mercoledì 31 dicembre 2008

profumo di buono, di classico, di speciale




Esiste sempre una prima volta nella vita, questo si sa.

E questa è l'occasione giusta per raccontare la mia prima volta alle prese con un pennuto blasonato e un'arancia.
Che preparare quando hai ospite un'amica che di cucina ci capisce e neanche poco?
Il minimo è misurarti con qualcosa di sconosciuto, classico e mai provato prima.
Il minimo è correre al supermercato di domenica e comprare l'anatra....tornare a casa e googolare.

Era meglio camminare saltellando sulle mani lo so, però intanto l'anatra stava lì a fissarmi ve l'immaginate una che saltella sulle mani con un'anatra stecchita che la guarda? Dai siamo seri.

E così armata di pazienza e di google digito "anatra arancia".
Provateci, ma vi dico che troverete circa cinquantamila risultati e, inevitabilmente, il primo non è mai quello attraente o che fa per voi.
E allora correggo il tiro "anatra all'arancia blog" e lì i primi risultati mi mettono in crisi.

I blog sono quello di giallo zafferano e la cucina di calycanthus .
Mi piacciono entrambi.

Ovviamente ce n'è anche una versione blasonata nell'archivio di prezzemolo e finocchio, versione di Anthony Bourdain ma ormai ho la testa altrove.

E qui parte la riflessione.
Su giallo zafferano si sostiene la tesi che l'origine di questo patto sia toscana, il che non mi stupisce visto che con Caterina de' Medici gran parte del bagaglio cultural-gastronomico toscano ha preso la via francigena ed è arrivato a Parigi.
Interessante no?

Il secondo spunto riflessivo va a Calycanthus
Non ho capito bene ma per un fortunato caso è stata fatta una doppia cottura, prima in forno ad arrostire intera e oi in pezzi in tegame.
Alla fine, ho scelto di seguire i calycanthus con le dovute deviazioni dallo schema della ricetta come da copione.

Ovviamente la ricetta la trovate nel link.

Qui dirò soltanto delle poche modifiche che ho fatto io.

Semplicemente non ho tagliato in pezzi l'anatra e non ho utilizzato il metodo della doppia cottura.
In effetti io ho una pentola da fuoco-forno dotata di pesante coperchio di terracotta e così ho trasferito l'anatra, il suo sugo e il resto degli ingredienti in questa pentola, ho incoperchiato e messo in forno.
Ho imparato che se aggiungi il caramello a qualche altro liquido (fosse anche il fondo di cottura dell'anatra) devi e dico DEVI far in modo che il liquido "accettante" sia bollente pena l'immediata cristallizzazione del caramello.
Però non mi sono persa d'animo, ho pensato riportando alla giusta temperatura si sarebbe sciolto e così è stato.

Inoltre non ho sbollentato le scorzette, le ho aggiunte prelevandole direttamente al momento con un rigalimoni.

Al termine della cottura ho fatto ridurre il fondo di cottura, tenendo l'anatra al caldo, e vi ho mescolato anche un pacchetto di castagne al naturale precotte ricordandomi l'utilizzo nel salato che ne avevano fatto cuochi di carta il 5 novembre 2008 (lo dico perchè non riesco a mettere il link preciso). Ne siamo rimasti tutti entusiasti, amica compresa specie per le castagne.

Non so se diventerà la mia ricetta d'elezione, in fondo non ho ancora provato le altre ma sicuramente è da raccomandare caldamente.
Ah la fotografia (bellissima e bloggara) ce l'ha la mia amica...:)))
E me l'ha mandata.....

martedì 23 dicembre 2008

bambini e una lettera


Si torna ad essere bambini quando si ricevono dei regali.
Si è bambini quando si scartano, quando si accendono gli occhi di meraviglia, quando si grida di gioia (a bassa voce, che i bambini veri stanno dormendo).
Si è bambini quando si immaginano due ragazzine (rispetto alla mia età) incartare, pensare, comporre.
Ecco che succede.
E succede grazie a Marica di Mucca sbronza, grazie ai tantissimi me compresa che hanno aderito all'iniziativa, grazie al Natale e grazie a Martina ed Alessandra.
Ovviamente i biscotti e i cioccolatini hanno preso il volo e il resto dei pacchi è stato scartato a bocca piena.
Mio marito, di solito scettico blu, ha bofonchiato spargendo briciole: "queste ragazze ci sanno fare!" un vero complimento e ci sanno fare si!
Per quanto riguarda quelli che mi hanno invitato a scrivere la lettera a Babbo Natale rispondo con la lettera che Livia ha dettato alla maestra della scuola materna.
"Caro Babbo Natale,
io ti voglio bene e per questo Natale vorrei ricevere le bolle di sapone e la tavoletta con le piume bianche.
Ti mando un abbraccio forte forte"
Livia
Si lo so, non sono i miei pensieri.
Io ormai con il tempo e l'esperienza ho imparato a non farmi coinvolgere più di tanto da quel che mi succede intorno.
Io ho imparato che il Natale è una festa da bambini.
Lo so che non è bello, però ogni anno spero sempre che duri il meno possibile quasi come il carnevale o Capodanno.
Con questa lettera ho imparato la semplicità, forse l'insegnamento più vero del Natale e che si può essere sereni anche a Natale, non mi sembra poco.
Qualcuno di voi saprebbe dirmi però dove posso trovare la tavoletta con le piume bianche? :)

domenica 21 dicembre 2008

Nevica affetto


Ieri pomeriggio.
Una bella nevicata dolce, calda e allegra.
Un tavolo pieno di confettini, zucchero colorato, glassa ovunque sui pantaloni, sui capelli, sulle mani a cementare amicizie.
Tetti crollati per il troppo peso, per le manine pesanti, per le nostre risate.
Profumo di zenzero, trucchi per bambini e spade di legno.
Insomma tutto quello che occorre per rendere il Natale speciale.
Erano mesi che aspettavamo questo momento, Natalia ed io.
Buon Natale.

martedì 9 dicembre 2008

last call for chicago


Ecco tutto il mio materiale fotografico su Chicago!
Purtroppo essendo praticamente sola, era impossibile portarsi dietro la reflex.
Troppo ingombrante.

Non ho molto da dire...in questi posti mi trasformo nel vampiro della radiologia mordendo i colli di tutti i radiologi più famosi del mondo...fossero anche arzilli vecchietti ormai ottantenni.

