Capita.
Capita che una ricetta sia completamente sbagliata.
In tutto intendo, roba da pelle d'oca.
Vero, capita.
Ma capita anche che quella ricetta faccia parte di un pezzo di mondo, il tuo mondo e anche se è sbagliata ha una storia che attraversa i secoli, le distanze e anche gli spazi siderali se vogliamo.
Si perde nelle pieghe di una famiglia semplice.
Una mamma, un papà, tre sorelle e una nonna.
Ah nella storia c'è anche una bambina, anzi due.
Già una nonna ligure, spezzina per l'esattezza...la nonna Santa, zoppicante dalla nascita per la poliomielite e per quanto fragile e mingherlina forte come uno scoglio (non può essere una roccia questa è una storia di gente di mare).
Una donna sola con una figlia e un genero motorista navale, di quelli che bravi così non ne fanno più....Cornuto di Giove!
Una nonna e tre nipoti, tutte femmine che il maschietto se l'è portato via una pallonata quando era ancora nella pancia, capita.
Tre nipoti che per disperazione imparano a cucinare, la disperazione derivata da una madre assolutamente negata per la cucina e imparano quello che sanno dalla nonna.
E la nonna racconta e insegna loro la ricetta sbagliata.
Quella che ha fatto il viaggio di sola andata da La Spezia a Trapani.
Una di quelle nipoti era mia madre e una di quelle bambine sono io.
Solo che anche mia madre ha deciso di fare un viaggio di sola andata e così a me è rimasto il ricordo di un profumo e un'immagine in dissolvenza nella memoria.
Ed è stata questa iniziativa qui che mi ha convinta a cercare chi mi potesse aiutare a ritrovare quel profumo e a ricreare quello scatto fotografico dai contorni sfumati.
Così ho fatto la telefonata ad una delle due ragazze rimaste a custodire i ricordi (non chiedetevi dove sia la nonna Santa, la mia bisnonna era del 1890...).
La telefonata è andata così:
io: "vero che la mamma cucinava bene?"
Zia: "tua mamma era bravissima in cucina"
io: "sai perchè te lo chiedo? perchè ho un ricordo vago di spaghetti con le cozze"
Zia: "ma come fai a ricordare...la pasta che ci ha insegnato la nonna Santa..."
io: "eppure io la ricordo, raccontamela"
Zia: "beh in effetti è una ricetta antica viene da lontano e attraversa l'Italia..."
io: "e allora raccontamela..."
Sguscia le cozze (na' parola penso ma lascio perdere i dettagli tecnici) e le metti a colare su un recipiente per raccogliere il liquido che perderanno.
Nel frattempo scalda un trito di prezzemolo e aglio (e qui il primo errore...il prezzemolo cotto) in un pò d'olio.
Aggiungi le cozze e fai andare un minuto poi aggiungi abbondante concentrato di pomodoro (seeeee vabbè) e sfuma con un dito di vino bianco (pure, ma non si dovrebbe fare prima del pomodoro?).
Dopo il vino aggiungi qualche pomodoro pelato a pezzetti e l'acqua delle cozze.
Lessa la pasta e versala ancora molto al dente nella padella con il sugo di cozze.
Mi raccomando di aggiungere ancora un pò di prezzemolo fresco tritato.
A lei piaceva tanto.
io: "grazie zia" click.
Torno a casa più confusa che persuasa.
I pezzi non combaciavano...mah...vino dopo il pomodoro, concentrato ...bah, prezzemolo cotto boh...però quel profumo di sale e mare continuava ad aggredirmi il naso sempre più prepotente e non so come la foto sbiadita aveva dei contorni nitidi e precisi.
Bah, appunto.
Mentre rimugino squilla il telefono, la zia.
"tesoro te l'ho detto che il vino va dopo il concentrato?"
"si zia, sta tranquilla me l'hai detto"
Ecco, io stasera ho sette anni e ho capito che la ricetta non è sbagliata.
L'ho scritto che ho scoperto il segreto per aprire le cozze?
29 commenti:
Invitante questa pasta!!!!
bacioni
Enzina, questa storia è bellissima...spero prorpio che vinca tu!E l'ultima foto è di una poesia incredibile..
Bravissimaaaaaa
Un bacio
Enza, mamma mia, mi è venuta la pelle d'oca leggendo l'introduzione...
Grazie davvero di cuore per avere raccontato la storia di questa ricetta:-)
Con una storia di vita, di ricordi, di profumi, di amore come questa il piatto passa in secondo piano. Anzi, se vuoi te lo vengo proprio a togliere di torno :-D
P.s.: prezzemolo... vino... giusto ? sbagliato ? ....sono tutte convenzioni :-)
Racconto meraviglioso e commovente..e la pasta che racchiude un'esistenza, perfetta!
Ti abbraccio!
Racconto meraviglioso e commovente..e la pasta che racchiude un'esistenza, perfetta!
Ti abbraccio!
Ecco, io dopo questo racconto voglio venire a vedere la planetaria rossa a casa tua ... così poi mi fai anche gli arancini. Oh, l'hai scritto tu eh?!
L'header è carinissimo, Bocetta è proprio brava.
Ti scrivo ... con calma.
Un bacione, Alex
P.S. Peccato che a me non piacciono le cozze perchè sta ricetta sarebbe proprio da rifare.
Che bel racconto, è molto toccante... davvero!
