mercoledì 16 ottobre 2013
MILIDDI: I CAN'T FORGET YOU, SICILY. WORLD BREAD DAY 2013
Here we are!
In the last year I wrote so few posts that I'm ashamed of this.
But Zorra is a genial friend with so genial idea that I can't resist.
This is my contribution for the
http://www.kochtopf.me/announcing-world-bread-day-2013-8th-edition
What are miliddi?
I can't traslate, there's not a traslation, it is just a name for a toasted ancient bread aromatized with wild fennel or anise seeds.
They are a sort of dry cookie served sweet or savory.
Tipically we eat this miliddi either with pecorino cheese and possibly a good glass of wine or plunged into Passito wine for a sweet after dinner.
They were the old cookies for children, crushed and put into the feeding bottle.
As many of you know, our cookery is suspended beetween a decadent rich manner and a poor one.
We are in the second case.
A poor old cookery.
At the end of the work for the weekly bread, sicilians women used to throw into the oven little pieces of this pasta to avoid wasteness of wood and fire.
Anything must be waiste and we must remember this wise lesson.
My recipe come from a turistic advertising site of one of the most beautiful little village, Custonaci, with an astonishing view to the beautiful gulf.
I just copy and this is the referred link
Just translate the
RECIPE
500 gr of semolina durum wheath flour
1/2 tbs of anise seeds
100 gr of melted lard (in sicilian language: saìme)
15 gr of fresh bakery yeast
salt
water
Just knead (in the way you prefer: hand, kitchen robot, bread machine....husband...) energically all the ingredient except lard that will be added at last.
Wait until the dough will raise, doubled, and form small cordon about 4 cm in diameter.
Cut the dough in small pieces and roll in small ball-shape
Wait again and bake at 200°C for 15 minutes until they'll have a golden and crunchy crust.
They can be stored for 1 week in a dry place.
and now...as you expected...
MY TWO CENTS
First of all, I apologize for the awful photos.
My camera is definitely out of order.
I love this bread's biscotti.
My grandpa called them Biscotti di pane, cookies and bread at the same time.
They are my favourite one, bringing me memories of my grandpa, he bought and store this biscotti into a ceramic pot and delighted himself watching at my sister and I eating them for breakfast.
I loved him and I miss all my grandparents so much.
Every sicilian bakeries sell several marvellous bread-derivated: miliddi, grissini seasoned with sesame seeds, treccine a sort of fluffy brioche topped with granulated sugar, pizza, mattonelle (a sort of savory puff pastry pie filling with tomato and cheese), pane cunzato, biscotti di san Martino, mufuletti...
For this recipe I decided to follow my memories.
I've rolled the dough in a long cordon and baked for 15 minutes 'till they were slightly golden.
Let them cool in a tray and then cut in thick slices.
Put again in the oven on a grid at 100 °C instead of 200 °C to achieve definitely brown colour and to dry them.
This lasts about 1 hour and depends on the thickness of the pieces.
domenica 2 giugno 2013
lo sbaglio perfetto
Cambio sempre qualcosa di qualsiasi ricetta mi passi sottomano, è più forte di me
Togli qui, metti là, sostituisci il tutto rigorosamente ad occhio ed in preda al delirio di onnipotenza.
Non ce la faccio nemmeno a volerlo specie le cose da mangiare meglio riuscite, non sono mai due volte uguali: da meraviglia delle meraviglie ad immonda ciofeca in sei secondi netti.
Vale perfino per il sugo di pomodoro per la pasta.
Ora la Greixonera è la cosa più facile (e buona del mondo) non c'è dubbio.
Ovviamente il diavolo sulla mia spalla (i maligni penseranno la scimmia) mi dice che no, che i profumi non vanno bene...ci voglio la vaniglia...lo zucchero è mio e lo decido io...ma...furbata delle furbate, imburro uno stampo di pyrex e lo cospargo di zucchero di canna.
E poi, come
Gonfia bene il dolce di ricotta, vado di là ad evitare l'ennesimo fratricidio, torno e zac. bruciato sopra.
Cacchio lo zucchero....
Vabbè il profumo è buono, non è carbonizzato, non lo devo pubblicare, va bene così.