Mi rimangono le impressioni di una città relativamente piccola, se non si vuole includere lo sconfinato (e generalmente povero) suburbio, in cui tutto è esageratamente grande e smisurato.

Ecco, la prima impressione sorvolando Chicago è quella di una città smisurata...smisurati i grattacieli con il John Hancock Observatory fino a pochi anni fa il grattacielo più alto del mondo, con una skyline incredibile, smisurata l'estensione del suburbs.

La prima sensazione è quella di sentirsi formica in un formicaio.
Ma ci si abitua presto.

Chicago, o almeno la city, è molto elegante.
Alberghi enormi e curatissimi, tutte le grandi catene extralusso, con atri giganteschi dove poter prendere l'aperitivo stando seduti in installazioni high-tech o d'antan.
Mai vista a Roma una cosa simile ma sarà la mia scarsissima esperienza in materia.

La cosa che più mi ha impressionato è la pulizia.
Niente cicche o cartacce per terra, maniacalmente raccolte da centinaia di persone che armate di scopa e paletta sembrano seguirti ovunque.
Sono attentissimi alla raccolta differenziata e ovunque si vada ci tengono a farti sapere che tutto è ecologic friendly.
Al congresso c'erano degli inservienti che con una pallina da tennis montata su un'asta toglievano le righe lasciate dalle suole di gomma sul pavimento lucidato a specchio.

E maniacali devono esserlo davvero se uno dei gadget più gettonati alla mostra tecnica è stato uno spray antibatterico per le mani che prometteva il miracolo di ammazzare il 99.99% dei germi che si annidano sulle nostre estremità prensili, gli americani non devono averle proprio ascoltate tutte le storie sulla resistenza agli antibattericie sull'uso sconsiderato dei disinfettanti!
Inoltre nutrono una forma di venerazione per le unghie curate, per i denti perfettamente bianchi e per la salute in generale.

Da medico mi ha impressionato il loro rapporto con le medicine, e diciamolo anche un pò spaventato...Hanno rimedi per tutto.
Hai mal di testa? raffreddore? influenza? febbre da fieno? calli dolenti? sei impotente? ti sei svegliato con la luna di traverso? Don't worry basta andare in un qualsiasi supermercato, o meglio ancora da wallgreens catena di empori dove si trova di tutto e lì troverai la pillola che fa per te.
Ti piacciono le pillole rosa? quelle verdi alla matrix? la black? è tutto a portata di mano.
Il messaggio che lanciano, nemmeno tanto subliminale, è che ti puoi impasticcare con la qualsiasi...un popolo di impasticcomani che comprano le medicine come fossero caramelle.
Una cosa che mi atterrisce, francamente.

Ma Chicago è anche sinonimo di blues, ovunque...per strada così come nel tempio consacrato della musica blues come l'house of blues.

E' anche la città più fredda d'America e anche una delle più ventose, windy Chicago, temperature sotto lo zero costantemente e nonostante tutto ci trovi gente vestita in tutti i modi possibili e immaginabili, tanto da farmi sorridere vedendo le gambe bluastre di temerarie fanciulle sandalomunite e tanto da farmi sorridere con la mia reporter ex-bostoniana con le sue cronache altamente digeribili a ricordarmi che, yes they can.

In effetti non è passato giorno o minuto che le sue cronache altamente digeribili non mi siano tornate in mente, è stato tutto un confermare i suoi post.
Compresi quei deliziosi stencil da cupcake di cui ho fatto scorta da Crate and Barrell in uno dei negozi per la casa più belli che io abbia mai visto e che mi hanno fatto rimpiangere la chiusura di Croff.
Ovvaimente ho anche apprezzato posti come Williams and Sonoma o Sur la Table, mai sia che mi possa far sfuggire l'occasione per comprare l'ennesimo tafanario natalizio.

E' stato divertente parlare con loro, cercare di capire i loro gusti e cercare di capire come la pensano.
Già..peccato che la sfida vera sia stata quella di trovare gli americani in mezzo ad una popolazione multietnica.
Però qualcuno l'ho trovato.
Un collaboratore di Obama ad esempio, che mi ha chiesto come vedevamo noi Obama in Europa e in Italia dandomi l'impressione che l'entusiasmo vero sia più europeo che americano.
Yes you can, we can't we have Berlusconi.
E alla battuta ha sconsolatamente allargato le braccia.
E' stato bello però finire la conversazione con un bel "salutami a Obama" con strascicatissma inflessione napoletana e con tanto di traduzione!
No, non era un salutami a soreta, davvero.

Poi ho parlato con un tassista bulgaro, trasferitosi dall'Italia a Chicago al seguito della moglie che al mio sondaggio su Obama ha risposto in perfetto romano: "ma che mme frega!"

Ecco i tassisti, un'altra di quelle cose incredibili.
Niente traffico nella city solo taxi, autobus e pochissime macchine private.
Tassisti ovunque, perfino all'uscita di tutti ristoranti, tassisti da fermare per la strada semplicemente alzando una mano (come Carrie di Sex and the City) e che per 6 dollari al massimo di scorrazzano da una parte all'atra della città.

Provate a fare lo stesso a Roma, come minimo vi dovete portare il sacco a pelo, spendere tutta la scheda del ricaricabile per poter parlare con l'operatore del radio taxi e se proprio vi dice bene accendere un mutuo per pagare il conto.

Parliamo di cibo? E parliamone pure!
Gli americani, o comunque la gente che vive in america non può far a meno di coprire tutto quello che mangia con le salse, fosse anche un pezzo di polistirolo.
Salse di tutti i generi, di tutti i tipi.
Dressing per qualsiasi cosa.
E generalmente grassi.
Ho mangiato un cespo di iceberg ricoperto di salsa al blue cheese.
Gli spinaci nelle loro mani diventano creamy spinach, spinaci appannati, nel senso di mescolati a quantità di panna che ad ogni boccone s'attappa una coronaria e tanti saluti.

E carne, tanta carne, quanta ne posso mangiare in 3 mesi.
Carne ovunque, NY steak very juicy e very mattone che dopo la terza volta consecutiva ti metti a muggire come una mucca.
Alla domanda: ma voi che mangiate? la prima risposta è: steak, of course!

