does not stretch like wheat dough therefore it needs gentle flattening and pushing. If it breaks, pat it back together. If it is too dry, dab a little water with your finger.
The gluten free dough will be thicker than wheat dough and you will barely be able to see your hand through the dough.
Once it is flattened, cut into strips or squares that will fit your pan.
Set the dough aside on the plastic sheet.

There is no need to dry the dough. But if you do dry the dough, it will not be able to hang because it will break. Stack the rolled out dough with plastic sheets in between.
Stack the sheets when dry and wrap securely.
Store in the fridge until ready to use.
Freezing will make the dough crumbly and difficult to work with – so freeze only as a last resort!
This dough does not need to be precooked before being assembled into the lasagne.

#2 Gluten Free Béchamel - White Sauce
2 & 2/3 cup milk
4 tablespoons unsalted butter or Extra virgin olive oil
4 tablespoons corn starch (fine white and squeaky) – another starch can be substituted
Salt and pepper to taste
Freshly grated nutmeg

Mix the corn starch with ½ cup of cold milk.
Heat the rest of the milk in a small sauce pan until steaming but do not boil.
Add the milk/cornstarch mixture to the steaming milk.
Stirring constantly, raise the heat and heat the mixture until thick. Once it is thick, remove it from the heat and add the butter, salt, pepper and nutmeg.
Taste and adjust the seasonings. Have the béchamel warm or at room temperature ready to assemble the lasagne. Whisk the sauce occasionally if it becomes stiff or thick.

Assembling the Gluten Free Lasagne
The assembly is the same as the regular lasagne with the addition of water. Gluten free lasagne noodles need a little more moisture for the lasagne, so you will be adding a little bit of water to the lasagne.

Before assembly, pour plain water into the pan, enough to form a thin film of water over the bottom. A 9 x 13 inch or 25 x 33 cm pan required almost ½ cup (125 mL) of water. Once the lasagne is assembled, pour a tablespoon or 15 mL of water into each corner of the dish. Cover the lasagne tightly with aluminium foil. Be careful not to touch the top of the lasagne with the foil. Bake as directed.
This lasagne was baked in a glass baking dish. Adjustments in time and temperature may be needed if your dish is metal!


And know are you ready for my sentimental and traditional two cents?

When Mary of Beans and Caviar emailed me and explained her crazy idea, I didn't know so much on her.
Only a canadian woman, anything else? No, anything else.
But I was so attracted from this lady and her brilliant email.

And two times glad to welcome Melinda of Melbourne larder and her last daughter, born under the DB sign!
We had work hard and laugh and feel toghether althought the huge distance.
As I said to my DB mates, I'll waiting for you all in Italy, in Rome, in Sicily wherever you want.

I love you both,
Enza
OK those were sentimental ones and now let's make show!
As Italian it was so difficult assess what to do or not in this challenge.
One of the most stressed point from all of us was that
LASAGNE AREN'T A BOX IN WHICH PUT EVERYTHING!
AND WE RECCOMENDED BE LIGHT LIGHT LIGHT WITH SAUCE AND TOPPING
The others...Doing dough, of course...like I've made by hand like an Italian raszdora.
This is a term used for housekeeper of Emilia Romagna but there's much more in this there's a mother, a wife, a splendid female cook, the real institution for the family.
So I've tried to emulated this splendid example and although I haven't arms strong enough I've started (and I didn't forget that I have a mother\raszdora).
And for this shots I have two tips.

1. if your dough is hard to knead, add some olive oil (like my mother said me)
or 3 tbs can be enogh

2. when the dough is really ready? when pressed with a fingertip it turns back quickly

3. When you're tired and you have a fantastic noodle machine like me, please use it!!
(one of the most appreciated wedding gift I had)



Lasagne above were traditional as explained in the recipe.
But this is my once in my life challenge and this is an italian one.
So go ahead, Enza.
Here in Italy springtime is entering, slowly but is almost in.
And spring is artichokes is asparagus is freshness and herbs, do you agree?
So as follows I made an asparagus lasagna simply chopping finely like a vegetables ragout some asparagi and quickly sirred in extra virgin olive oil and out of the flame sprinckled with some ciboulette and fresh herbs directly from my roof garden.
Mix bechamel and asparagus ragout, season with salt and pepper and using parmesan


And now a traditional lasagna dish coming from Liguria, one of the region I adore.
As many of us knows, Liguria is the motherland of Pesto.
Basil, garlic, olive oil, pinewoods and parmesan and sardinia's pecorino.

Nooo, pesto is much more.
If you'd like to taste the real pesto you MUST come in Italy, being hosted from a ligurian family and then you can say "I know what pesto is!".
Because the pesto requires only basilico from Pra, local pinewoods and the world-beating extravirgin olive oil from taggiasche olives and all ingredients must be beat in a marble vase so called "mortaio".
And, often pasta will be cooked toghether with some potatoes and green beans finely chopped as shown.
But, unfortunately, I'm not from Liguria and I hadn't enough time to use my mortaio...so apologize me, I've used the mixer and here is my tip.

1. Put mixer's blade in the freezer before make pesto.
in this way basil leaves won't turn into a dark colour.

In this case I didn't use parmesan cheese but another Italian cheese (as people from liguria knows) called "crescenza" a soft, creamy and fresh cheese very smooth and delicate in taste.



And as final challenge something really new for me althought in the centre of my country there's this strange habit to taste a sort of sweet pasta noodles seasoned with sugar, cocoa, nuts, pecan and rhum.

In this case I thought about the consistency and use a round pasta to assemble my sweet lasagna.

I've deep pan fried some of these pasta circles and use the other one not fried to assemble a lasagna ready for the oven.

I've made at the same time a sweet bechamel sauce using the same dose of the savoury one, adding to the hot milk some sugar (about 3 tbs in 350 ml) and melting tabout 70 gr of dark chocolate.
My pasta for sweet lasagna was boiled in a sugar\water\lemon zests solution instead of the salted water.

I've divided the sauce into two parts, in one of this parts I added an egg and wisk quickly, anything in the other one

So I've assembled the fried pasta circle spreading some simple chocolate bechamel (part without egg) and then sprinkle some candied ginger completing the surface spreading some almonds.



For the other one (part with the egg) I've assembled in a ring-a-tarte pasta, chocolate bechamel, almonds finishing with some withe sweet bechamel and almonds.