domenica 11 aprile 2010

la discussione

no, niente foto, niente ricette.

Sorry.

E' da giorni che medito questo post e molti di voi lo sanno.

Poche righe per spiegare.

99 colombe mi ha dato lo spunto fondamentale insieme ad un'altra serie di circostanze ed avvenimenti.

Il potenziale pubblicitario della rete in questo momento è altissimo e io credo che le aziende se ne siano accorte.

Non mi riferisco alle motivazioni che hanno spinto alla creazione di 99 colombe che credo rimanga un caso unico ed isolato con tutt'altri intenti rispetto a quelli che sto per esporre, nè mi riferisco al mondo dei professionisti che viaggia su altri livelli.

Mi riferisco più che esplicitamente al fatto che ormai la pubblicità scorre sul filo della rete, anzi sul filo dei blog.

Ce ne siamo accorti tutti, chi di noi non è cascato nella trappola Silikomart allettati dagli stampini per poi accorgersi che una campagna a tappeto come quella non porta vantaggi ad altri se non alla stessa ditta?

E guai a dire che si tratta di una collaborazione, anche a voi sarà arrivata la mail circolare con il monito, mi raccomando non parlate nel post di collaborazione!!!

Da Silikomart in poi ci son stati moltissimi altri eventi come i contest sponsorizzati, Caffarel ha spedito uova a destra e a manca e con un costo aziendale irrisorio s'è garantita non si sa quanti clienti tanto il messaggio era chiaro, un giochino for dummies e anche divertente, chi non si sarebbe sentito allettato?

E soprattutto quante persone hanno visto l'ovetto decorato?

Centinaia di migliaia, ne sono più che sicura.

E non solo l'hanno visto, hanno visto che era un'idea carina, i blogger l'hanno dimostrato visivamente pubblicando le foto et voilà centinaia di clienti pronti a far lo stesso e a comprare l'uovo e le quattro farfalline e fiori di zucchero, tanto è facile...

Insomma stiamo diventando interessanti pur rimanendo il fatto che molti di noi considerano il blog una valvola di sfogo, insomma catalogabile alla voce Hobby.

Il problema è proprio quello.

Siamo appetibili e soprattutto siamo gratis, vuoi mettere?

Non mi venite a dire che questo vale solo per i blog più in vista perchè non è così.

Cosa vuol dire "essere in vista"?

Ci sono blog che trattano di cucina e che per me non sono affatto interessanti ma che hanno un seguito altissimo, ci sono blog che hanno 4 commenti in croce e sono strafighissimi e seguitissimi, ci sono blog apparentemente non visitati che se metti un contatore hanno migliaia di ingressi al giorno.

Come la metti metti, il problema è che rimaniamo gratis, quasi a costo zero quasi ci facesse schifo usare la parola vendita, il classico "si vabbè, ma che mi dai?"

Si gratis, non mi vorrete dire che spedire un pò di stampi di silicone e qualche altro gadget abbia per l'azienda un costo gravoso?

E quanto gravoso? Quanto un passaggio pubblicitario televisivo?

Insomma io credo che da qui a pochissimi mesi saremmo considerati la gallina dalle uova d'oro, che va spennata ben bene a suon di gadget.

A questo si aggiunga il fatto che spesso e volentieri si è contattati anche da grosse azienze o meglio aziende a distribuzione nazionale tipo la S. Pellegrino- Acqua Panna che ti chiede la foto da mettere temporaneamente (sia chiaro!) all'interno di un sito di promozione turistica legato all'acqua appunto e che ti scrive che ti darà i crediti e che questo contribuirà alla tua visibilità.

E che me ne faccio, di grazia?

No, non ci siamo capiti. A me della visibilità non me ne frega niente a te, cara azienda, del cliente te ne deve fregare.

No, grazie.

Non ci sto.

Più ci penso e più non ci sto.

Sia chiaro, i gadget, i contest piacciono anche a me non son mica diversa, ma penso che se a me non interessa la pubblicità retribuita adeguatamente (ognuno scelga che significato dare alla parola "adeguatamente") magari qualcun altro può avere il suo tornaconto o può essere interessato a vendere i propri spazi.

Perchè no?

Se è l'azienda a contattare il blogger deve anche dare un prezzo, perchè chiamalo contest chiamalo come ti pare sempre pubblicità è.

Ripeto, io nella vita faccio altro e per me il blog è unicamente un hobby come ne ho tanti, mi diverte e nel mio spazio ho scelto di essere libera di decidere, libera di segnalare anche, insomma è casa mia e faccio come mi pare.

E questo credo valga per la maggior parte di noi.

Ma riflettendoci e andando avanti mi son resa conto di non essere così tanto libera come credevo e che la mia libertà in un certo senso è limitata proprio da questo sentirsi preda.

Una sensazione che ho da un pò.

Ora, signori miei, penso che sia arrivato il momento di chiarire e di rendersi conto che pubblicitariamente parlando siamo diventati polli da spennare a bassissimo costo, quasi gratis direi e mi sembra il caso di porvi rimedio, riflettere e quanto meno accendere una discussione in modo da capire anche qual'è l'atteggiamento generale rispetto all'andazzo.

Il che, per quanto mi riguarda, non vuol dire istituire il sindacato dei blogger, nè tantomeno gruppi facebook, non voglio diventare fan di nessuno (cosa che detesto cordialmente).

Vorrei (voglio) solo che riflettiamo tutti insieme, vorrei (voglio) idee sulla gestione della cosa, punti di vista, critiche insomma movimento, rumore di ferraglia cerebrale senza sobillare nessuno.

Siccome vedo e prevedo che la questione interessa a molti e vedo e prevedo che alzerà un pochino di polvere vi invito sin da ora a rimanere entro le righe della correttezza nei commenti.

88 commenti:

Annalisa ha detto...

Ciao cara Enza, ti seguo da un po' come blog perché,anche se non ti lascio commenti, mi piace leggerti e vedere quello che proponi. Volevo solo dirti che approvo in pieno tutto quello che hai detto. Hai parlato di Silikomart...un paio di anni fa per comprare i loro prodotti mi rivolgevo esclusivamente al loro sito perché ancora non si trovavano con molta facilità gli stampi in silicone da loro prodotti, o almeno era così nella mia città. Solo dopo continue ricerche ho trovato un negozio di casalinghi in centro città che li vendeva, a quasi metà prezzo rispetto al sito e non solo i modelli "base". La cosa mi ha dato parecchio fastidio; mi sono sentita "truffata" e quando ho visto le "collaborazioni" nei vari blog per questo marchio la cosa mi ha fatto davvero "ridere". Come dici tu noi siamo gratis meglio di così!! E' per questo che evito di comprare o sponsorizzare altri marchi che non abbiano solo questo fine.Insomma volevo solo dire che io non ci sto!!
Complimenti ancora per il blog e per quello che scrivi.Buona domenica. Annalisa

stelladisale ha detto...