Un posto very american sembra essere la cheesecake factory catena di fast-food con annesso bancone di monumentali cheese cake e di torte triplo strato di buttercream.
Altro che la luisona!
Cemento a presa rapida.
Abbiamo avuto la malaugurata idea di prendere una chocolate cake e ci è arrivato un quarto di torta ricoperta proprio da buttercream al cioccolato che ci voleva la fiamma ossidrica per riusciere a scalfirla! Sembrava di gomma ma quanto di più esteticamente perfetto si possa immaginare, peccato che per tagliarla devono aver usato il seghetto circolare!

Starbucks impera, ad ogni angolo.
Ne ha parlato ampiamente Serena di ritorno dal suo viaggio di nozze.
E a lei vi rimando, l'unica cosa che so è che io non sono riuscita a mangiare i loro chocolate espresso brownie, nè a bere il loro caffè

Impressioni insomma di un posto che probabilmente rivedrò tra tre anni, goodbye Chicago.

venerdì 28 novembre 2008

qualcuno volò

eccomi.
giusto il tempo di salutarvi tutti.
Domani mattina prenderò l'aereo e volerò a Chicago, per lavoro.

Purtroppo in questi giorni ho dovuto lasciar perdere praticamente tutto, il blog, gli swap, le raccolte...

E parto praticamente spompata.

Ciao.

giovedì 20 novembre 2008

e a seguire



E' sempre per l'iniziativa di Bicece di cui avevo già scritto al post precedente.

Cioccolatini, chi non li apprezza?


Così, invitati ad una cena e non sapendo cosa portare, ho prodotto un pò di cioccolatini.

Cose semplici e non pretenziose che sulle pagine di questo blog avevo già postato in passato qui ma anche per la raccolta di Natale di FrancescaV.


Ho fuso e temperato il cioccolato con il solito vecchio metodo della mia amica federica che trovate qui e preparato dei semplicissimi ripieni.


Un ripieno al cocco fatto semplicemente aggiungendo al cocco grattugiato essiccato tanto latte condensato quanto ne bastava ad ottenere una crema consistente, uno alla menta preparando una glassa alla menta con zucchero a velo, un pò di albume e qualche goccia di olio essenziale di menta (lo trovate in erboristeria, ma fate attenzione a chiedere quello per consumo alimentare).

Avrei voluto fare delle piastrine di menta ricoperte di cioccolato, tipo after eight, ma non so perchè la glassa non era d'accordo così l'ho appallottolata e ne ho ricavato dei simpatici bon bon.


Il cioccolato fuso avanzato l'ho mescolato ad altrettanti corn flakes e filetti di mandorle tostati leggermente in una padellina e messi ad asciugare a cucchiaiate su un fogli di carta da forno.


Questa volta anzichè utilizzare gli stampi rigidi in acetato ho preferito quelli di silicone, risultati sicuramente migliori anche perchè dovete sempre tenere in conto che qualche cioccolatino potrebbe rompersi e comunque lo scarto è davvero poco.

E anche dei piccoli tartufi, rotolati nel cacao, tartufi fatti semplicemente di ganache al cioccolato fondente e al cioccolato bianco (in quest'utima ho versato il contenuto di una bustina di caffè liofilizzato dandogli un bell'effetto maculato).

Devo dire che la ganache al cioccolato bianco mi frega sempre, questione di proporzioni credo.
In ogni caso ho usato la proporzione 2:1 ovvero 200 gr di cioccolato bianco per 100 ml di panna liquida bollente e anche così li ho dovuti mettere in freezer a solidificare.


Insomma cose semplice ma che sistemate in una scatola di cartone carina, su una bella carta velina e frammisti agli zuccherini hanno fatto una bella figura.

La scatola poi l'ho legata con un nastro verde.


Per il packaging e considerando una scatola che ne contenesse abbastanza (eravamo in 8) tra nastro, scatola stessa e carta velina ho speso circa 5 euro che associate al costo delle materie prime (400 gr di cioccolato fondente al 60%, 100 gr di cioccolato bianco, un tubo di latte condensato , un pò di cocco grattugiato e la glassa) fanno circa 15 euro.


Con i prezzi correnti comprare gli stessi cioccolatini in cioccolateria sarebbe costato circa 25 euro.


Ne parlo perchè se è vero che la cucina è una passione, a volte è costosa e non sempre vale la pena affrontare costi elevati.

Inoltre, secondo me, si parla troppo poco spesso dei costi legati alla cucina.


E poi perchè mi sono resa conto che il cioccolato è tra gli ingredienti più costosi specie se si utilizza un cioccolato blasonato tipo Valrhona e simili.


Leggevo (non ricordo dove, ovviamente) che alle mostre i cioccolatini raggiungono prezzi folli, si parla anche di 50-70 euro al chilo.
Francamente lo trovo esagerato.
Così il prodotto, eccellente per carità, diventa inaccessibile ai più e non lo ritengo giusto.


Ricordo che in centro a Roma in una cioccolateria abbiamo pagato 1 euro a cioccolatino, cioccolatini normalissimi ripieni di ganache al pepe (scappato...nel senso che nemmeno si sentiva), suvvia siamo seri ricarichi così trasformano i posti in trappole per turisti.


Io in questo caso e ormai da anni uso un cioccolato al 60% di burro di cacao prodotto da ICAM per il gruppo SMA, lo trovo eccezionale con un buon sapore e al giusto prezzo.

lunedì 17 novembre 2008

swappando con mucca sbronza e andando a cena a casa di bicece.






