venerdì 15 giugno 2012

cena in bianco di Torino: sud-nord andata e ritorno

cena in bianco


Mi piacciono i flash mob.
Per chi non lo sapesse il flash mob è....oddio e come ve lo spiego...insomma nasce come forma di protesta, come momento di aggregazione, come voglia di comunicazione.
Alcune persone si danno un appuntamento segreto e fanno delle cose come se fosse tutto assolutamente casuale e non frutto di accordi via rete, segreti fino all'ultimo.
Un flash mob è ovunque, in qualunque momento e quando meno te lo aspetti.
Mi piace la cospirazione, il segreto fino all'ultimo minuto secondo.
Il mio flash mob preferito?
Eccolo




E questo è il mio contributo al flash mob di stasera a Torino.
Una cena di piazza pensata e voluta per avvicinare le persone le une alle altre, candidamente.

Pur avendo il blog impantanato da tempo ho pensato che sarebbe stato bello partecipare.
Una cena in bianco, un ingrediente bianco, apparecchiare in bianco.
Perfetto.
Certo abbiamo l'esempio dei Calycanti.
Sulla cena in bianco di Torino vi lascio alle parole di Maricler e al link di FB.
Se devo dire, l'unica volta che sono andata a Torino per lavoro, l'ho trovata brutta.
Decisamente brutta, viali enormi che sembravano senza fine e tutti uguali, caseggiati altissimi uno identico all'altro.
Non mi sono avvicinata al centro, stavo in zona industriale, la mattina sempre per lavoro sulla strada per Candiolo c'ero solo io e la nebbia come pane.
Le parole di Maricler mi hanno tanto confortata e acceso la voglia di vedere com'è la vera Torino. Lo sapevo che non poteva essere e che mi ero sbagliata di grosso
Recuperare si deve a questo punto, chissà, forse a Ottobre.

Ecco il mio contributo. Non è stato affatto difficile pensare ad un dolce bianco che avesse anche un forte legame con la mia origine siciliana perchè da lì proviene. E' un dolce antico, un budino d'antan che negli anni è stato stravolto con la sostituzione del latte di mandorla con il latte di mucca. Un vero peccato.


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Qui si parla candidamente di:

BIANCOMANGIARE E MIRTILLI (per 2 persone)

- 450 ml di latte di mandorla o metà latte di mandorla e metà latte di mucca o tutto latte di mucca (ma quest'ultima opzione non ve la consiglio)
- 3 cucchiai grandi e colmi di amido di mais
- 70-100 gr di zucchero semolato (e qui vedete voi assaggiando, il latte di mandorla che ho utilizzato non è zuccherato=
- una punta di semini di vaniglia
- menta per profumare (in questo caso ho usato la menta bergamotto ma giusto per tirarmela un pò)
- una manciata di mirtilli per far contenti i bambini


Non c'è niente di più semplice e se vi va di far ancora più in fretta vi consiglio l'uso del microonde.
Sciogliete l'amido nel latte freddo, insieme allo zucchero. Fate addensare a fuoco bassissimo oppure al microonde, non ci vorranno più di tre minuti.
Fuori dal fuoco aggiungete i profumi.
Io ho scelto la menta e la vaniglia voi mettete quel che vi pare.
Che ne so....cannella, limone, melissa... Mettete all'interno dello stampo una manciata di mirtilli e fate raffreddare in frigo.
Sformarlo sarà facilissimo. verrà via da solo.

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martedì 5 giugno 2012

Ancora vivi

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Cacchio son due mesi che non metto mano al blog.
Ed è una vita che questa ricetta staziona ben riposta, tanto il tempo c'è.
E invece tempus fugit e infatti siamo al secondo mese di "salutiamoci" l'iniziativa sull'alimentazione sana curata da alcune amiche blogger.
Mese per mese troverete il blog che ospita l'ingrediente della salute, i partecipanti ci mettono il resto.

Per i dettagli vi rimando al post di Stella di Sale, qui accanto troverete il logo e relativo link.



Ed eccomi anche io, fanalino di coda, a postare la mia interpretazione.

Non è un mistero per nessuno perchè vi scasso gli zebedei tutti i giorni su FB con le foto del mio microgiardino, già così pieno da sembrare una foresta, nel quale ho creato un micro-orto tenuto su con i criteri antichi.

Un orto che già nel breve periodo mi sta dando soddisfazione e mi sta permettendo di arricchire le mie competenze in materia.

Non sono una fan del biologico e non credo di diventarlo adesso, nè tantomeno sono una fan irriducibile dell'alimentazione sana.
E ho i miei motivi.