Lo spello della buccia nera della superficie e lo butto sul tavolo da cucina in attesa che freddi.
Una volta sformato sul piatto diventa la cosa più buona mai esistita, perché lo zucchero che rivestiva lo stampo s'è caramellato ma s'è anche mescolato con l'acqua della ricotta facendo un sughino dorato e profumato.
Una fetta tira l'altra.
Il dolce è finito, amen.
Non credo che la prossima volta mi verrà come questa, c'è sempre e comunque la ricetta di Giovanna.
Un piccolo flash sul set fotografico... Cercate la ricetta?
Giovanna ha scritto un post apposito su questo dolce della settimana santa spagnola.
Ah, volete la mia versione?
Semplice.
Togliete l'acqua di fiori d'arancio, imburrate lo stampo e cospargetelo di zucchero di canna, permettete il fratricidio e controllate che non bruci.
domenica 14 aprile 2013
I nastri bianchi di Santino
Non conoscete Santino?
Semplicemente un amico.
Intelligente, arguto, saggio, simpatico, ironico, con una sconfinata cultura sull'agricoltura, buono e sempre disposto a dare consigli, a fare e disfare, perennemente in movimento, un momento prima parla con te e un momento dopo salta sul trattore perché ha individuato il posto giusto per il solco dei pomodori, appena finito viene giù dal trattore, prende la cassetta e raccoglie per me questo mazzo di biete a coste che accetto come se mi stessero regalando un fascio di rose rosse.
Faccio per ringraziarlo ma lui è già ai fornelli della cucina economica a legna...frittata di carciofi che le galline hanno deposto giusto 4 uova.
Piccolo particolare, oltre a possedere un ettaro di terra vicino a casa mia ha 89 anni e lo spirito di un trentenne.
E da anche ottimi consigli di cucina! Le conosci le biete a gratté? No Santino, dimmi. Eccole le biete a grattè non proprio quelle di Santino che mi aveva detto di farle in padella e non ci pensa proprio alla granella di mandorle, ma eccole.
BIETE A GRATTE' DI SANTINO
(TERRINA DI BIETE)
Avete già capito che si tratta di una non ricetta.
Per le dosi vado a occhio e dipende da quante biete avete e dal contenitore. basta scegliere il contenitore in funzione del quantitativo di verdura in modo da avere uno strato abbastanza consistente diciamo circa 5 cm.
Biete a coste
uova
formaggio
grattugiato
noce moscata
pepe
poco latte intero o panna
pane grattugiato
poco burro fuso
granella di mandorle
Sbollentare le coste in pochissima acqua bollente leggermente salata e metterle a colare in uno scolapasta fino a raffreddamento (si devono solo ammorbidire, non cuocere completamente).
Imburrare e spolverare con il pangrattato una pirofila in ceramica da forno (non che la ceramica sia essenziale ma è esteticamente meglio per servire le coste direttamente in tavola).
Disporre in modo ordinato le coste e premere per far fuoriuscire il liquido in eccesso.
Sbattere le uova (io ne ho usato solo 1), il formaggio grattugiato (scegliete voi quale a seconda di quel che vi piace pecorino, un formaggio filante, parmigiano per un gusto più delicato), diluire con poco latte (che evita l'effetto frittatina) e versarlo sulle biete.
Mescolare il pangrattato ad una noce di burro fuso e aggiungere la grattatina di noce moscata.
Spolverare con il pangrattato condito la superficie della terrina e aggiungere da ultimo la granella di mandorle.
Schiaffare in forno già caldo...diciamo 200°C fino a che non vedrete la crosticina dorata in superficie.
E qui i miei soliti pallosissimi
DUE CENTS
Alzi la mano chi non detesta pulire e lavare le verdure.
Non vi posso aiutare, nemmeno a me piace.
Però...specie le verdure provengono dall'orto son più cariche di terra di quelle che provengono dal mercato.
Lavatele bene e tanto, all'ultimo lavaggio lasciatele almeno 30 minuti in acqua e per ulteriore precauzione una volta sbollentate scolatele tirandole su con una schiumarola facendo in modo che l'acqua di cottura rimanga nella pentola.