Giornate strane.
Poco tempo (come al solito) e poca voglia di combinar qualcosa.
Ma a scuotermi dal torpore basta poco...un'iniziativa anche due e poi il tumulto dei blogger nell'antiscopiazzo e per la libertà di espressione (tanto per citarne qualcuno fatevi un giro tra i post di fiordisale, di alex, di fra e di stella 1 2 3 ), vediamo...fatemi pensare....eccome no, Anna va alla radio insomma ce n'è stata di ogni.
Anche la mia fb dipendenza legata al gioco più scemo del mondo che però ha lanciato me e i miei amici in una sfida senza fine a suon di risate e marameo.
Che altro...ah la cena gastroradiologica una specie di porta party in cui ci siamo misurati tra colleghi e ciascuno di noi ha preparato qualcosa.
Insomma come dire....non di sole fotografie (di interni umani) vive l'uomo.
Andiamo alle cose serie.
Prima di parlare delle iniziative degli zuccherini e delle altre cose penso sia meglio ringraziare tutti quelli che mi hanno attribuito un premio....unika (che me ne ha dati tanti e che io maleducatamente non ho ringraziato), fra, milla e tantissimi altri.
Ritenetevi tutti abbracciati, io non son brava con i rimandi e con i ringraziamenti, mi impappino ecco!
Non seguirò le regole semplicemente perchè non lo so fare, mi ripaga l'interagire con voi...il resto (secondo me, almeno) è fuffa.
E adesso Iniziative
Bicece quella della cena ha lanciato quest'idea di creare delle cosette gastronomiche, titillanti e scintillanti da regalare ai nostri amici.
Biscottini e quant'altro troveranno posto nella raccolta di Natale...credo...e questo è il mio piccolo contributo.
Trovate il loghetto sulla side-bar e il link diretto.
E poi c'è lo SWAP della mucca sbronza scambio di regalini a coppie/triplette.
Purtroppo penso di essere arrivata troppo tardi con la promozione di questa iniziativa...o forse....non è mai troppo tardi.
Ma devo dirvi un'altra cosa.
Lo zuccherino che vedete non è mio...o meglio...l'ho fatto io (insieme ai cioccolatini, modestamente) però l'idea e anche i fotogrammi li ho presi da coquinaria.
O meglio...li ho letti su coquinaria diverso tempo fa ma la preparazione è talmente tanto semplice e di effetto che mi son rimasti ben impressi.
Ora il problema è questo.
Io mi ricordavo potessino cecamme che li aveva postati Laurapi, cerca che ti ricerca non riesco più a trovarli.
E qui accorrete in mio aiuto, mi aiutereste a trovare il link?
In ogni caso son semplicissimi.
Basta inumidire con pochissima acqua e colorare con una goccia una di colorante (alimentare mi raccomando) dello zucchero semolato.
Lo zucchero deve avere la consistenza della sabbia umida, va poi pressato nello stampino e livellato con un coltello.
Dopodichè dimenticatelo per almeno 24 ore, il tempo che asciughi e solidifichi.
Non sono un amore?
Aggiornamento
Grazie Laura!
Quanto alla tua richiesta sul nome utente sono enzuccia ma non scrivo più dal 2001.
Il che non vuol dire che non apprezzi quello che fate, come vedi :)

mercoledì 12 novembre 2008

rimango stupita

Voglio sperare che sia solo una innocente stupidità ma se così non fosse....

Guardate qui forse troverete qualcosa di vostro, io per fortuna non sono stata coinvolta ma davvero sembra un aggregatore di blog! una cosa indicibile.

In ogni caso diffido chiunque dal pubblicare senza previa autorizzazione o almeno senza link di rimando qualsiasi cosa pubblicata sul mio blog.

Non me ne importa niente se qualcuno ripropone quanto scritto qui sempre nei limiti del rispetto delle regole, ma farlo passare per proprio questo non lo accetto.
Non si tratta di copiare e nemmeno di riproporre quanto qualcuno di noi ha già fatto, lo trovo un onore se qualcuno riproduce un mio piatto.
Io stessa lo faccio, ma ho il pudore e il dovere morale di mettere il link e di citare l'autore.

Da questo momento tutte le mie foto verranno firmate.

martedì 11 novembre 2008

camminare con le proprie gambe


E alla fine il mio studente si è laureato.

Oggi Marco è un tecnico di radiologia laureato brillantemente ed un ragazzo di 21 anni con il futuro che brilla nei suoi occhi.

E la dottoressa Marino è un pò più vecchia.

Non so che effetto mi faccia, vedo lui e i suoi compagni con gli occhi della mamma piuttosto che dell'insegnante, della sorella maggiore e quasi non vorrei che andassero via.

Come se qualcuno stesse per rubarli.

E invece Marco e i suoi compagni andranno e lavoreranno magari lontano da qui e mi mancheranno.

Mi mancheranno le loro facce da ragazzini puliti tirati a lucido e con le stelline dell'emozione negli occhi che parlano di cose da grandi, mentre io vecchia babbiona togata li ascolto con aria un pò trasognata.

Ma dove avete imparato tutte queste cose difficili....

Mi mancherà questo ragazzone con la faccia buona che mi chiama mamma Marino.
Mi mancherà la commozione nel leggere le sue parole di ringraziamento nella prima pagina della mia copia della tesi.

Domani saranno lontani da qui, la testa altrove e cammineranno con le loro gambe.

Un bacio sulla fronte (non accademico) ad ognuno di loro.
E per tutti un bel dolcetto consolatorio...si sa il cioccolato è un grande amico nei momenti difficili.

La ricetta l'ho presa dal sito di eurochocolate e devo dire che funziona perfettamente


Il passaggio fondamentale è quello del raffreddare gli stampi in acqua ghiacciata e di bagnarli con del liquore.

Al momento di versare la crema bollente nello stampo ghiacciato si creerà un raffreddamento dello strato più esterno che consentirà poi di sformare senza problemi il budino una volta che tutto il composto si è freddato e rassodato.

Son piccoli trucchetti, mica da ridere.

domenica 9 novembre 2008

la notte è piccola per noi




La notte è davvero piccola per chi lavora negli ospedali.
In pronto soccorso o in reparto la notte scorre veloce in mezzo a mille guai piccoli e grandi.

E ci si ritrova, accomunati dall'identico sforzo e non importa essere medici o infermieri o ausiliari tutti insieme si porta avanti il lavoro che sarebbe molto più pesante se non ci fosse modo di avere lo spazio per una risata.

Bastano anche pochi minuti per ritrovarsi intorno ad un tavolo a scambiare due chiacchiere e meglio se qualcuno porta qualcosa.

E' un modo umano di affrontare una fatica che a volte può essere quasi insopportabile.
Forse troppo poco spesso si pensa a questo.

Immaginate come si sta a dover salvare qualcuno nel cuore della notte, a dover essere lucido mentre tutti i tuoi neuroni litigano per tornare a dormire, immaginate cosa si prova a sapere che da quel che tu dici o fai dipende la sorte di una persona e magari sono le 3 del mattino e non hai chiuso occhio.

Ma la notte in un ospedale è anche un momento conviviale, così è un piacere contribuire al buon andamento portando qualcosa, che sia un dolce piuttosto che una pentola piena di fagioli o anche solo pane e salame.

Non sempre il clima è quello giusto, non sempre c'è il tempo ma quando si può diventa un piacere.
Cosa ho portato stasera?
Un semplicissimo tiramisu niente di che niente che valesse la pena fotografare ma è sparito in un lampo, qualcuno ha tirato fuori una boccia di vino...poi è arrivata la TAC e fine della festa.