Mi raccomando, voglio vedere la foto della planetaria quando sarà in tuo possesso! :-)
Enza, grazie per aver condiviso questo ricordo, il tuo percorso ti ha portato a ritrovare un tesoro che devi custodire e tramandare1 L'ultima foto è carica di tenerezza, anche se il soggetto è un mollusco, ma fa niente, sei una splendida donna appassionata e per questo mi piaci tantissimo! Elga
solo da fiordisale lo vuoi, il parere? e noooiii??? :-)
bellissima la ricetta, e anche il racconto, secondo me non c'è niente di sbagliato in assoluto, la parola chiave è dipende, e comunque vorrei sapere il segreto per aprire le cozze :-)
baci
Mi hai fatto ridere e anche tanto :)
adesso spiegami perchè sto piangendo *****
sarà tutta colpa del segreto per aprire le cozze?
sei graziosa, bimbetta di sette anni sai? ***
Bravissima fin'ora il racconto che mi è piaciuto di più! In bocca al lupo per il concorso e buon w/e
Fra
Gli si dice "apriti sesamo" ???
:-D
io non so che dire.
la storia l'ho scritta di getto non pensando a niente e fino all'ultimo sono stata molto in dubbio sul da farsi.
potevo scivolare sul patetico e comunque è un pezzo riservato della mia storia, tenero adesso doloroso in passato.
ecco perchè ho chiesto consiglio (per poi fare come al solito di testa mia).
rileggendo adesso mi accorgo di aver fatto degli errori.
Non ho scritto che le cozze vanno sgusciate da crude ad esempio.
in ogni caso l'ho scoperto dopo essermi affettata ben bene il pollice con le schegge di conchiglia.
ho scoperto che nella parte dove si attacca il bisso si può insinuare un coltello.
Non c'è bisogno di fare leva per aprire le valve basta far scivolare il coltello dalla parte a punta fino all'estremità arrotondata.
In questo modo si trancia l'attacco fibroso della valva quella specie di cilindretto biancastro per capirci e la cozza di arrende e come per magia si apre. :D
Enza ma che storia bellissima!!!
Hey senti ma il pacchetto di pasta di che marca e'? Mi ha fatto morire dal ridere per parecchi minuti... poi ho spiegato a mio marito che significa buatt....troppo forte.... lo voglio pure io quel pacchetto li :O
Il nuovo banner e' azzeccatissimo e davvero bello!!
Un bacio e buon we,
DAni
Dani.. ti rispondo subito io che quella pasta la adoro.. è della Garofalo ditta Gragnanese...
Ad Enzuccia... beh.. sul racconto poche parole e tanti cuori che battono... la foto finale? Solo un DOC poteva farla così bella... sembra sul serio un organo umano!
Baci
Anna
Ottima! E quel pizzico di ricordo l'ingrediente segreto! In bocca al lupo e buon WE
Ciao, è una storia bellissima! Complimenti per il blog, penso peoprio che tornerò.
A presto e buon weekend.
Ciao Enza, bellissimo il tuo header e bellissima la foto della cozza aperta, sembra un cuore, insomma mi è proprio piaciuta!! Buon fine settimana
Enza, questa storia mi ha fatto venire la pelle d'oca! Credo sia la prima volta che capito sul tuo blog e ne sono rimasta letteralmente affascinata! Ti auguro di cuore di vincere questo concorso, te lo meriti!
Un bacio grande!
entro in punta di piedi....in silenzio...come conviene ad una nuova arrivata a cui è permesso leggere un racconto così intimo e intenso...però scusami io sono fatta così...non ti abbraccio subito se no dici ma che vuole sta sconosciuta...ma guardami dritta negli occhi così capisci! grazie per essere passata da me!:)
che bella storia, sei fantastica.
mi sono quasi commossa nel leggere questa introduzione, questo racconto-ricordo pieno di magia che hai voluto condividere generosamente con noi...quindi ti ringrazio per questo attimo di emozione che mi hai donato...e ti mando un abbraccio pieno di affetto!
Meraviglioso il tuo racconto, ho i brividi addosso...le nonne, le nostre nonne, anche per me uguale, la mia nonna brava in cucina che mi insegna i segreti...spaghetti di sicuro ottimi e quel ricordo fallo tornare spesso perché merita un grande abbraccio caloroso.
baci
W le nonne, le mamme e...le zie!
Ciaooo,
Aiuolik
tesoro,non conosco il concorso di cavoletto, non so quale sia il tema nè le regole (lo sai che per ora giro poco la blogosfera) ma spero vinca tu. e se non vincessi, sappi che con questa storia hai comunque conquistato un posto speciale nel nostro cuore! un abbraccio forte
Ne abbiamo parlato.
Alle volte, le convizioni in cucina quelle più radicate, sono sbagliate,almeno,nn senza aver provato prima di sentenziare ;-)
Io proverò e come te ricorderò di un sugo fatto da mio fratello, con il concentrato di pomodoro,ancora ricordo quel profumo!
L'ultima foto
..Il cuore di una gattina..
sono contenta di avere insistito e sono contenta che tu non abbia ascoltato nessun altro che il tuo cuore, che si dimostra essere un suggeritore perfetto. Mi piace questa storia e mi piacciono le donne della tua famiglia, sono coraggiose, determinate e sensibili. Proprio come te.
piesse
Dovresti farlo più spesso ;-)
Come avrai potuto notare sono in ritardo su tutto... uno psicodramma collettivo ...
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