In questo modo gli eventuali residui terrosi rimarranno depositati nell'acqua. Abbiate cura di tenere le verdure il più asciutte possibile in modo da avere un risultato più compatto che vi permetterà di tagliare la terrina a fette una volta tiepida.
La granella di mandorle tostata ci sta da dio ma sfruttate il vantaggio della non ricetta per cambiare con nocciole o pistacchi o semi di zucca o con quello che più vi piace.
Comunque vada sarà un successo.
Semplicemente un amico.
Intelligente, arguto, saggio, simpatico, ironico, con una sconfinata cultura sull'agricoltura, buono e sempre disposto a dare consigli, a fare e disfare, perennemente in movimento, un momento prima parla con te e un momento dopo salta sul trattore perché ha individuato il posto giusto per il solco dei pomodori, appena finito viene giù dal trattore, prende la cassetta e raccoglie per me questo mazzo di biete a coste che accetto come se mi stessero regalando un fascio di rose rosse.
Faccio per ringraziarlo ma lui è già ai fornelli della cucina economica a legna...frittata di carciofi che le galline hanno deposto giusto 4 uova.
Piccolo particolare, oltre a possedere un ettaro di terra vicino a casa mia ha 89 anni e lo spirito di un trentenne.
E da anche ottimi consigli di cucina! Le conosci le biete a gratté? No Santino, dimmi. Eccole le biete a grattè non proprio quelle di Santino che mi aveva detto di farle in padella e non ci pensa proprio alla granella di mandorle, ma eccole.
BIETE A GRATTE' DI SANTINO
(TERRINA DI BIETE)
Avete già capito che si tratta di una non ricetta.
Per le dosi vado a occhio e dipende da quante biete avete e dal contenitore. basta scegliere il contenitore in funzione del quantitativo di verdura in modo da avere uno strato abbastanza consistente diciamo circa 5 cm.
Biete a coste
uova
formaggio
grattugiato
noce moscata
pepe
poco latte intero o panna
pane grattugiato
poco burro fuso
granella di mandorle
Sbollentare le coste in pochissima acqua bollente leggermente salata e metterle a colare in uno scolapasta fino a raffreddamento (si devono solo ammorbidire, non cuocere completamente).
Imburrare e spolverare con il pangrattato una pirofila in ceramica da forno (non che la ceramica sia essenziale ma è esteticamente meglio per servire le coste direttamente in tavola).
Disporre in modo ordinato le coste e premere per far fuoriuscire il liquido in eccesso.
Sbattere le uova (io ne ho usato solo 1), il formaggio grattugiato (scegliete voi quale a seconda di quel che vi piace pecorino, un formaggio filante, parmigiano per un gusto più delicato), diluire con poco latte (che evita l'effetto frittatina) e versarlo sulle biete.
Mescolare il pangrattato ad una noce di burro fuso e aggiungere la grattatina di noce moscata.
Spolverare con il pangrattato condito la superficie della terrina e aggiungere da ultimo la granella di mandorle.
Schiaffare in forno già caldo...diciamo 200°C fino a che non vedrete la crosticina dorata in superficie.
E qui i miei soliti pallosissimi
DUE CENTS
Alzi la mano chi non detesta pulire e lavare le verdure.
Non vi posso aiutare, nemmeno a me piace.
Però...specie le verdure provengono dall'orto son più cariche di terra di quelle che provengono dal mercato.
Lavatele bene e tanto, all'ultimo lavaggio lasciatele almeno 30 minuti in acqua e per ulteriore precauzione una volta sbollentate scolatele tirandole su con una schiumarola facendo in modo che l'acqua di cottura rimanga nella pentola.
In questo modo gli eventuali residui terrosi rimarranno depositati nell'acqua. Abbiate cura di tenere le verdure il più asciutte possibile in modo da avere un risultato più compatto che vi permetterà di tagliare la terrina a fette una volta tiepida.
La granella di mandorle tostata ci sta da dio ma sfruttate il vantaggio della non ricetta per cambiare con nocciole o pistacchi o semi di zucca o con quello che più vi piace.
Comunque vada sarà un successo.
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