argomento complicato, negli ultimi tempi vedo diversi blogger che vorrebbero fare il grande passo e far diventare il blog una cosa che porti dei soldi, poi però vedo anche tanti blogger che cadono nella trappola del dare gratis foto, ricette, insomma il proprio tempo, solo "per avere visibilità", e le due cose sono un po' in contraddizione, no? partendo dal presupposto che ovviamente ognuno fa quello che gli pare col suo blog, io credo che dovremmo fare valere di più i nostri diritti, come col discorso plagi, è tempo nostro speso a scrivere, fotografare, andare in giro a fare reportage, fare ricerche, spesso chi scrive un post ci mette una vita perchè cerca, si informa, insomma è un lavoro, se ci diverte farlo gratis ok ma non facciamoci sfruttare, spesso siamo migliori dei professionisti, ormai se uno va a parigi non cerca la guida, cerca i blog dove sono stati segnalati i posti migliori, lo stesso per le ricette che ormai si sa sono più attendibili i blog di fiducia dei libri o delle riviste dove le foto sono finte...
il rischio è che i blog perdano la spontaneità, che è quella che li rende credibili, discorso già fatto ai tempi della pentola a pressione del resto, io personalmenhte preferisco non guadagnare niente ed essere libera, e la troppa visibilità sinceramente mi spaventa anche un po'... ci sarebbe da parlarne per ore, dei professionisti che si vedono scalzare dai dilettanti (giornalisti fotografi grafici programmatori), di chi una volta comprava le foto e adesso le prende gratis dai blog, di chi costruisce interi portali pieni di contenuti o anche materiale cartaceo a costo zero perchè gli basta un contest ed ha tutto gratis, di chi mandando panettoni in giro si pubblicizza a costi contenutissimi e svuota pure i magazzini e di chi per un panettone venderebbe sua zia... alla fine sai ti dirò chissenefrega vado a fare la pizza vah :-)

crimasot ha detto...

Enzina bella, con me sfondi una porta aperta. Io non ho accettato diverse richieste di 'markette' (sì sì le chiamo così, perché cosa sono secondo voi?) perché non le sentivo nelle mie corde.
Se linko prodotti o aziende sul mio blog è solo ed esclusivamente per 'guidare' il mio esiguo ma prezioso seguito all'acquisto o reperiblità di alcuni prodotti che non tutti conoscono. E mi va bene così, credimi.
Gli eventi con tante blogger riunite mi piacciono, ma se sono 'spontanei' e non sotto la bandiera di un formaggino industriale o di una, che ne so, lacca per capelli che manco uso né userò mai.
Ne ho parlato privatamente con altre blogger (pensa un po', mai con te...) e ho risposto privatamente a richieste arrivate via mail adducendo le motivazioni con estrema sincerità.
Spesso nella vita quotidiana devo sottostare a mille compromessi, per carità lasciatemi libera almeno nel mio spazietto virtuale!
Dieci e lode per la tua attenta analisi e,soprattutto, per aver aperto il vaso di Pandora. Ora vediamo che succede.
Probabilmente verrai sommersa da una tempesta di uova in cioccolato e stampini in silicone.
;)

silvia ha detto...

ne avevamo parlato. ho cercato anche di avere idee alternative per il lavoro "importante" che tante blogger fanno. poi mi sono scontrata con sponsor e organizzatori che davvero se devono tirar fuori soldi diventano inavvicinabili. oltre trent'anni fa capitò la stessa cosa con le "voci" della pubblicità. le belle venivano usate e retribuite pochissimo. fino a che non si sono associate. ma poi anche qui è questione di correttezza. il mio non è un blog che possa vantare chissà quali o quante frequentazioni ma è il mio. io sono una persona che dice quel che pensa e non quello che le vogliono far dire. quindi. se voglio dire che da "maldipancia" ho mangiato male e che da "nevoglioancora" si sta da dio e tutti devono provarlo voglio essere libera di farlo. stessa cosa per la padella, se ti dico che il coccio è meglio è un pensiero mio ma non posso farlo se me lo chiedi tu. in cambio di che? poi succede che un'amica mi chiede di parlare sul mio blog di una sua iniziativa aziendale. e io sono andata in crisi. voglio bene all'amica ma non accetto marchette e poi la sua iniziativa non è studiata come piacerebbe a me. sono stronza? hai fatto un'analisi adulta e seria e difficile. hai ragione. che facciamo? scusa sono compusiva a rispondere...

Cristina ha detto...

sono pienamente daccordo con il fatto che le grandi aziende si siano accorte di quanto redditizio sia diventato una collaborazione con i blog. Io sono alla mia prima (e rimarrà l'unica) collaborazione, e non ne accetterò altre. Quando ho ricevuto l'offerta della collaborazione mi sono confrontata con altre blogger e ho scoperto l'esistenza di un vero e proprio protocollo da seguire.
L'azienda con cui collaboro, quando ho chiesto le condizioni mi ha risposto "si senta libera di fare quello che le pare più opportuno". Fine. Non mi hanno nemmeno chiesto di esporre il logo... E io ho accettato per questo. un capo che mi comanda ce l'ho già dal lunedì al venerdi, nel mio tempo libero no, per favore no.
Io penso però che sarebbe utile convogliare su un unico canale, che so, una sorta di rappresentante commerciale di tutti i blog che vogliano aderire, dare in un certo senso noi le direttive delle collaborazioni. sennò il rischio è di diventare dei dipendenti...

Daphne ha detto...

Un post perfetto e completo sul quale sono daccordo su tutta la linea.Io stessa ho indetto un contest che prevedeva uno sponsor; ora, senza sputare nel piatto in cui "si mangia", poco dopo è stato un proliferare di contest con quello stesso sponsor..e allora via tutti a mangiare colombe e panettoni. E noi che ne guadagniamo appunto? Visibilità^ E a quale scopo? Sinceramente, soprattutto nell'ultimo periodo, preferirei essere rimasta in quella categoria di blog non seguiti e sconosciuti a molti; ho cominciato a scrivere per sentirmi libera e da un po di tempo mi rendo conto di non avere quasì più questa possibilità nemmeno in quello che doveva essere il mio spazio intimo.

La prima cosa che ho pensato quando ho letto il tuo post è quella di volerlo pubblicare esattamente così comè anche nel mio blog.
Mi trovo daccordo su tutta la linea, non potevi essere più esaudiente.
Baci

terry ha detto...

Ho letto il tuo post e pure i commenti con estremo interesse...e mi unisco al coro e alle tue riflessioni!
Il mio blog è nato da poco...e come per tutte, nasce dalla voglia di condividere una passione...un hobby, come giustamente dici, in uno spazio personale, dove le "regole" le detto solo io!... mi sono ritirata da un forum perchè pieno di regole e restrizioni... per avere uno spazio mio e personale...e di certo non voglio che nessun altro mi venga a dire come quando e cosa postare... per cosa poi...per un pò di effimera visibilità???... echissenefrega!!! ...alla fine chi ci guadagna son solo le grandi aziende che come dici tu a costo quasi zero hanno una buona pubblicità...i loro uffici marketing hanno capito che attraverso la popolarità ed il tam tam dei blog posson avere LORO una vera visibilità!!! ...non il blog alla fine!!!...chissà se davvero i blog chiedessero una vera remunerazione adeguata queste aziende continuerebbero a richiedere la collaborazione!? ...il fatto è che sanno che molti blogger magari vengon lusingati e alletatti da queste richieste e che nel piccolo nostro mondo ci pare chissà che cosa ricevere una proposta da una azienda famosa... e cadiamo nella loro "trappola"! forse è che ora che il mondo dei blogger si svegli! :)
Cmq io nel mio voglio continuare ad avere il mio blog per il mio amore per il cibo e la cucina, voglio seguire i blog per avere sempre nuovi spunti e stimoli con ricette ed ingredienti che non conosco... voglio continuare a cucinare con cosa piace a me... quando piace a me!
Credo che quello che c'era da dire lo hai espresso chiaramente e mi trovi pienamente d'accordo!!!
Seguirò gli sviluppi! :)
ciaoooo!
Terry

Fiordilatte ha detto...