Il primo dei motivi è che sono antiproibizionista, i toni perentori non solo mi hanno sempre infastidita ma addirittura hanno risvegliato in me la voglia di trasgressione.
Una cosa proibita è una cosa ambita, proprio quel che succede ai bambini i destinatari principali del messaggio alimentare.

Da mamma, la mia educazione alimentare indulge anche sugli alimenti spazzatura che in casa mia, in minima quantità non sono affatto vietati.
Insomma non c'è il lucchetto alla Nutella, nè alla Coca Cola.
C'è una sorta di libertà vigilata che finora ha dato i suoi frutti.

Mi spiego: la Nutella è consentita e accessibile alle mie bambine sotto la mia supervisione in modo che si sentano gratificate senza apparenti divieti.

La vuoi? eccola, il cucchiaino te lo do io, non sarà simbolico, sarà gratificante, tranquilla.
Il barattolo maxi formato è visibile e mai nascosto, sta lì e se me lo chiedi te la do, se ne vuoi troppa te la nego.
Vuoi la Coca Cola?
Eccola, ma solo la domenica sera quando preparo la pizza.
Gli altri giorni no, per loro non è un divieto è una dimenticanza, mi scordo di comprarla.

Mia mamma nascondeva il barattolo, lo circondava di allarmi e raggi laser, se chiedevamo pane e Nutella ci propinava pane e strato simbolico, il che produceva l'effetto desiderio inappagato.
Bastava scoprire il nascondiglio e...barattolo addio....
Non voglio che succeda lo stesso con le mie bambine e finora l'apparente libertà non ha prodotto desiderio e di conseguenza riesco a gestire la cosa in modo tranquillo limitandole.

Lo stesso senso di fastidio me lo ha dato leggere una lista di alimenti incasellati come assolutamente proibiti, consentiti ma non consigliati e raccomandati.

Non la vedo proprio così, già la stessa schematica divisione in diavolo e acqua santa mi induce a più miti consigli.
Con questo non voglio dire che non dobbiamo percorrere la via della sana alimentazione ma nemmeno demonizzare senza possibilità di appello.

La stessa cosa è se leggo nella tabella di alimenti a chilometri zero e alimenti biologici.
A parte che andare al Naturasi è un'esperienza, perchè le verdure bio oltre ad avere prezzi che manco l'oro al grammo mi fanno una tristezza estrema perchè sembrano la copia fotostatica avvizzita delle verdure del supermercato e poi...davvero una persona normale con uno stipendio normale non può permettersi di spendere 6 euro per un mazzo di broccoletti.

Il messaggio che secondo me passa da uno schema così fatto è che già se mangi chilometri zero piuttosto che bio t'avveleni irrimediabilmente e il minimo è che ti becchi il cancro.
Magari fosse così semplice.
Regna la confusione anche per tumori di cui si conosce la relazione causa effetto, faccio un esempio fumo e cancro del polmone, c'è una consistente fetta di malati di cancro del polmone che non hanno mai toccato una sigaretta in vita loro e ci sono fumatori incalliti morti di vecchiaia ma non di cancro al polmone.

Non mi dilungo oltre, perchè qualcosina avrei anche da dire sulla letteratura scientifica destinata a suffragare il tutto.

Trovo che la vera sfida sia far capire che possiamo trovare una via di alimentazione sana e altrettanto gustosa quanto quella junk, dove per junk non intendo certo il formaggio o la carne o le uova alimenti fortemente demonizzati in questo schema.
Per questo, nonostante le remore spiegate, ho aderito pur con i miei tempi biblici al progetto delle mie amiche, perchè nel sano buono e gustoso ci credo anche io.


Scusate il suppostone simil-filosofico, ma così la penso.
I piselli che ho usato sono quelli del mio orticello microscopico.
Li avevo fotografati e pubblicati su FB e una mia amica ha commentato che andavano mangiati crudi appena colti.
Ancora vivi, insomma.

Siccome non amo molto il sapore dei piselli crudi ma sapevo che aveva ragione lei, ho cercato di trovare una via di mezzo.

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GNUDI DI PISELLI ALLO PSEUDOPESTO

- una manciata di piselli appena colti
- 200 gr di ricotta
- 100 gr di farina di grano duro
- olio evo
- basilico
- pinoli
- mezzo spicchio d'aglio
- sale e pepe

Impastare la ricotta con la farina e i piselli crudi fino ad ottenere un composto lavorabile che si stacca dalle mani, tenete conto che le dosi sono abbastanza approssimative se dovesse servire potete aggiungere più farina.
Intanto riscaldare l'acqua salata, deve fremere senza bolllire impetuosamente.
Formare delle piccole polpette con le mani e tuffare gli gnocchi, gnudi, polpette o chiamateli come vi pare raccoglierli con il mestolo forato una volta venuti a galla e condirli con il pesto pseudo perchè senza formaggio.