Ecco uno dei miei ultimi contributi e lo posto adesso che ho il turno di notte...appunto.
Un dolcetto semplice semplice.
Crostata alla crema di cioccolato e pere

-pasta frolla
Per la crema
- 20 gr di burro
- 1 cucchiaio pieno di farina 00
- 200 g di cioccolato fondente
-500 ml di latte
- 70 gr di zucchero
- 2 uova intere
- un cucchiaio di rhum
Per decorare
- pere williams
- zucchero di canna
Due considerazioni.
la prima...ultimamente si parla molto di pastafrolla.
Io ci ho litigato per anni e anni fino a che ho trovato il mio metodo.
Impasto con un coltello freddo il burro (sempre freddo) con lo zucchero, aggiungo i tuorli e poi tanta farina quanto serve per avere una pasta liscia diciamo che dovendo dare delle dosi (ormai vado assolutamente con l'occhiometro) direi 250 burro 120 zucchero e 2 tuorli...la farina quanta ne prende.
Pensavo di essere l'unica sconsiderata a far così e invece la cheffa fa la stessa cosa, il che mi riempie di gioia perchè vuol dire che il metodo che uso è perfetto :)
Approposito signora cheffa in una delle notti in questione ho portato quella tortina di mele tanto carina pasta sfoglia sopra e frolla sotto lo staff ringrazia con le lacrime agli occhi.
La seconda considerazione.
Avete presente la bechamel (o come cavolo si scrive?) ecco, immaginate di farla dolce.
Semplicemente scaldate il latte con lo zucchero e nel frattempo fate fondere il burro e mettete la farina, stemperate con il latte zuccherato e quando la crema è abbastanza densa e ancora molto calda scioglietevi il cioccolato, lasciate raffreddare e aggiungete le due uova sbattute con una forchetta.
Il resto è molto semplice, basta versare la crema nel guscio di pastafrolla (niente cottura in bianco, eh?). Mettere le pere spolverate con un pò di zucchero di canna ed infornare a 180°.
Un consiglio, il forno deve essere molto caldo altrimenti la pastafrolla per l'alto contenuto di burro tenderà a collassare proprio per lo scioglimento del burro.
Che altro? ah si, portarla al lavoro :)

sabato 1 novembre 2008

DB challenge: my pizzaiolo's T-shirt and a "tafanario"











HEY HEY HEY!!!!
Before reading of tossing and tafanari I must explain.
the first night I've tossed only two crusts for photos and dinner and cooked them in my electric pizza oven, the red one proudly called tafanario from my friend Isabella (please, read below!).
But photos during the dinner didn't satisfied me, they were awful and dark.
The others were cooked the next da in the wood oven of my father in law, this is the reason why they are into the jellypan.
My father-in-law didn't allow to cook the pizza in the baking stone so I was obliged to use the jellipan.
and now....my version of a real tossed pizza.