è un tema spinoso quello che proponi. spinoso perché io non ho ancora ben capito come comportarmi. Per ora ho accettato di prendere parte a due iniziative, Caffarel e Compagni del Cavatappi, perché non erano vincolate all'esposizione permanente di banner o altro e perché i prodotti mi sembravano di qualità. Io voglio sperare che le collaborazioni più lunghe (ci sono tanti blogger che collaborano in maniera permanente con delle aziende) siano retribuite a dovere e cioè monetariamente.
Su questo tema ti segnalo questo post: http://www.thechefisonthetable.com/dblog/articolo.asp?articolo=285 l'avevi letto? Solleva più o meno i tuoi stessi dubbi.

Sai cosa spero solo? Che non si creino le due fazioni ostili del pro e contro pubblicità nei blog. Insomma per me i blog che seguo possono pubblicizzare quel che gli pare. Sarò poi io consumatore a valutare se le proposte sono interessanti o meno. So perfettamente che ci sono tante altre marche di cioccolato, panettoni, colombe, torroni, pentole, stampi in silicone altrettanto valide....

Poi ci sarebbe anche tutto il discorso su Adsense... lì le inserzioni pubblicitere sono random e le accetti a priori. Anche quella non è pubblicità di qualità.

Cristina ha detto...

il post è molto interessante e sono anche abbastanza d'accordo con te, per le aziende è un investimento irrisorio con una rendita sicura.
detto questo però non sono contraria alle collaborazioni nei blog, siano esse retribuite a dovere oppure no, alla fine le aziende propongono, sta alla persona accettare o meno.
io penso che sei i contenuti della pubblicità siano in linea con il blog, non ci sia nulla di male.

le ricette del glutine scomparso ha detto...

ciao... nel mia passeggiata virtuale tra i vari blog ho letto con piacere il tuo post....e i commenti....
...a dire la verità, questo problema non me lo pongo, perchè il mio blog è nato da una esigenza personale, mi fa stare bene, mi sento libera di esprimermi, fino ad ora ho scelto sempre io cosa aderire,e mai nessuno mi ha chiesto di.... e credo che continuerò così per la mia strada... sono d'accordo con Cristina, quando dice che lei un capo che rompe aggiungerei ce l'abbiamo dal lunedì al venerdì...
il blog non è un lavoro ma un piacere... dobbiamo essere libere da vincoli e non farci abbindolare dal nome famoso, non serve a noi, ne tanto meno al nostro blog... quando si ha cose interessanti da dire, si fa con o senza sponsor...
...c'è magari chi lo fa, per lavoro o perchè gli piace così... be!!! siamo in democrazia ognuno sia libero di fare ciò che vuole, purché questo lo faccia sentire veramente libero...

JAJO ha detto...

Il bello è che siamo tutti concordi nel non volerci far "infinocchiare" dal meccanismo della pubblicità gratuita e poi, in un modo o nell'altro... ci ricaschiamo ogni volta :-/
Discorso vecchio, questo, al quale solo in rari casi, per fortuna, mi sono lasciato trascinare. La penso, in effetti come te (voi), e già lo sai perchè ne abbiamo già accennato in precedenza in altri tuoi post. In effetti ammetto di aver ceduto, in alcuni casi, alle sirene degli sponsor ma l'ho fatto quando il gioco valeva la candela: ho partecipato alla serata Bombay Sapphire perchè era un'occasione per conoscere un prodotto che sinceramente non avevo mai sentito, conoscere una location in cui non ero mai stato e passare una serata con amici blogger che da un po' non vedevo e che sapevo avrebbero partecipato; ho partecipato alla serata Voiello perchè anche questa, pur chiaramente organizzata dallo sponsor con intenti palesemente pubblicitari, mi sembrava un'iniziativa simpatica ed anche quella era un'occasione per passare una serata con vecchi e nuovi amici di blog e poi perchè è una pasta che uso con soddisfazione (come la Garofalo, per la quale ho parimenti dato l'adesione al contest dei "tzatzikari"); ma ad a mille altre iniziative, spudoratamente commerciali (e basta), ho detto "no grazie": infatti sul mio blog non appare, e non è mai apparso, alcun banner pubblicitario, se non quello del ristorante/b&b del mio fraterno amico strombolano Carlo (che ho deciso io di inserire a sua insaputa). Non mi ha mai interessato inserire banner o iscrivermi ad aggregatori per aver maggior visibilità ed ho inserito il contatore delle visite ma in un anno sarò entrato nella pagina della sua gestione si e no un paio di volte.
Se poi proprio devo dire la verità ho avuto qualche leggerissima perplessità perfino nel partecipare a "99 COLOMBE": per carità, ho amici e colleghi de L'Aquila e so quali, ancora oggi, sono le loro condizioni di vita (checchè ne dica "qualcuno", che pensa di aver risolto tutti i problemi con una comparsata televisiva fatta di mille sorrisi "liftingosi") però mi è "stonato un po'" che il tutto sia partito dal "responsabile progetti speciali" di un'azienda (una donna di marketing) piuttosto che dalla proprietà. Però conoscevo già i prodotti Nurzia e, per il discorsi di cui sopra, ho cercato con piacere di dare una mano.
Per fortuna (mia) ho sempre resistito dal dire "si" a uova, stampi, scambi di link, riviste, panettoni e simili: voglio infatti, nel mio spazio, essere libero di dare la mia adesione e la mia disponibilità soltanto alle iniziative che ritengo simpatiche e stimolanti, senza rischiare di dover correre il rischio di farmi risucchiare dalle voci delle sirene. Certo che queste voci si fanno sempre più numerose ed insistenti...

Alex ha detto...

Premesso che tutto questo discorso va fatto tenendo conto che il mondo dei blog si è evoluto nel corso degli anni

che ognuno è libero di fare le proprie scelte e non si sta a giudicare il singolo blogger, ma solo l’andazzo che si nota negli ultimi tempi

che ognuno di noi si è sentito lusingato inizialmente trovandosi una mail di una grande azienda nella posta elettronica e ognuno di noi è felice di ricevere un gadget gratis

credo che sia fondamentalmente necessario uno scambio di opinioni e soprattutto INFORMAZIONE sull’argomento. Come è stato fatto in passato per la questione del copyright per le foto. Poi ognuno è libero di farne quel che vuole del suo blog, dello spazio sul blog.
Le aziende si sono accorte di noi e stanno cercando di sfruttare le potenzialità della rete. Mica scemi. Chi non lo farebbe. Ora sta a noi sfruttare le nostre potenzialità, sulla base di una giusta informazione.
Quello che mi urta è non tanto il fatto che il singolo blogger accetti, quanto la pretesa delle aziende che tutto debba essere gratis o quasi. E non dimentichiamo che le aziende potrebbero non andare più più dal professionista (fotografo, giornalista freelance, ecc.) e pagare il lavoro come è giusto che sia (e a prezzi decenti), ma si “accontentano” di quel che trovano in rete, di blogger che lo fanno per hobby (e spesso anche bene se non meglio di alcuni professionisti) che si sentono lusingati o a cui basta quel poco di “visibilità”. Poi la visibilità di chi? La maggior parte delle visite ai blog arriva via ricerca google, lettori che magari capitano per caso, vedono per caso la pubblicità sul blog. Non stiamo a parlare della nostra cerchia ristretta di lettori affezionati. Il tornaconto per le aziende è enorme.
Io mi augurerei davvero più informazione, più scambio tra noi – senza le solite rivalità e strafottenze sull’argomento. Perché chi ha esperienza a riguardo non lo condivide?

