domenica 21 novembre 2010

da colori a sapori

Femmina, si, molto.

E femmina in giro per il mondo vuol dire vetrine, negozi modaioli o no pur sempre negozi.

Femmina con un blog che (dovrebbe) parlare di cibo, accoppiata esplosiva.

A Sevilla ho avuto pane per i miei denti, la reflex ha lavorato e io mi son convinta che davvero il mondo è un posto fantastico.

E adesso la solita storia.

Arriviamo a Sevilla che è ora di pranzo, fame.


Il tempo di andare in albergo e subito via a cercare un posto dove mangiare.

Gira che ti rigira ci ritroviamo nel viale dell'Università, sole bellissimo e tanti ragazzi e tanti locali, di conseguenza.

Entriamo in quello che ci sembra più affollato e così ordiniamo 6 montaditos, gusti misti.

Convinti dalla fame nera che avremmo affrontato qualsiasi piatto ci hanno servito 6 panini 6 spalmati di salse ad accompagnare una mezza litrata di vino rosso annacquato con gazzosa, vino tinto e non mi ricordo cosa.

Esco viva dall'esperienza dei montaditos ma barcollo.

Una passeggiata in centro e mi accorgo che è pieno di posti dove mangiare dolci opulenti, file di jamon iberico, ad ogni angolo si può mangiare a prezzi irrisori, un'orgia di cibo impressionante che no, non ce la posso fare.

Mi chiedo come mai gli spagnoli non siano tutti obesi, la gente che gira per strada è abbastanza nella norma e mi rispondo dicendomi che alla fin fine ci si può saziare anche con gli occhi.

Mi rendo conto che con le dovute proporzioni anche in cucina gli spagnoli hanno lasciato il segno e aloro volta son stati segnati dagli arabi che magari....insomma sapete com'è.

Un segno inequivocabile è dato dallo street food: le caldarroste.

Vengono cotte su una specie di tubo di lamiera su cui è inserito uno scolapasta in modo che le caldarroste si possano cuocere affumicandosi coprendosi di una particolare coltre di cenere impalpabile e spruzzate di sale. Stesso dicasi per l'abitudine di mangiar carrube.

Spesso leggo della farina di carrube e mi vien da sorridere pensando a quante ne ho masticate da bambina cercando i bordi più morbidini e dolci.

Dei negozi del centro rimango impressionata, antichi con gli arredi antichi, farmacie dai banchi e dai profili lignei con gli antichi scaffali e gli antichi vasi.

Dovrei star zitta per non diventare pesante ma mi ritrovo a pensare ai negozi del centro di roma e mi prende male.

Gli intarsi su legno scuro si ritrovano spesso negli antichi mobili siciliani, sicuramente mio papà riconoscerà in alcuni particolari gli intarsi del comò della nonna.

In un certo senso mi sento a casa.

I ristoranti sono impressionanti, così i locali che servono tapas. Capita che in una stessa via magari ci siano 10 ristoranti, locali che scoppiano di gente accanto a locali completamente vuoti.

In ogni caso la prima sera siamo andati alla cena sociale del corso, ossignore, mai mangiato così male il ristorante si chiama el espigon e fate in modo di non cascarci.

E invece alla plaza de santa marta, al bar santa marta ci siamo seduti e coccolate con tortillas e croquetas insieme ad un buon vino tinto.

Le immagini in collage vengono da un ristorante che si chiama Paladar, vicino alameda de hercules, che meraviglia!!! e ci siamo alzate sazie ma davvero sazie per la modica cifra di 12 euro.

ditemi voi se questa non è vita :)

Ovviamente il bar Marta e il ristorante di Tapas Paladar non ci son stati consigliati dai colleghi corsisti ma dai due ricercatori italiani incontrati il primo giorno, ovviamente.

Volete sapere di più su Siviglia? volete sapere cos'è la turta de aceite o la tostada con jamon o la ferreteria? allora aggiungete ai miei 3 post i 3 post di Comida de Mama e avrete il quadro completo.

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Antica Papeleria



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Il gioco dell'oca in ceramica

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è o non è il paradiso del food blogger?

