Son giorni strani, giorni nervosi ed intensi dove tutto gira talmente veloce da sembrare fermo.
Giorni di riflessione ed incazzature.
Giorni come tanti, uguali l'uno all'altro ormai da troppo tempo.
Giorni da snocciolarsi a memoria.
Meglio sfogarsi.
Quando dalla busta magica di
Silvia è uscito questo strano pettine con altrettanto enigmatico biglietto ho pensato ad uno strumento musicale antico per le bambine.
E invece...la stessa Silvia mi corregge il tiro e trattasi di un pettine da garganelli, apperò.
E così urge tutorial, guardato frettolosamente su utube con bimba annessa che fa al caso mio, che giusto giusto ci ho due uova di anatra fresche fresche, un pò di semola di grano duro e anche una bambina da far giocare che le altre due sono a scuola e la quarta mi guarda placida e tranquilla dalla culletta e se ne stracatafotte sia di me che della sorella.
Sarà meglio intervenire che giusto giusto è quasi ora di pranzo...
Silvia, al telefono, mi racconta dell'impasto dei garganelli:
- Sottile, mi raccomando e fa l'impasto con la farina 00!!
- Ahia, già si parte con il piede sbagliato, Silvia, ho già impastato la semola.
Vabbè fa niente che noi siamo temerari e sperimentatori
e poi me li condisce telefonicamente alla zingara...sarebbe?
- peperoni, cipolla e pancetta con un pò di pomodoro, ma peccato non è stagione.
Pensando ad una zingara di stagione è bastato sostituire i peperoni con i carciofi, evitare il pomodoro che con i carciofi non mi va giù e mangiarne due piatti.
Mentre li mangiavo però pensavo al perchè sia fondamentale l'impasto sottile, i garganelli son come i tortelli piacentini con le code bisogna trovare il punto esatto di cottura.
Lì è la difficoltà.
Perchè lo spessore della pasta arrotolata potrebbe ostacolare la cottura mentre dove la pasta è meno spessa, all'estremità, si potrebbe scuocere.
Mi son capita da sola ma va bene così.