La storia dei google adsense è un altro discorso. Sinceramente non mi disturbano se piazzati in modo non invasivo. E se non sbaglio si possono escludere determinati settori e tipi di pubblicità. Non ci vedo nulla di male, soprattutto quando si hanno un dominio e spese di gestione del blog.

Sicuramente non è l’unico mio intervento, mi piacerebbe che la discussione continuasse a svilupparsi per considerare tutti i vari aspetti della questione.

Fiordilatte ha detto...

Ecco Alex hai sollevato una questione importante. Sarebbe interessante uno scambio d'opinioni con chi effettivamente collabora in maniera più assidua con le aziende. Io mi son sempre chiesta se qualche blogger ha stipulato dei veri e propri contatti di lavoro o se veniamo ricompensati tutti a libri, panettoni o uova di cioccolato. Ma forse è l'azienda stessa che chiede di tacerne le condizioni.


Io per esempio ho accettato l'uovo della Caffarel allettata da mezzo chilo di cioccolata fondente di un'azienda che conosco bene e dal workshop gratuito che si terrà a Milano un po' come Jajo ha accettato di partecipare alla serata Bombay Sapphire. Non verrò pagata ma mi è parsa una bella occasione indipendentemente da ciò che ne pensano gli altri. I consumatori non sono così stupidi da cedere ad ogni pubblicità dei blogger...o si? A me la cioccolata Caffarel piace ma non credo che dopo i nostri post si siano precipitati tutti a comprare proprio quelle uova lì. Sarebbe come dire che i consumatori sono delle pecore.
Poi ci sono le serate Voiello alle quali han partecipato in massa tantissimi blogger. Loro organizzano tantissimi eventi che io trovo davvero interessanti e coinvolgono continuamente i blogger. E fin'ora nessuno mi ha obbligato a scrivere un post sull'iniziativa Voiello cui ho preso parte. L'ho fatto io perché mi andava di farlo. Non mi è mai stato detto "ti invito alla serata ma tu devi scrivere un post" :) e qui loro mi sono sembrati un briciolo meno subdoli di altre aziende. Hanno puntato più sugli eventi e sulla spontaneità piuttosto che sul "scrivi un post e ti regalo un pacco di pasta". Forse dipende dall'agenzia cui si appoggiano i vari marchi :)

Sara B ha detto...

boh, è un argomento vasto e vario, e vedo dai commenti che sono in buona compagnia, coi dubbi ;-) personalmente non trovo nulla di male nella pubblicità in genere, purché questa sia dichiarata ed esplicita. quanto a silikomart, all'inizio (quando aderii io, diciamo un paio d'anno fa) non c'era il "veto" di tacere sulla propria collaborazione: mi ricordo che ricevetti gli stampi (e con piacere, visto il loro costo) e, nello scrivere il post, semplicemente scrissi del fatto che fossi stata omaggiata di tali prodotti, che effettivamente erano validi eccetera eccetera. poi, l'anno successivo se non erro (ma dovrei ritrovare i post e le email, non sono sicura) le cose sono un po' cambiate. in peggio, chiaramente. ecco, della pubblicità mi dà fastidio la parte subdola, quando c'è; quando invece è dichiarata ci mancherebbe altro: come dici tu alcuni blogger tentano di guadagnare pure qualcosina col proprio spazio, e che poi il guadagno si concretizzi in prodotti piuttosto che in denaro beh, sono affari loro, o nostri, quando decidessimo di avviare una qualche collaborazione. che, come dici tu, viste le potenzialità, dovrebbe essere in qualche modo ricompensata.
quanto ai google-adsense, cui aderii all'inizio del blog nella più totale inesperienza, ho avuto un'esperienza del tutto negativa. innanzitutto a volte apparivano dei messaggi che non avevano nulla a che fare col mio blog :-| poi ho visto che il guadagno era più vicino allo zero di una farina di grano tenero :-) per cui dapprima li ho schiaffati nella parte meno visibile del mio blog, poi li ho totalemte eliminati. ora dovrei/vorrei cancellarmi dal servizio, ma la pigrizia m'assale :-P comunque questo poco c'entra col discorso generale: ripeto solo che per quanto mi riguarda la pubblicità è una cosa perfettamente normale e la tollero volentieri, purché sia esplicita e sincera, e, possibilmente, equamente ricompensata.
sull'entità di questo "equamente", se ne può parlare all'infinito :) scusa non ho riletto: potrebbero esserci strafalcioni grammaticali di dimensioni abnormi :D

Genny ha detto...

Direi che posso parlare con cognizione di causa.E direi che probabilmente il mio intervento sarà come al solito sconclusionato .
Personalmente per es , vi dico cosa è successo.E' successo che all'inizio , ingenuamente, ho detto si .a tutto.Ripeto ingenuamente, perchè davvero non capivo cosa potesse voler dire, cosa potesse implicare.
Solo ora sono arrivata a capire che le cose stanno proprio come dice Enza, e che uno spazio su un blog, se lo si vuole va pagato.E credetemi mai come in questa settimana ho potuto toccare con mano quanto le aziende vogliano approfittarsi della cosa, ritenendo , o volendo far credere che sia così, che quello che facciamo sia un passatempo da casalinghe disperate, e che quindi , tutto sommato, sono loro a farci un favore.

Detto questo.Non credo ci sia nulla di male nell'accettare una collaborazione, a condizione che sia "adeguatamente" retribuita, con il peso che ognuno vuole dare alla parola, esattamente come dici tu Enza.E direi che la cosa è evidente dato che ho delle collaborazioni in corso.Sono retribuite a suon di cash.NO.
Ma alcune sono fatte con persone che mi piacciono.E per questo le porto avanti....rientrerà nell'ingenuità di cui sopra.Forse.
Altre sono state richieste da me.Un esempio^avevo in mente la torta della bontà.ho cercato uno sponsor.Ho logicamente cercato prima tra le aziende che sapevo potessero essere interessate a una collaborazione sul web.E vi devo dire che sono rimasta stupita, perchè chi ho trovato dall'altra parte è andato oltre il contest stesso, ha appoggiato la causa e si è adoperato senza dire nulla per sostenerla al di là del premio .
Altre per interesse mio .Per es caffarel.Non ho accettato per il cioccolato.Ho accettato perchè mi piaceva l'idea del workshop.(cui poi peraltro non potrò partecipare, ma non lo sapevo prima), perchè l'idea di trovarmi in contesti in cui posso imparare e conoscere le persone che leggo tutti i giorni mi piace.é sbagliato ?
Non tutte le aziende sono uguali ,non tutte pretendono e pongono condizioni.Anche se TUTTE mirano ovviamente tramite noi ad aumentare la propria visibilità.Tutte.e a voler leggere le cose senza coinvolgimenti emotivi , onestamente, alcune anche facendo leva su emozioni ed eventi che possono lasciare un po' perplessi.
Però siamo noi che scegliamo.Possiamo scegliere di andare oltre e valutare.Scegliamo guardando se lo spazio che gli diamo sulle nostre pagine puo' portare da qualche altra parte.Scegliamo pensando forse a qualche piccolo interesse.
In questo siamo liberi no? é logico.le aziende preferite sono quelle che non chiedono in cambio nulla.Ma anche questa è una strategia.Sono solo aziende che sanno leggere più di altre tra le righe del web.Edè logico anche che.il troppo stroppia ( o storpia?non ho mai capito...).non si puo' dire : è buona la pasta x, quella y e pure quella z e pure il riso a , quello b e quello c....diventa esagerato e davvero non si ha credibilità.ma se mi fanno assaggiare qualcosa che è davvero buono, perchè non posso dirlo?A me non piace chi giudica.Chi valuta un blog guardando se ha o meno dei loghi in home page.Sono d'accordo con Fiordilatte...abbiamo tutti lo spirito critico necessario e sufficiente per leggere e andare oltre se la cosa non ci interessa.
Peraltro, e forse ora mi attirerò qualche altra antipatia ,a volte noto che ci sono delle differenze.
Che ci sono blog che possono e altri che non possono.Che se una cosa la fa una persona va bene,se la fanno altre no.Che non sia tutto e per tutti uguale.Che c'è chi fa cose subdole per tirar l'acqua al suo mulino ma viene costantemente incensato e considerato casto e puro .E chi invece fa tutto alla luce del sole , e viene accusato di "vendersi"....ecco...forse è meglio chi fa pubblicità e lo dichaira no?