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Caldarroste e caldarrostaro, uno più tipico dell'altro

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Non solo Halloween, per fortuna
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siviglia

17 commenti:

maite_i calycanti ha detto...

wow, voglio andare. La storia delle caldarroste poi me la ricordo dai racconti del fotografo, ma ricordo che a Palermo l'inverno scorso vedemmo qualcosa di molto simile. Anche a me la Spagna, quella bassa in particolare, mi fa sentire la Sicilia.

Günther ha detto...

mi hai fatto tornare indietro di dieci anni, le immagini della spagna del sud mi ricorda molto la Sicilia, c'è più di una relazione secondo me anche ecnomica sia la spagna del sud che la sicilia oltre gli arabi hanno avuto un rapporto privilegiato con Inghilterra. Delle tue foto quelle con la pasta fillo è quella che mi piaciuta di più, un bel giro c elo rifarei eccome

Alex ha detto...

Ho capito va, mi tocca andare in Spagna. A Siviglia.

Anonimo ha detto...

OLA che spettacolo ! IO adoooooooro Siviglia, la Spagna del Sud ma soprattutto Siviglia !
E' magica...è unica e se si ha la fortuna di andare durante la Feria de Avril è uno spettacolo unico!!!
Vamos de tapas !
SMIIILE
Lucy64

Alessandra ha detto...

Ok io voglio un po' di quei piatti... facciamo tutti, e poi i dolci tipo baklava e dimmi, hai visto o comprato il pimenton? Penso che si chiami cosi' ... la paprika affumicata, ne uso a barili, e' uno die miei ingredienti preferiti :-)

Bacioni
Alessandra

Rosa's Yummy Yums ha detto...

What gorgeous food and pictures! A wonderful place.

Cheers,

Rosa

Saretta ha detto...

Amica...mi hai fatto venire una voglia irrefrenabile di fare le valigie e far vela verso la Spagna..mi sono resa conto che là sto davvero bene!Che reportage stupendo, grazie!
Un abbraccio

enza ha detto...

:) bella vero? e pensa se fosse stato un reportage di Alex!
alessandra no niente pimenton nè paprika affumicata :(

Lo ha detto...

prima le tue parole cariche di energia vitale, poi le foto che regalano la visione su ciò che il tuo cuore ha visto: sto benissimo qui!

MilenaSt ha detto...

Quei bastoncini neri accanto alle carrube sono radici di liquirizia?
Il sale viene cosparso sulle caldarroste con tutta la buccia e poi penetra all'interno, attraverso il taglio?

La Gaia Celiaca ha detto...

bellissime queste foto.
un posto che è un fiume di parole che mi sta già portando lontano, via, attraverso il mare...
...
...
...
a sevilla! a sevilla! a sevilla!

enza ha detto...

si milena bastoncini di liquirizia e tu, calabra, li hai riconosciuti.
Il sale viene spruzzato nello scolapasta mentre le caldarroste cuociono coprendosi di cenere così quando le apri la buccia ti sporca le dita e la cosa più guduriosa del mondo e leccarle alla fine dell'operazione. :)
ragazze questo non è un blog poetico!!!! ahahahahahah

Reb ha detto...

Voglio quelle caldarroste!!!! E anche le carrube! E già che ci sono, voglio anche andare a Siviglia, e leccarmi le dita e al massimo, poesia per poesia, che sia ermetica (così i biscotti si conservano anche meglio)

silvia ha detto...

che bello farsi un viaggio alle 17e45 di un pomeriggio che rimarrà nella mia storia personale come " ... "
adoro le foto tutte in toto. ma la prima in assoluto mi ha portata li. ho le mani sporche di cenere.

cat ha detto...

essì caralamiaEnza, questi stages fanno bene al curriculum, ma ancora di più al cuore alla mente e alla panza ;O)!
un saluto salato cat,

che 'sta cosa delle caldarroste ci ha tutti incuriositi.

Aiuolik ha detto...

Ah ah ah ah! Anche io mi chiedo sempre com'è che gli spagnoli mangiano e bevono così tanto e non sono ciccionissimi :-)

Anonimo ha detto...

Ma che bel reportage ... stavo giusto pensando a Sevilla per Natale. Se riesco, me lo stampo sicuro.
Ciao
Fabrizio aka Artèteca