Il blogger tour romano è una delle cose più divertenti in assoluto.
Il triangolo delle Bermude per un gruppo di foodblogger in giro per Roma è via Cola di Rienzo, ovviamente.
Si comincia con Castroni dove ci si scioglie davanti alle boccette del sale di Persia (che sempre cloruro di sodio è), si ammira Franchi con i nasi incollati alla vetrina, si bramano le lampade Berger del negozio di coloniali a fianco (blogger si ma sempre femmine), capatina al reparto casa di Coin per poi finire allegramente dentro l'antro delle meraviglie di Peroni.
Inutile dire che man mano che il tour prosegue almeno un blogger uscirà con la busta contenente l'oggetto dei suoi sogni, quello che deve avere, quello che proprio gli manca e per fortuna che Castroni non vende ancora la fava tonka!
Però nel caso romano, avendo un pò di tempo in più è possibile estendere il tour.
Dal lato di via Crescenzio/Borgo Pio c'è
Le Comptoir de France con la cave di vini e formaggi, lato viale Giulio Cesare verso piazzale degli Eroi ecco che il
nuovo mercato Trionfale ti fa l'occhiolino e ti attira....vieni....vieni...
Che poi capita di scoprire anche delle interessanti new entry tipo
fabrica di Calisto posto in cui sicuramente tornerò presto.
Via Cipro altra tappa, vabbè se ci cascate ad ora di pranzo Pizzarium è d'obbligo e vi farete male, molto male, vedi post precedente .
Oppure se ci cascate in un'ora ibrida allora il negozio dei formaggi salumi e altre golosità della
Tradizione è quello che fa per voi.
E proprio di questo voglio raccontare.
Oggi sono in vena di sproloqui bloggari.
Al termine di un tour allargato entriamo proprio alla Tradizione.
Il negozio stretto e lungo ci accoglie con un banco frigo lungo e aperto dove occhieggiano caprini freschi e stagionati, creme di mascarpone artigianali, robiole e insomma una lunga fila di formaggi freschi e anche un bel vaso di ceramica contentente
Bruss nonchè una serie infinita di vaschette che accolgono psichedeliche composte di frutta senapata.
E davanti al banco un ragazzino faccia pulita, sorriso da entusiasta cultore della materia, occhi brillanti è lì per descrivere minuziosamente le particolarità di ogni formaggio, si commuove davanti a quell'erborinato francese, diventa orgasmico con le fragoline di bosco sciroppate piccanti e addirittura delirante davanti ad una vaschetta che contiene una cremina marrone.
E lì il suo autogol clamoroso.
Ora i casi sono due: o io e la mia amica abbiamo fatto la figura delle signore fighette che gli puoi raccontare che sei stato sulla luna e se la bevono o non hai proprio capito che davanti non hai due squinzie ma due volpi blogger pronte a carpire qualsiasi segreto.
Il campanello d'allarme avrebbe dovuto suonare all'occhiata scintillante che ci siamo scambiate alla frase "abbiamo scoperto che le caldarroste stanno bene con la sambuca".
S-C-I-E-N-T-I-F-I-C-O
Ah si??? fa assaggiare va...così tira fuori un erborinato francese dolce e muffato allo stesso tempo tipo un camembert meno grasso con la muffetta un pezzetto di scrocchiarella e la cremina.
E lì parte la seconda occhiata, questa volta più romana che blogger...che me stai a piglià pe cu...?
Marron glaceè schiacciati e conditi con una quantità spropositata di sambuca a copertura delle lastrine di zucchero cristallizzato che scricchiolano sotto i denti, nessun sentore di bruciaticcio, di affumicato.
Niente.
Dalla felice combinazione di una scampagnata, un barbecue e un paio di chili di castagne finite a caldarroste è nata questa cosa qui.
Tutt'altra storia.
Stampatela e crocifiggetela sul frigo, siete ancora in tempo per stupire.
L'erborinato? di capra trentino comprato in un banco spettacolare al mercato trionfale.
Come una scema non ho chiesto spiegazioni :(
Ah se qualcuno di voi facesse una capatina alla Tradizione per piacere:
1. non ridete in faccia al ragazzino, è stato bravo dopotutto
2. non fate come me portatevi un bloc notes e prendete appunti
CREMA DI CALDARROSTE AL ROSMARINO ZENZERO E SEMI DI FINOCCHIO
- caldarroste
- sciroppo di zucchero 50% zucchero e 50% acqua
- un rametto di rosmarino
- un pezzetto di zenzero
- un cucchiaino di semi di finocchio
Mettete a bollire lo sciroppo di zucchero insieme agli odori.
Una volta preso il bollore tuffatevi dentro le castagne e proseguite la cottura per circa 10-15 minuti.
Lo sciroppo dovrà sobbollire e non diventare troppo spesso.
Scolate le castagne dal liquido e mettetele nel bicchiere del mixer insieme a qualche cucchiaiata di sciroppo.
Frullate e aggiungete ancora sciroppo se dovesse essere troppo densa.
Potete invasare sterilizzando i barattoli a bagno maria per 20 minuti alla ripresa del bollore oppure conservare qualche caldarrosta intera nel suo sciroppo.
Fate voi.
Questo probabilmente sarà il mio ultimo post prima di affrontare l'ultima fatica e di presentarvi Irene.
Ne approfitto però per invitarvi a dare un'occhiata agli scatti Flickr di
Remy Machet aka uno dei
Cuochi di carta, le sue foto mi faranno rimpiangere l'autunno (e le castagne).
Io dal mazzo ho scelto questa.