alexandra ha detto...

Da quando ho aperto il blog di cambiamenti ed evoluzioni ne ho visti anch’io.
Dalla raccolta a tema (senza premi, senza vincitori e vinti) quasi mai scaricata o salvata, al contest organizzato insieme con l’azienda “mecenate” e relativa giuria giudicante.
Entrambe le operazioni, indubbiamente, hanno aumentato popolaritá e visibilitá di molti blogger.
Visibilitá che fa salire lo share di un virtuale Auditel stile programma TV. E piú lo share è ampio, piú si acquisiscono “titoli”: piú aziende mi contattano, le mie ricette diventano credibili, le mie foto diventano piú belle, molti food-bloggers mi seguono come “spirito-guida”. Vista cosí trovo la cosa troppo “edonistica” e rivolta piú ad una gratificazione personale che altro. Se poi l’intento è quello di provare a “farcela” come sono riusciti altri, provare a cambiare rotta, mollare un lavoro alienante e poco soddisfacente, insomma “inventarsi” un’attivitá nuova, allora il discorso mi pare diverso. Bisogna capire peró che cosa si vuol fare nella vita, quali sono le reali capacità e conoscenze che si hanno per entrare da “professionisti” in questa realtà. E allora si possono scrivere libri, diventare giornalisti eno-gastronomici, fotografi di food o altro. Se raggiungo una elevata popolaritá è piú facile che venga contattata da una tal rivista piuttosto che da un’altra, e provare a guadagnarci qualcosa, dopo aver per lungo tempo “regalato” foto, ricette, articoli ed opinioni. Personalmente non ho mai indetto dei contest, pur avendone la possibilità, (anche se le aziende interessate avrebbero organizzato qualcosa di diverso dalla semplice raccolta di ricette), ho sempre lasciato i progetti in stand-by, ed ha contribuito anche mio marito a farmi riflettere: “è di moda la raccolta, il contest a premi? Non farlo, non fare quello che fanno tutti, o ti inventi qualcosa di valido e interessante, altrimenti la cosa diventa noiosa da subito”. È chiaro che voglio anche riflettere sull’utilitá che potrebbe avere per me accettare collaborazioni. Se fosse a fine economico, non so nei confronti di chi mi legge, quale possa essere la mia imparzialità di giudizio di un dato prodotto. Se fosse a titolo di “favore” si rivelerebbe realmente un regalo ad aziende che invece potrebbero e dovrebbero pagare un messaggio pubblicitario in qualsiasi forma si applichi. È pur vero se per etica o coscienza, non accetto di sponsorizzare un certo prodotto (perché lo ritengo spazzatura) quanti altri lo faranno? E se un’azienda che produce cose validissime, non accetta di contribuire economicamente all’operazione, quanti altri lo faranno gratis? (sempre per il discorso di prima: visibilitá, popolarità ecc.). Ci penso ancora su…

enza ha detto...

torno adesso da uno stancantissimo pranzo in fattoria e mi son goduta tutti e dico tutti gli interventi ma devo raccogliere le idee, i panni in lavatrice e sfoderare la mia arma segreta e mettere a tacere Irene.
detto questo vorrei chiarire che a me la pubblicità non dà affatto fastidio anche se sul "l'utente ha capacità di spirito critico" non sono d'accordo troppo spesso chi si sa vendere finisce sull'altare vedi Nonna Papera che spadroneggia tranquillamente e altri esempi qui e là anche nel mondo blogger.
ma così rischio di diventare sconclusionata.

Alessandra ha detto...

Enza, io non so a che livello si sia arrivati in Italia con la pubblicita’ via blog, in NZ I blog sono ancora pochi e poco seguiti quindi la gente tende ancora a scriverli per parlare di se’ stessi (o della propria azienda/missione, se ne hanno una).

I google ad ti pagano solo se un visitatore clicca sull’ad. E sono proprio bruttini, ma son visti come la cosa piu’ normale del mondo in posti come gli USA, dove anche i blog con le foto di famiglia hanno gli ads.

Vorrei dire tante cose qui, ma la prima che mi sento di dire e’: gente, una volta che mettete qualcosa sul net ditegli addio! Si’, cerchiamo di non farci copiare, insultiamo pubblicamente chi lo fa (che e’ l’unica difesa) con lo stesso mezzo, cioe’ il net, ma non sperate che il solo pretendere di avere copyrigth vi protegga.

Se chi vi ha regalato un gadget poi si ripubblica la foto e ricetta da qualche altra parte senza il vostro consenso e’ uno stronzo ma ci potete fare proprio poco. L’unica e’ individuare subito le offerte troppo ‘tirchie’ e comunicarvele fra di voi prima di accettare, ma sempre ricordandovi che se non le prendete voi c’e’ qualcun’altro che le prendera’.

Io dico, accettate panettoni e stampini e quel cavolo che volete, finche’ dura, e poi non parlatene sul blog se non vi sono piaciuti, non firmate mai nulla, e se qualcuno vi paga per una ricetta vendetegliela. Ma non rimpiangetela, perche’ nella vita reale a volte le ricette e foto le pagano 4 soldi anche ai professionisti, e poi le rivendono e riciclano piu’ volte, e spesso non ti pagano, e le mettono su altri siti e non sono piu’ tue. E molti, per non pagare piu’ neppure quei 4 soldi adesso le prendono gratis da bloggisti che si vendono in cambio di pacco di pasta o un minimo di fama (questi bloggisti hobbisti immagino che abbiano un altro reddito, se la loro vita fosse solo scrivere forse ci penserebbero su due volte…)

Ho iniziato il mio blog perche’ cosi’ tante delle mie ricette e articoli sono finiti, senza essere ripagati, sul net; volevo raggrupparli. Quello che metto sul blog tipo diario, e quello che faccio per lavoro sono cose diverse. Non posso competere con me stessa, sarei cretina, e poi le foto e ricette che vanno sui blog, anche quelli piu’ belli e che sembrano professionali, non sono solitamente del formato e tipo giusto per apparire in riviste, e soprattutto libri. Infatti, come ultimo consiglio vi dico: diffidate di chi vi chiede di fare un libro, so che e’ il sogno di molti, ma guardatevi bene il contratto, l’editore, tutta la faccenda insomma.