I must apologize...I'm in a terrible late but I'm here for my personal october DB challenge.
As yuo've read in my post title being a pizzaiolo means having a pizzaiolo T-shirt.
white of course, with some advertising on front, possibly with some tomato stains and flour dusted.
And as an actress this is my picture in plastic pose tossing the dough.
It's too small too see me? Reallyyyyyyy?????
:)
Ok I was shaming and laughing whith my husband.
He wasn't able to catch the right moment so I had to toss and toss again spreading dough's pieces around my microscopic kitchen.
In this pic my expression is....I hope for this one!
Sooo I must confess that although we ad a lot of fun tossing the dough the other 4 dough balls were shaped without tossing.
For me and my family pizza is MARGHERITA or NAPOLI only tomato sauce, mozzarella cheese and fresh basil leaves.
This is the classic Margherita, adding salted anchovies it converts into a Napoli.
I know you're wondering what a tafanario is.
Is very difficult to explain, a friend of mine an Italian food blogger Isabella of deavoring with eyes use this invented term to indicate some cumbersome equipment rarely used and mostly regarding the kitchen.
This is my new tafanario and I'm very proud to introduce you my creature.
A real pizzaiolo oven with a stone too cook perfect pizza like having a wood stove
I must thanks this month host Rosa of Rosa's Yummy Yums.
Rosa is one of my favourite abroad blogger and I was happy for her invitation and sad at the same time for her and for all the DB partecipants.
I can only suppose how difficult is going ahead with a host when your cohost friend passes this is an additional reason to admirate Rosa and I can understand Glenna for her choice.
Sher is not here and can't enjoy her DB challenge with us.
Surely she's reading all the posts and enjoy from the heaven.
Goobye Sherrie.
Obviously all are invited to check others beautiful and luscious pizzas simply scrolling the DB blogroll, you can find it on my sidebar.
RECIPE SOURCE: “The Bread Baker's Apprentice: Mastering The Art of Extraordinary Bread” by Peter Reinhart. Ten Speed Press, Berkeley, CA. Copyright 2001.
ISBN-10: 1-58008-268-8, ISBN-13: 978-158008-268-6.***************
~ BASIC PIZZA DOUGH ~Original recipe taken from “The Bread Baker’s Apprentice” by Peter Reinhart.
Makes 6 pizza crusts (about 9-12 inches/23-30 cm in diameter).
Ingredients:
4 1/2 Cups (20 1/4 ounces/607.5 g) Unbleached high-gluten (%14) bread flour or all purpose flour, chilled (- FOR GF: 4 ½ cups GF Flour Blend with xanthan gum or 1 cup brown rice flour,
1 cup corn flour,
1 cup oat flour,
1 ½ cup arrowroot, potato or tapioca starch + 2 tsp xanthan or guar gum)
3/4 Tsp Salt - FOR GF use 2 tsp
1 Tsp Instant yeast
1/4 Cup (2 ounces/60g) Olive oil or vegetable oil (both optional, but it’s better with)1
3/4 Cups (14 ounces/420g or 420ml) Water, ice cold (40° F/4.5° C)
1 Tb sugar - FOR GF use agave syrup
Semolina/durum flour or cornmeal for dusting
DAY ONE
Method:
1. Mix together the flour, salt and instant yeast in a big bowl (or in the bowl of your stand mixer).
2. Add the oil, sugar and cold water and mix well (with the help of a large wooden spoon or with the paddle attachment, on low speed) in order to form a sticky ball of dough. On a clean surface, knead for about 5-7 minutes, until the dough is smooth and the ingredients are homogeneously distributed. If it is too wet, add a little flour (not too much, though) and if it is too dry add 1 or 2 teaspoons extra water.
NOTE: If you are using an electric mixer, switch to the dough hook and mix on medium speed for the same amount of time.
The dough should clear the sides of the bowl but stick to the bottom of the bowl.
If the dough is too wet, sprinkle in a little more flour, so that it clears the sides. If, on the contrary, it clears the bottom of the bowl, dribble in a teaspoon or two of cold water.
The finished dough should be springy, elastic, and sticky, not just tacky, and register 50°-55° F/10°-13° C.
Or2. FOR GF: Add the oil, sugar or agave syrup and cold water, then mix well (with the help of a large wooden spoon or with the paddle attachment, on low speed) in order to form a sticky ball of dough.
3. Flour a work surface or counter. Line a jelly pan with baking paper/parchment. Lightly oil the paper.
4. With the help of a metal or plastic dough scraper, cut the dough into 6 equal pieces (or larger if you want to make larger pizzas).
NOTE: To avoid the dough from sticking to the scraper, dip the scraper into water between cuts.
5. Sprinkle some flour over the dough.
Make sure your hands are dry and then flour them. Gently round each piece into a ball.
NOTE: If the dough sticks to your hands, then dip your hands into the flour again.
6. Transfer the dough balls to the lined jelly pan and mist them generously with spray oil. Slip the pan into plastic bag or enclose in plastic food wrap.
7. Put the pan into the refrigerator and let the dough rest overnight or for up to thee days.
NOTE: You can store the dough balls in a zippered freezer bag if you want to save some of the dough for any future baking. In that case, pour some oil (a few tablespooons only) in a medium bowl and dip each dough ball into the oil, so that it is completely covered in oil. Then put each ball into a separate bag. Store the bags in the freezer for no longer than 3 months. The day before you plan to make pizza, remember to transfer the dough balls from the freezer to the refrigerator.
DAY TWO
8. On the day you plan to eat pizza, exactly 2 hours before you make it, remove the desired number of dough balls from the refrigerator.
Dust the counter with flour and spray lightly with oil.
Place the dough balls on a floured surface and sprinkle them with flour.
Dust your hands with flour and delicately press the dough into disks about 1/2 inch/1.3 cm thick and 5 inches/12.7 cm in diameter.
Sprinkle with flour and mist with oil.
Loosely cover the dough rounds with plastic wrap and then allow to rest for 2 hours.
Or8. FOR GF:
On the day you plan to eat pizza, exactly 2 hours before you make it, remove the number of desired dough balls from the refrigerator.
Place on a sheet of parchment paper and sprinkle with a gluten free flour.
Delicately press the dough into disks about ½ inch/1.3 cm thick and 5 inches/12.7 cm in diameter. S
prinkle the dough with flour, mist it again with spray oil.
Lightly cover the dough round with a sheet of parchment paper and allow to rest for 2 hours.
9. At least 45 minutes before making the pizza, place a baking stone on the lower third of the oven. Preheat the oven as hot as possible (500° F/260° C).
NOTE: If you do not have a baking stone, then use the back of a jelly pan. Do not preheat the pan.
10. Generously sprinkle the back of a jelly pan with semolina/durum flour or cornmeal. Flour your hands (palms, backs and knuckles).
Take 1 piece of dough by lifting it with a pastry scraper.
Lay the dough across your fists in a very delicate way and carefully stretch it by bouncing it in a circular motion on your hands, and by giving it a little stretch with each bounce. Once the dough has expanded outward, move to a full toss.
Or10. FOR GF: Press the dough into the shape you want (about 9-12 inches/23-30 cm in diameter - for a 6 ounces/180g piece of dough).
NOTE: Make only one pizza at a time.
During the tossing process, if the dough tends to stick to your hands, lay it down on the floured counter and reflour your hands, then continue the tossing and shaping.
In case you would be having trouble tossing the dough or if the dough never wants to expand and always springs back, let it rest for approximately 5-20 minutes in order for the gluten to relax fully,then try again.You can also resort to using a rolling pin, although it isn’t as effective as the toss method.
11. When the dough has the shape you want (about 9-12 inches/23-30 cm in diameter - for a 6 ounces/180g piece of dough), place it on the back of the jelly pan, making sure there is enough semolina/durum flour or cornmeal to allow it to slide and not stick to the pan.
Or11. FOR GF: Lightly top it with sweet or savory toppings of your choice.
12. Lightly top it with sweet or savory toppings of your choice.
Or12. FOR GF: Place the garnished pizza on the parchment paper onto the stone in the oven or bake directly on the jelly pan. Close the door and bake for about 5-8 minutes.
NOTE: Remember that the best pizzas are topped not too generously. No more than 3 or 4 toppings (including sauce and cheese) are sufficient.
13. Slide the garnished pizza onto the stone in the oven or bake directly on the jelly pan. Close the door and bake for abour 5-8 minutes.
Or13. FOR GF: Follow the notes for this step.
NOTE: After 2 minutes baking, take a peek.
For an even baking, rotate 180°.If the top gets done before the bottom, you will need to move the stone or jelly pane to a lower shelf before the next round.
On the contrary, if the bottom crisps before the cheese caramelizes, then you will need to raise the stone or jelly.
14. Take the pizza out of the oven and transfer it to a cutting board or your plate. In order to allow the cheese to set a little, wait 3-5 minutes before slicing or serving.

mercoledì 15 ottobre 2008

M&M's Mafalde e mufuletti e anche un pò di cioccolata (in english below)

