Connessione a carbonella e davvero pochissimo tempo.
Però volevo almeno farvi un salutino.
No, niente foto, niente ricette e nemmeno tante parole.
Giusto il tempo necessario, anche perchè la connessione a carbonella mi fa venire i nervi!
OT: alle palermitane in ascolto
Claudia ho perso il numero perchè (finalmente) ho cambiato il telefonino.
Mosc il numero ce l'hai, fatti sentire...sissamai ci vada di organizzare qualcosa.
e adesso vado che ho già il costume addosso.
ci si rilegge ad agosto.
martedì 15 luglio 2008
mercoledì 9 luglio 2008
Salvo e la caponata di Adelina
Me l'ha ricordato Alex alla quale devo un meme
Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell'Aida. Canticchiandole, raprì la porta-finestra doppo avere addrumato la luce della verandina. Sì, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata all'aperto. Conzò il tavolinetto, portò fora il piatto, il vino, il pane e s'assittò. (La gita a Tindari, Sellerio)
e me l'ha ricordato il papà di una amichetta di mia figlia con la quale ho avuto una conversazione da terroni trapiantati.
Loro di Salerno e io di Trapani si parlava delle rispettive mamme.
Enzo: mia mamma quando arriva a Roma attacca a friggere le melanzane la domenica sera appena arrivata e finisce il sabato successivo con le crocchette di patate.
Roba che a noi un litro d'olio dura un mese, lei lo finisce in nemmeno una settimana.
IO: preciso 'ntifico la mia. Che magari frigge meno ma anche da noi la bottiglia sparisce nel giro di una settimana.
Enzo: però vuoi mettere, la roba cucinata con l'olio ha tutto un altro sapore (come dire che il vino si fa anche con l'uva). Anche se poi quando vado a Salerno mi sento pesante. Mia mamma si giustifica dicendo che se non fa così mio papà non mangia.
Sante donne del sud, sempre pronte a sacrificarsi per il marito disappetente.
Noi, affrancati da quelle realtà, nutriti negli anni dell'infanzia a melanzane fritte, crocchè, cotolette e sughi conditi con ettolitri di olio adesso facciamo fatica anche solo a pensare a poter riprodurre questi piatti in casa nostra.
Però l'eccezione estiva....
La premessa è che non tutte le melanzane sono uguali.
Io trovo che le melanzane violette siano le migliori, son più dolci non hanno quel retrogusto amarognolo che ti rimane in gola e sono più carnose (se mi passate il termine).
Bene detto questo...
- melanzane violette
- un mazzo di sedano
- una manciata di capperi sotto sale sciacquati in acqua calda
- una manciata di olive verdi
- cipolla a fettine sottili
- un pò di passata di pomodoro quel tanto che basta a fare un sughino appena colorato
- aceto di vino bianco
- zucchero
- olio extravergine di oliva preferibilmente di nocellara del belice (e così anche io posso vantarmi di questa straordinaria DOP)
- sale
- pepe
- mandorle tostate in forno e schiacciate grossolanamente nel mortaio
- olio per friggere (oliva, semi...insomma quello a cui siete abituati)
Tagliate a tocchetti le melanzane con la buccia e mettetele in ammollo in acqua e sale per almeno un'ora.
Scolatele, strizzatele e friggetele nell'olio fino a quando saranno ben dorate.
Nel frattempo in una padella abbastanza capace mettete ad appassire in olio di oliva la cipolla tagliata a fettine, aggiungete il sedano tagliato a tocchetti e lasciate andare ancora per qualche minuto.
A questo punto è il turno dei capperi.
Aggiungete le melanzane e la passata di pomodoro quel tanto che basta a fare un sughino denso (non esagerate e comunque dipende dai gusti).
regolate di sale e pepe e dedicatevi all'agrodolce.
Mettete le solite due dita orizzontali di aceto di vino bianco dentro un bicchiere e scioglietevi un paio di cucchiaini da te colmi di zucchero.
Versate aceto e zucchero sulle melanzane e lasciate evaporare, ci vorranno non più di 10 minuti.
Spegnete e aggiungete le olive ( io le olive non le cuocio mai perchè mi sembra che possano diventare amare, ma magari è soltanto una fissazione mia).
Versate in un piatto "funnuto" e cospargete con le mandorle tritate.
Io non ho la verandina a ripa di mare ma una volta l'anno (in assenza della mamma) mi godo lo stesso lo spettacolo della mia sicilianitudine sotto forma di caponata.
Sacrificandomi.
lunedì 7 luglio 2008
dolce provenienza
Giretto per blog, oggi.
E guarda guarda cosa ti trovo.
Campo di fragole è uno dei miei blog preferiti e il gelo di melone, anzi di mellone anzi di milune anzi di mullune è uno dei miei dolci del cuore.
E' profumato, dolcissimo e tipicamente siciliano.
In questi giorni starà sicuramente invadendo le pasticcerie siciliane specie a Palermo e Catania.
Questa è la mia versione.
Ingredienti:
-1 litro di succo di anguria
- 120 grammi di zucchero
- 80 grammi di amido di mais
- gocce di cioccolata
- fiori di gelsomino siciliano
- frutta candita a dadini
Passare la polpa dell'anguria al passaverdura e raccogliere il succo in una ciotola
Mescolare l'amido allo zucchero e scioglierlo con poco succo diluendo successivamente con il restante e stando attenti a non formare grumi.
Versare il tutto in un tegamo dal fondo spesso e fare cuocere lentamente fino a che la crema non si sia addensata e abbia assunto un bel colore rosa intenso.