E per le ditte etiche? Prodotti che ci piacciono? Di quelli si puo’ parlare anche senza ricevere regalini, lo facciamo gia’ tutti no?
I blog sono per parlare di noi stessi, non illudiamoci. Possiamo dire quello che vogliamo sul comunicare e dividere, ma alla fine del giorno ogni bloggista vuole soddisfare il proprio ego (mica c’e’ nulla di male, e’ un requisito del nostro ‘essere’ che per moralita’ nascondiamo), e chi mi dice che non e’ vero…sorry, non gli credo.

Anonimo ha detto...

Ho seguito il link da Twitter e vorrei dire la mia.....Ho avuto un blog fino al 2008. Poi.... per lavoro e impegni l'ho chiuso. Una signora sopra parlava di professionisti, giornalisti, giornalisti free lance, sommelier, cronisti e croniste del cibo: ragazze non sentitevi in colpa se mettete due bannerini perchè quelli la loro bella pubblicità la fanno eccome. Di vino, olio, pasta, ristoranti, dolci. Pensate che le bottiglie di vino le comprino loro? evviva i blogg!!!Ciao da Patrizia

Giulia ha detto...

Cara Enza, ne abbiamo parlato un pochino anche noi... E come sai, sono d'accordo anch'io su tutto.
La mia domanda a proposito della visibilità è: ma di quale visibilità si tratterrebbe?.. Tante aziende mica pubblicano l'elenco dei blog che "collaborano"!
E poi a che servirebbe?.. Per il traffico aumentato? Ma che mi dà oltre i numeri? Soldi? Regali? Fama?
Niente. Conosciamo soltanto una blogger che ha ottenuto qualcosa in più; per carità, è bravissima, ma non è l'unica ad esserlo.
Insomma, sono d'accordo con Cristina: forse ci vuole d'avvero una sorta di rappresentante commerciale. In fondo oltre alla passione e l'amore per la cucina noi ci mettiamo tanto-tanto lavoro.
Prevedo anche tanti bloggers che non saranno d'accordo ma forse non parleranno: cosa non si farebbe, sopratutto se agli inizi, per avere una formina gratis, un pò di cioccolato o un panettone?..
Brava, hao alzato un'ottimo discorso!
Ti prego, fà un banner o un logo, e tutti quelli che sono d'accordo lo metteranno sui propri blog per far sapere come la pensano.
"No allo sfruttamento degli bloggers!" Vabbéh, ora scherzo...
Un bacione!

Lydia ha detto...

Ciao Enza,
Per me il blog è un diario, un modo per parlare di quello che mi piace e per rimanere in contatto con alcune persone.
Come ben sai io vengo dal mondo dei forum ,dove non so più quanti anni fa, scrivevo un po’ le stesse cose che scrivo oggi sul blog.
Lo faccio perché mi diverte e mi piace, io nella vita reale faccio altro e quello che faccio mi piace, se poi un giorno il mio hobby, la cucina, possa diventare altro non posso saperlo, per ora è solo puro divertimento, una sfida con me stessa.
Però sai cosa penso?
Come con l’avvento dei blogs il tempo dei forum è finito inesorabilmente, anche il mondo dei blog secondo me è in declino, ce ne sono troppi ed hanno perso di spontaneità e di freschezza, alcuni poi sono pressocchè privi di contenuto.
Mi sembra che ora ci si diriga verso una sorta di magazine in cui si trattano più argomenti di ambito gastronomico culinario, ricette comprese, che hanno un pubblico più ampio e diversificato.
Ma questo è solo la mia opinione.
Io sono stata la prima, per inesperienza, ad aderire alla iniziativa degli stampi in silicone, e io sono stata promotrice di un contest con una nota marca di pasta.
Nel secondo caso io ho voluto pubblicizzare una pasta che mi piace, che costa il giusto, l’ho fatto volutamente, sono stata io a cercarli, perché ero stufa di sentir parlare (soprattutto qui a Milano) di paste che non valgono nulla e costano uno sproposito.
Naturalmente l’ho fatto solo perché volevo farlo, non per ottenere un tornaconto (che non c’è stato e non avrei neanche voluto) e non mi sono sentita minimamente sfruttata in quest’occasione.
Ciò detto penso che ognuno sia libero di fare come meglio crede avendo ben chiaro che parlare di una marca determinata significa fargli pubblicità gratis, ma soprattutto devono sempre essere chiari gli intenti a chi legge senza trarre in inganno nessuno
Un abbraccio

enza ha detto...

ossignur.
provo a districarmi.
il minimo comune denominatore tra noi è il sacrosanto: ognuno in casa sua fa quel che vuole.
non ci piove.
poi si dice...è vero: le aziende tendono a considerarci hobbisti a caso.
il problema è che la pletora di hobbisti più o meno bravi fanno audience come l'auditel, fanno massa e comunque sono "utenza/clientela".
Ci sono blogger che hanno collaborazioni in corso e ne spiegano le motivazioni.
Ci sono blogger che hanno progetti nel cassetto e bon...li stanno.
ci sono blogger che si stanno trasformando da hobbisti bravi a bravi professionisti, perchè no?
tutti hanno però in qualche modo notato che quando si tratta di sganciare l'"adeguato" compenso le aziende girano al largo.
e, giustamente, Alessandra che è professionista nel campo avverte che...quei 4 soldi manco li vogliono più pagare e fregano, rivendono, impastano insomma tutto tranne le cose trasparenti.

io non sono contraria alla pubblicità via blog, sono contraria al modo selvaggio con cui si sta gestendo il tutto, tutto qui.
e sapendo che possiamo,nel nostro piccolo, avere voce in capitolo so che siamo al punto che prima di dare l'assenso a qualsiasi iniziativa bisogna riflettere per non cadere in questo tipo di trappole.
Come dire...non sarebbe male diventare leggermente più tirchi.
ma in questo modo non siamo nemmeno più liberi.
non so.
Giulia, come ho già scritto non mi voco sindacalista nè fan di niente nè banner mai uscirà.
punto a creare un minimo di riflessione che forse potrebbe servire a spostare il baricentro più verso di noi che verso le aziende.

d'altra parte mi chiedo se l'hobbista davvero abbia piacere a ricevere il gadget irrisorio e perdere tempo nel costruire il post.
Cioè mi spiego, se così deve essere, almeno per il mio carattere e per il mio punto di vista, preferisco niente.
e dirò di più.
questo riguarda il contatto creato dall'azienda, cioè quando è l'azienda a contattare come nel caso citato di silikomart e s pellegrino acqua panna.
alla san pellegrino ho spedito due righe ringraziandoli del gentile pensiero e dicendogli che la foto io potevo vendergliela.
la risposta, come potete immaginare è stata: no, grazie.
ah perchè se te la regalavo?
allora la prendevi?
è tutto lì il mio monito.
Un conto è cercare lo sponsor per un contest che personalmente mi diverte e molto e scelgo il contest cui pertecipare.
e tutt'altra faccenda è quando ti contattano loro.
ok....lo so. vado a stendere i panni che è meglio.
però una cosa voglio dirla: grazie.