3rd World Bread Day hosted by 1x umruehren bitte aka kochtopf




Ho fatto un pò di confusione nei giorni scorsi postando il panello con l'uva per il Worl Bread Day in netto anticipo sulla data ufficiale.
Zorra mi ha invitato a ripostare il tutto per il 16 ma io che sono testarda come un mulo ho deciso di cambiare proprio genere.
E così eccomi alle prese con due dei panini tipici della mia regione, la sicilia (lo riscrivo ma lo sanno anche i sassi da dove vengo).
In sicilia il pane è fatto quasi esclusivamente con la semola rimacinata di grano duro e sa di grano (come dire che il vino è fatto con l'uva :)).
I semi di sesamo poi sono quasi una costante del pane siciliano.
Fortunatamente ancora nella mia regione si conserva l'abitudine di comprare il pane dal fornaio piuttosto che al supermercato e la mattina presto le vie delle città profumano di buono e di caldo.
Due sono i panini tipici (ce ne saranno sicuramente anche altri, please se vi vengono in mente segnalatemelo).
Le mafalde, il panino a forma di "S" con i semi di sesamo e i mufuletti.
Se le mafalde vengono vendute tutto l'anno i mufuletti si trovano nel periodo di S. Martino (11 novembre) se volete più notizie della festa di S. Martino allora ecco il magico wikipedia in aiuto
Googlando invece ho trovato ben due leggende : qui e qui
Oltre al fatto che San Martino tra le altre cose sarebbe anche il protettore dei cornuti, non chiedetemi perchè...non ho trovato alcuna notizia in merito e poi...come dire... l'argomento non mi riguarda :D
Il mufuletto é un panino morbido fatto appunto con la semola di grano duro con l'aggiunta dei semi di finocchio o di anice (da noi l'anice viene anche chiamato cimino non chiedetemi perchè) rotolato nella semola il che gli da quell'aria polverosa.
Si mangia caldo condito con olio e sale (e anche tutta un'altra serie di schifezzuole tipo sarde salate, pecorino, origano...pane cunzato insomma o pane a tirichitolla come dice mia nonna Enza).
Siccome però sono anche una gran golosa e per me il panino si associa al salame ho voluto unire l'utile al dilettevole e che salame sia...:D
La ricetta dei mufuletti, su segnalazione di Claudia, l'ho trovata nel blog di Giovanna, quella delle caramelle
La copio e incollo anche qui.
Sono pagnottelle impastate con:

600 farina gialla (rimacinato)
30g lievito di birra,
300g acqua
poco olio
sale
semi di finocchio

Il segreto è quello di impastare a lungo a mano, almeno 30 minuti. Lasciar lievitare l'impasto per 1 ora , formare delle palline e passarle nella farina gialla facendo in modo che ne rimanga uno strato sottile attaccato, lasciar lievitare ancora un'ora. Fare dei tagli non molto profondi con una coltello dalla lama affilata sulle pagnotte e infornare nel forno caldissimo.
Io ho lievemente modificato la quantità di lievito mettendone 10 gr scarsi e al posto dei semi di finocchio ho messi quelli di anice, il cimino appunto.
Inoltre ho spennellato sulle mafalde una mistura di olio e acqua emulsionati oltre ai semi di sesamo.
Ho anche usato ilmio solito accorgimento.
Ho formato i panini e li ho messi a lievitare nel forno spento con un recipiente con acqua calda a piano inferiore.
Ho poi acceso il forno senza aprire lo sportello e ho portato a temperatura (180-200)
Il salame di cioccolata è un must.
Una di quelle merende golose e irrinunciabili.
Una superbomba calorica.
Personalmente uso la ricetta di Babette1960 del forum di Coquinaria e ve la raccomando caldamente, mai mangiato un salame di cioccolata così buono.
Certo leggero non è ma con il fatto che si può conservare in freezer potete anche mangiarne una fettina per volta...sempre se vi riesce :)
Purtroppo in questo momento non posso linkare la ricetta perchè credo che il forum sia in manutenzione.
Però prometto di farlo al più presto.
AGGIORNAMENTO
Coquinaria è tornato disponibile e pertanto vi invito a leggere la ricetta del salame di cioccolato di babette qui
Per quanto mi riguarda la migliore che io abbia mai provato.
In English, please
As you know today is the World Bread Day.
And I'm honouring it with some tipical bread of my Sicily where almost all the bread is made with durum wheat flour, a rough flour that give to the bread the unique smell of mature wheat.
One is called mafalda, is the roll snake-shaped with the surface entirely covered of sesame seeds.
The other one is so called mufuletto a tender roll made widely in my region on this period and for the St Martino feast (11th november).
Here in Italy there are two legends on this saint.
One of this related to the wine and one to the indian summer here is the link to wikipedia.
St. Martino is the patron saint of the wine and...cuckold, I don't know why don't ask me :D
My region early in the morning smells of bread. We have a lot of bakery so this is one of my best memory of my teen period.
You can find some other tipical sicilian bread\brioche here (in wich I've used the no knead method), here and here .
Soooo, this recipe is from another sicilian blog Giovanna di Caramelle non ne voglio più, here is the link, I'll try to translate for you.
Obviously my mafalde were made with the same dough changing the shape and sprinkling surface with an oil\water mix and sesam seeds.
600 gr durum wheat flour
30g natural yeast (you can convert with the quantity of istant yeast according to your habits)
300g warm water
3 tbs olive oil
salt
anise seeds (just 2 ts or less)

Only one is the secret for a perfect roll.
Kneading kneading kneading at least for 30 minutes!
Melt the yeast in the water and then knead the mixture with flour, then add the salt ad oil (never knead the yeast mixture toghether with salt and oil!).
Let the dough become silky and smooth, if your flour needs more water you can add it 'cause the water quantity is up to the flour type.
Let the dough raise till it doubled in volume and shape the rolls.
Mufuletti rolls must be rolled in additional flour just to gain a "dusty" look.
The rolls must raise again for 1 hour in a warm place (not hot) and bake them in the oven at 180-200° C putting into the oven a pan filled with hot water.
And I have a secret.
I put the shaped rolls into the oven not turned on to raise toghether with the hot water pan in the bottom rack.
The after they raised I switch on the oven with rolls in.
Try it!
Unfortunately I can't publish here the chocolate salami recipe because the origin forum is under manteinance.
Sorry.
I'll do a new post for this as soon as possible, I promise...

lunedì 13 ottobre 2008

ap-pestatevi a Trapani




evabbè.
Soffro di manie di protagonismo, lo ammetto.
Io che sono trapanese dentro anche se non faccio altro che rinnegare in continuazione le mie origini mi sento chiamata in causa in prima persona.
Così, appena tornata a casa, mi fiondo in cucina come una forsennata, recupero tutti gli ingredienti al volo (azz non ho il pomodoro fresco!) e mi metto subito all'opera, manco stessi per perdere il treno!

e questo è il pesto alla trapanese (quello vero, eh? da trapanese da innumerevoli generazioni e non me ne voglia Ciccio).
Partendo dal presupposto che il pesto alla trapanese (e il nome lo dice chiaramente) si fa solo a trapani...e qui nasce a anche muore...mi concedo una piccola digressione.