Far raffreddare ed aggiungere le gocce di cioccolato e la frutta.
suggerimento fondamentale...
Regolatevi con lo zucchero in base alla dolcezza della frutta, altrimenti rischia di diventare troppo zuccherino e immangiabile
...e piccolo aggiornamento
Dire gelsomino e dire gelsomino siciliano non è la stessa cosa.
Innanzitutto il gelsomino siciliano comincia a fiorire in questo periodo e prolunga la sua fioritura fino ai primi freddi.
Ha un profumo completamente diverso dal gelsomino vero che invece già da un pò ha terminato la sua fioritura che è unica e non prolungata come quella del parente siculo.
Poi ha un profumo completamente diverso.
Inoltre bisogna anche far attenzione perchè il falso gelsomino o trachelospermum jasminoides o rincospermo perchè quest'ultimo è addirittura velenoso, per cui non provateci.
In sicilia il gelsomino si usa anche per fare la granita o il gelato ed è un gusto assolutamente caratteristico dell'estate nell'isola.
Non riproducibile altrove a meno di avere un papà che vi porta una pianta direttamente dalla natia terra.
Inoltre in sicilia il termine "gelo" indica sempre e comunque un dolce cremoso freddo ma non ghiacciato fatto con un liquido a cui si aggiunge amido e zucchero.
Così al classicissimo gelo di melone si affiancano versioni meno note come il gelo di caffè o quello di limone o quello di latte di mandorla che si può anche chiamare biancomangiare.
Il vero biancomangiare è fatto proprio con il latte di mandorla e non con il latte di mucca.
Quindi nulla vieta l'utilizzo di altri liquidi base, tipo il melone vero alex? :D
giovedì 3 luglio 2008
cambio di stagione e un minuto di vergogna
L'avete notato?
Ho apportato delle leggere modifiche al mio look grazie ai consigli delle cuoche dell'altro mondo e di anna, grazie ragazze.
Oh intendiamoci, niente di che, io sono il prototipo perfetto della ragazza della porta accanto, nu jeans e na maglietta fatta persona.
Ora non è che possa snaturarmi tempestando il mio spazietto di widget con gli sbrilluccichini.
Ho allargato lo spazio facendo si che l'intero monitor fosse occupato dal post, megalomane.
che altro? sto cercando un header decente da caricare, chissà forse un giorno.
E allora che c'entra la vergogna in tutto questo?
C'entra perchè è un pò che devo postare questo piccolo divertimento però...
però presa dalla foga del buono bello e figo mi son dimenticata alcune precisazioni sul tonno che poco hanno di culinario.
Vi sentite confusi?
Vengo e mi spiego, così si direbbe in sicilia.
Purtroppo tra qualche anno questo nobile animale scomparirà dalle acque di tutto il mondo e dalle nostre tavole.
Sapete di chi è la colpa?
Ve lo dico io...dei giapponesi e di tutti quelli che li riforniscono pescando animali che poi venderanno proprio a loro e a peso d'oro.
Si dei giapponesi che con i loro pescherecci aspettano il tonno all'entrata nello stretto di Gibilterra catturandolo prima che abbia avuto il tempo di deporre le sue preziose uova e di perpetuare la specie solo perchè più la carne del tonno è grassa (e il culmine del grasso lo raggiunge in fase preproliferativa, per ovvie ragioni) più è considerata pregiata.
Il risultato è che un tonno rosso costa ai mercati giapponesi circa 80.000 dollari e si capisce perchè lo sforzo mondiale sia quello della pesca indiscriminata di questo animale con conseguenze devastanti .
Le cose non vanno meglio se si parla di allevamento e tutto per quale motivo?
Per il sushi.
Interessante sapere che è stato fatto un appello dal wwf perchè le catene della grande distribuzione non vendano più scatolette di tonno rosso e sono ancora pochi i gruppi che vi hanno aderito.
Potete leggere qualcosa clikkando qui.
Ora, qualcuno potrebbe obiettare che io provengo da una città dove la pesca del tonno era una risorsa economica.
Si ma non per il PIL, come fanno i giapponesi che assorbono il 90% del mercato.
Con il tonno ci si campava e il tonno veniva rispettato.
La rete si calava una sola volta l'anno solo alla corsa di andata e non a quella di ritorno e veniva chiusa quando era sufficientemente piena.
Il che vuol dire che gran parte degli animali riuscivano a sfuggirle e che ne veniva prelevata soltanto una parte relativamente piccola.
Da un pò di anni gli imprenditori della mia zona hanno capito il businness e vendono il tonno di mattanza a caro prezzo ai giap e si fanno dare in cambio, oltre che ad un cospicuo gruzzoletto, anche il tonno yellow fish pescato nell'oceano e da destinare all'industria conserviera.
Chiamali scemi.
E i giapponesi son capaci di questo e altro.
Proprio l'altra sera, nella noia mortale che da qualche anno regna in tv, mi sono imbattuta in quello che poteva sembrare il solito documentario naturalistico.
E invece no.
Provate a fare un giro in questo sito http://www.bluevoice.org/ e vi farete un'idea ben chiara di cosa combinano con i delfini, con le balene e con le orche.
A questo punto ci vorrebbe la ricetta.
No, ho usato il tonno, che Dio mi perdoni.
Se poi avete stomaco forte allora ecco il link ad un video che non avuto il coraggio di veder finire.
Ci va ancora di mangiare sushi?
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