PS Lydia abbiamo scritto in contemporanea e credo che quello che tu hai scritto sia reale.
il mondo sta cambiando, se il forum ha retto per 10 anni il blog anche secondo me potrebbe non reggere tanto e non è solo un fatto di numeri.
tu lo sai che non mi riferisco appunto al contest organizzato in cui si cerca lo sponsor, mi riferisco al caso contrario e al fatto che comunque quale che sia la forma bisogna anche sapere cosa si produce comportandosi in un certo modo.
poi libera me liberi tutti (si vede che abbiam giocato a nascondino?)

enza ha detto...

fiordilatte non ho letto l'articolo di maricler ma l'ho già copiato per leggerlo.
non credo che si creeranno due fazioni semplicemente ognuno continuerà a fare come crede e magari pensando a questo post ogni tanto.
sul discorso dell'attenzione e della capacità di discernimento dell'utente non saprei...se la prova del cuoco ha tutto questo seguito vuol dire che l'utente con la testa ci sta poco.
ma questa è una mia forma di snobbismo da quattro soldi.
o un modo di pomparmi il superego :)
Lydia te ne scrivo anche un'altra.
quando sono arrivata sul blog due anni fa, proveniente anche io dai forum CI, Coquinaria, Prezzemolo e finocchio i blog erano già tanti e già allora c'era da discriminare il "tutto fumo e niente arrosto" "capostipite figo" "stronza col botto" "amarcord" "blog da t'è morto il gatto" "vorrei essere geniale come te"
Non siamo troppi, hai presente quanti siamo a leggere?
tantissimi e tutti con qualcosa da dire.
Non so, secondo me è cambiato il blog, come fisioogicamente succede, nella misura in cui (e a malincuore do ragione a paolo marchi) ci stiamo leggermente omologando belle foto, ricette degne di Donna Hay e così via...
ma se già parlare di un aspetto così diversificato del blog come lo spazio all'azienda è complicatissimo figurati aggiungerci anche questo :D

enza ha detto...

per tutti gli altri...non ce la faccio ci ho gli occhi che mi fanno pupi pupi

Edda ha detto...

Cosa hai scatenato Enza! Pero' mi piace e grazie per questo spunto, si impara sempre molto dalle discussioni.
Sai già come la penso e aderisco a quel che hai detto. Cerco di esere me stessa visto che è il mio spazio e di seguire la linea.
Sono d'accordo sulla visibilità che non è nulla e ci sarebbe da farsi molte grasse risate sulle mail che riceviamo.
Comunque si' ognuno è libero e ha giustamente posizioni, desideri, sogni diversi. In una situazione "morbida" come i blog c'è come sempre qualcuno che ne approfitta.
E poi siete delle visionarie, la morte dei blog? Spero di no. Enza mi fai sempre morire con le tue definizioni... tipo "stronza col botto" ;-)
Baci di notte

Edda ha detto...

Dimenticavo, sono d'accordo con Stella sulla spontaneità che poi crea il rapporto di fiducia. Almeno per me, è uno dei motivi di "fedeltà" ad un blog. Vado eh!

La Gaia Celiaca ha detto...

io ho pochissimi lettori, quindi tutto il mio discorso puzza di uva acerba però...

però la pubblicità non mi piace. ognuno può fare quel che vuole tricche e ballacche, ma resta il fatto che a me non piace. i blog che hanno tante "collaborazioni", anche se i contenuti propri del blog sono di buona qualità, dopo un po' non li seguo più.
mi rendo conto di essere ideologica, un po' ammuffita forse, ma preferisco restare tale.

Lydia ha detto...

Enza, io mi accodo a quello che dice gaia celiaca, io mi rendo conto che per me leggere un blog è un pò andare a prendere un caffè da un'amica e andare a farle un saluto, quindi vado da chi mi sta simpatico, da chi ha qualcosa da dirmi, ora io da un'amica che mi fa pubblicità di qualcosa o che vuole vendermi le pentole, non so mica se ci andrei.
Diverso sarebbe se ciò avvenisse in uno di quei magazine di cui parlavo prima, che altro non sono che delle riviste on line, allora lì una pubblicità assolutamente la ammetterei e non stonerebbe.
Forse io ho una visione ancora romantica del blog come diario, dove se ti parlo di un prodotto lo faccio perchè l'ho provato, mi è piaciuto e te lo segnalo, stop.
Ciò detto rispetto, comprendo e accetto qualunque cosa, purchè lecita, ognuno di noi voglia fare del suo blog

silvia ha detto...

Gaia e lydia e tutte. le ragioni sono proprio giuste. io non parlo da blogger che il numero dei miei lettori è condominiale. anche meno. però se credo fortemente in un prodotto lo dico, se ho provato la tal farina, o se ho notato che la benzina del supermercato conad consta 10 centesimi in meno di un'altra io comunico e non mi aspetto nulla in cambio, se però vado a leggere un blog in cui si parla di e sento puzza di spot vorrei che fosse chiaro. e dichiarato. facebook ha tolto parecchia comunicazione dal blog però ha avvicinato le conoscenze. e spesso strappa la risata. bah. la cosa vera è che abbiamo bisogno di comunicare perchè nelle nostre realtà manca qualcuno che sia interessato a quello che diciamo. cioè non possiamo sempre parlare di "quassicosa e sempre quello" con il gruppo vicino, li uccidiamo. ci ucciderebbero. ecco perchè il blog. e io per adesso non potrei fare a meno dei vostri e del mio.

Marika ha detto...

Ci ero caduta anche io con le agendine ...
e devo dire che, a suon di agendine e siliconi la cosa che mi disturba è anche una sorta di omologazione e di corsa all dimostrazione (d cosa poi) che poco ha a che fare con il divertirsi con il blog.
Quoto in pieno e condivido il tuo pensiero, è ciò che più mi fa latitare ultimamente.
Il blog deve essere una forma di divertimento, non una gara di dee della cucina pronte a far cadere in deliri di gusto l'assaggiatore di turno, né una lotta alla più fighetta di turno.
Sembra di stare alle scuole medie.
No, non ha nulla a che vedere con il libero divertimento.
E neanche il marketing selvaggio di questi ultimi periodi ha a che fare con il divertimento.
Che dire, speriamo she i blog "più sensati" rimangano tale.
Per loro, mica per altro ...
Marika

Alessandra ha detto...

Enza, cosa vuol dire "capostipite figo" , "stronza col botto" e "blog da t'è morto il gatto"?

Amarcord lo capisco perche' sono mezza emiliana, ma non sono sicura del contesto qui :-)

Certo che se fossero titoli di blog mi attirerebbero, chi non visiterebbe un blog che si chiama 'voglio essere geniale come te?" (basta che non ci aggiungano "quando avro' la tua eta')!

Quella della pubblicita' la sento sempre anche per le rivista. Ma so anche che se non ci fosse ogni rivista costerebbe 150 euro al lettore. Per i blog orma penso che esista perche', come qualcuno ha detto, adesso c'e' chi investisce molte ore sul blog, per dare post frequenti e foto belle e ricette fantasiose. L'hobby e' diventato quasi (se non) un lavoro, e allora si cerca di trarne anche profitto.

E si puo' poi sembrare un rivenditore di pentole.

Ma sono guadagni piccoli. Patrizia ha detto di non sentirvi in colpa ad accettare regali. Confermo, l'ho detto anch'io, non sentitevi in colpa, accettate, ma non per questo sentitevi vincolate a scriverci su un romanzo con tanto di foto se volete tenere il blog 'personale'.

I giornalisti prendono anche una bottiglia gratis di tanto in tanto (non crediate che sia tutta una festa!) ma non esiste il pranzo gratis. Per due spaghetti molti pretendono che gli dai spazio nelle migliori riviste e ti scassano i cabasisi (si dice cosi' Enza) anche se non ce li hai.