Iniziamo con il dire che quello che tutto il mondo conosce come pesto alla trapanese in realtà viene chiamato da noi "PASTA CU L'AGGHIA" ovvero pasta con l'aglio a sottolineare la preponderanza dell'aglio.

E non è un aglio qualsiasi, ma l'aglio rosso di nubia presidio slow food.
questo qui, per intenderci.

Nubia è una frazione di trapani, tra trapani e marsala, terra strappata al mare e alle saline e terra dove si coltiva l'uva e l'aglio appunto.
L'aglio ha la caratteristica di avere una camicia rossa, spicchi piccoli e sapore particolarmente pungente senza retrogusto di terra (come l'aglio argentino o cinese).


Un'altra prerogativa è quella di non avere uno spicchio unico all'interno del bulbillo ma almeno 3-4 piccoli bulbilli (cosa che puntualmente fa innervosire mia mamma).


Un'altro prerequisito fondamentale per la perfetta riuscita o almeno per un pesto talebano tanto quello dei genovesi è il mortaio.
Noi, a differenza dei genovesi, usiamo un mortaio in legno con pestello in legno.


Il mortaio dopo l'uso non va lavato con il detersivo ma semplicemente con acqua e lasciato asciugare al sole, il che gli conferisce un uso esclusivo per l'Agghia Pistata.
Il primo che mi parla di frullatore o minipimer le prende.

Tornando agli ingredienti i trapanesi hanno l'enorme fortuna di essere nati nella terra dell'oliva nocellara dalla quale si ricava un olio a dir poco strepitoso.
Il che ci mette al riparo da qualsiasi contraffazione.
Ogni anno mio papà me ne porta un paio di bidoni e non c'è storia, è praticamente insostituibile.

La ricetta della MIA famiglia è questa.

- uno spicchio d'aglio per commensale (miii che brutta parola, a testa insomma)
- abbondantissimo basilico fresco
- mandorle pelate e non tostate
- pomodoro spellato...che significa...talebanamente significa pomodoro fresco privato della buccia o al massimo pomodoro di pennola (pomodoro del piennolo per capirsi) oppure pomodoro pelato della mamma :D
- olio di oliva di nocellara
- sale grosso
- pepe

Questione formaggio.
Ora...io mi vergogno a fotografare la mia crosta di pecorino siciliano massaggiato con l'olio di oliva..però quello ci va.
Al limite pecorino romano.

Questione frittura e una chicca.
Una delle cose più buone che accompagnao la pasta con l'aglio sono i pesci fritti, NON LE SARDE MA LE VIOLE MEGLIO CONOSCIUTE COME DONZELLE che vanno semplicemente infarinate e fritte.

Si pescano con la pesca a bolentino e sono buone solo se freschissime.

immagine presa da qui

Un altro degli accompagnamenti classici sono le briciole, mollica di pane raffermo ma non durissimo che viene grattato con la grattugia a fare delle briciole che non vengono tostate ma amalgamante con un pò di olio.
Ovviamente ci vuole il pane siciliano, ovviamente.

ok iniziamo.

Pestare l'aglio nel mortaio fino a ridurlo in crema.

aggiungere le foglie di basilico lavate ed asciugate e il sale grosso che mantiene la brillantezza del verde

ridurre in crema sempre pestando


a questo punto aggiungere le mandorle (ne bastano poche) e continuare a pestare fino a fare una sorta di pasta verdognola



aggiungere il pomodoro e continuare a roteare il pestello per amalgamare il tutto.

Mettere l'olio e continuare ad amalgamare sempre con il pestello.

Regolare di sale e pepe.



e adesso andiamo alla pasta.
Se si deve usare na pasta commerciale, direiche la più gettonata è la mafalda lunga, questa qui

altrimenti gnoccoli (una sorta di spaghettoni cavati...mannaggia a me che ho ripulito dalle foto vecchie e ho cestinato quelli della mamma!) o busiàti uno spaghetto di acqua e farina arrotolato a formare una sorta di lungo fusillo.
ora che ho terminato il mio lunghissimo post talebano vi dico anche che ho trovato un sito commerciale che vende praticamente tutti i prodotti di cui vi ho parlato...il codice genetico no, ovviamente.
:D

Concorso Pesto 2008

Relax ourselves


Non si può sempre soffrire, non si può sempre essere reperibili o stare al lavoro.
No, non si può.
E poi l'aria di ottobre è un'altra cosa, frizzantina al punto giusto, nè troppo freddo nè troppo caldo e quella luce dorata che avvolge ogni cosa mentre l'autunno inizia il suo ingresso trionfale.

Abitando a Roma nord la cosa più semplice da fare è imboccare la Cassia.
E così, per colpa di un cartellone pubblicitario, ci siamo immersi nella splendida campagna viterbese alla ricerca di Soriano nel Cimino.
I monti Cimini sono famosi per le castagne e per le nocciole, seppur allergica alle nocciole potrei vivere di sole castagne.
La comunità montana dei monti Cimini ogni anno organizza sagre, eventi, rievocazioni storiche in tutti i paesi che ne fanno parte
Ecco il cartellone con i programmi

Avevamo già partecipato qualche anno fa ad una sagra della castagna ma non ricordavano dove, Canepina? Vallerano? booohhh...
Così abbiamo scelto Soriano e questo è quel che abbiamo trovato\visto\mangiato

Ah...ovviamente vale la pena.
Lo dico per gli indecisi del prossimo we!

Inoltre una chicca per tutti.
A Soriano oltre alla rievocazione storica medievale, al chiostro di S. Agostino rivivono gli antichi mestieri medievali.
La tintoria, la fabbrica del sapone e delle candele...e...un signore che proprio nella piazzetta vende marmellate fatte con frutti antichi e del bosco.
Marmellate di biricoccola, sorbe, azzeruoli, mele selvatiche, marroni, more, corbezzolo, sambuco...impossibile elencarle tutte.

Questo signore non lo fa per lavoro tanto è vero che l'unico momento dell'anno in cui si può comprare un suo vasetto è proprio la sagra della castagna.
Impossibile resistere...






SAVONAROLAAAAA

Si aspetta l'apertura del corteo storico
Le ultime istruzioni...

si scherza (e c'era chi aveva le caldarroste sotto il mantello)

io li trovo splendidi

Ehi signore che vendi le ghirlande di rafia...ti pare giusto far pagare 3 fili di rafia e 10 fiorellini di plastica 8 euro????
Però siamo state 4 perfette donzelle :D