Saretta ha detto...

bello sto post Enzina.Condivido, condivido.Non spendo tante parole perchè sai già come la penso, guardi il mio blog e capisci come sono.Scrivo le cose che penso ed in cui credo, ho fatto pubblicità ad un libro di cui no mi hanno fatto nemmeno omaggio o uno straccio di sconto.Fotografo prima di mangiare ed il mio rimarrà sempre e sicuramente un blog mediocre per foto, layout etc tec.M'importa solo condividere idee, impressioni, esperimenti, opinioni con chi è interessato ad interagire con me.Accetto le critiche costruttive molto più del falso elogio.Sono io, punto.Essendo stata invitata a partecipare ad un copntest simpatico, riceverò del burro ma, la persona che sta dietro non ha nessuna pretesa.So di non essere appetibile come tanti blog fighi ma, non m'interessa.Quello è il MIO spazio e mi piace resti tale.
Un bacione

Fiordilatte ha detto...

mi colpisce molto il fatto che alcuni evitino i blog che hanno tante collaborazioni... io ne seguo parecchi a prescindere da ciò che pubblicizzano. Semplicemente passo oltre. Se il contenuto è di qualità, se le ricette e le idee proposte sono valide...beh me ne frego allegramente :) certo, la pubblicità non deve superare il numero di post scritti di propria iniziativa ecco. Lì mi irriterei anche io. C'è da tenere a mente che molti non vedo il blog come un hobbie o un momento di svago. C'è chi ne vorrebe fare un lavoro mi sa.

Semidipapavero ha detto...

Caspita, immaginavo che in tanti avremmo avuto da dire! Io ora Enza arrivo in coda ed è già stato detto tutto quel che penso e che quindi condivido. Nel mio percorso nato da un'esigenza personale, ho trovato conforto ed energia, poi quando le aziende hanno iniziato a stringermi l'occhiolino, mi sono anche esaltata accettando a occhi chiusi. Di qualche cosa mi pento, di altre lo rifarei. Non so dove andremo a finire, non credo che per tutti noi ci sia la possibilità di lasciare la vecchia strada, ovvero il lavoro, per intraprendere un'attività redditizia con il blog. E' una chance riservata a pochi, spinti però da una passione che va al di la della gestione e cura di un diario personale nel web. Quindi alla fine, la riflessione ci sta come il cacio sui maccheroni, raccogliamo le idee e continuiamo a lavorare con il nostro spirito. Il potere che abbiamo non è da sottovalutare, però hai visto che fine fa quando chiedi che la foto sia retribuita?? Picche:))
Ti abbraccio

stelladisale ha detto...

io credo che di blog che possano guadagnare qualcosa ce ne siano pochissimi, non facciamo abbastanza contatti per guadagnare con le pubblicità e al limite qualcuno ma pochissimi possono riuscire ad avviare attività collaterali, per esempio vendere online delle cose, pubblicizzandosi col blog, che rispetto ad un normale sito internet ha una marcia in più anche come indicizzazione sui motori, per cui io credo che molti si illudano, siamo allettanti finchè siamo gratis, se provassimo a farci pagare non saremmo più così ricercati, a volte come diceva saretta neppure ci mandano il libro che ci chiedono di recensire, per carità in un certo senso è meglio che perlomeno posso dire quello che penso più liberamente, ma guadagno zero, ti chiedono di pubblicizzare una mostra mercato neppure gli viene in mente di mandarti un biglietto gratuito, devi pure pagare l'entrata se ci vai, io comunque non credo che i blog moriranno, la loro forza è di essere elastici e paralleli alle nostre vite, per cui io per esempio potrei smettere di cucinare e mettermi a fare la maglia e il mio blog si evolverebbe con me, libero di seguirmi, soprattutto se non ho legami, collaborazioni, che non credo siano una discriminante, cioè io se un blog mi piace me ne frego di con chi collabora o cosa pubblicizza, vado a pelle e se mi fido mi fido comunque, secondo me il grande potere dei blog, se sono uniti, non è tanto commerciale ma di informazione, un passa parola che può essere utile ma slegato da logiche commerciali, perchè deve essere spontaneo e credibile...
e poi c'è un'alternativa che nessuno ha nominato ma che è interessante, mettere le donazioni paypal nel sito, ti piace il mio blog? hai risparmiato negli ultimi anni un sacco di soldi in riviste di cucina perchè le ricette le hai prese gratis dal mio blog? magari ti ho pure dato un dritta e hai visto che quando mi scrivi una mail addirittura ti rispondo? per ringraziarmi mi mandi un'offerta, se vuoi e quanto vuoi... non so se funziona, mi sa di no visti i tempi, ma secondo me è sempre meglio degli adsense che l'unico che ci guadagna è google

Juls @ Juls'Kitchen ha detto...

e arrivo anche io a lasciare i miei 2 cents, come dicono gli americani, avendo letto tutto il post e i commenti su suggerimento di Genny.
Voglio subito fare outing: io sono una di quelle che totalmente insoddisfatte dalla sua vita lavorativa vorrebbe campare dei suoi sogni, nella fattispecie del blog. Perché negarlo? Nato come passione, è diventato quasi un lavoro, perché gli dedico - con piacere - ore, tempo, attenzione, energia e anche soldi: piattini, tovaglioli, stampi, prodotti particolari che desidero provare.. insomma, mica li regalano!
Il mio blog non ha molta visibilità, quindi le collaborazioni non fioccano, alcune me le sono andate a cercare, come quella per il contest che ho organizzato, altre - poche - si sono palesate da sole.
Per ore guadagno zero, se non in prodotti. Mi sono sentita onorata di ricevere l'uovo Caffarel, come di essere inserita nel gruppo del burro Fiandino. Vivevo tutto con gioia e orgoglio.
Poi è arrivata la voglia di cominciare a guadagnarci, e come molto di voi hanno detto, picche.
Bon, questo solo per dire che siamo tutti più o meno sulla stessa barca. A giugno andrò a Londra al Food Blogger Connect, e lì si parlerà anche di questo, quindi son curiosissima di sapere l'opinione di 'colleghi' stranieri. All'estero, e nella fattispecie in Inghilterra e USA, li vedo tutti molto più smaliziati al riguardo, vediamo se da lì escono idee produttive!
Comunque tornerà a leggere il continuo!
Juls

Alex ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
alexandra ha detto...

Bella la discussione!!!
Come per molti, anche per me il blog é un diario, mettere in ordine idee e fatti: raccogliere foglietti, dritte culinarie, esperienze varie e fissarle in un sito, vuoi mettere? finalmente un pó di chiarezza tra scaffali e scatoloni sempre pieni di tutto. E se c'è interscambio trovo la cosa molto interessante. Vedere le esperienze altrui, i successi, i fallimenti, i dubbi...chi altro in tempo reale può aiutarti? un vero S.O.S. in tante occasioni. Vedere l'amica (anche virtuale) che con lo stesso tuo ingrediente, o nella cucina di casa come la tua, riesce a fare qualcosa di nuovo, di simpatico e anche di superfigo, diventa uno stimolo, uno spunto per armarsi di coraggio e provare a mia volta. Libri ne ho a quintalate, ricette di chef piú o meno famosi ne ho viste ed assaggiate tante...ma vedere qualcosa fatto da due mani magari meno esperte, senza alambicchi o macchine strane, mi incoraggia non poco.Stesso discorso vale per le recensioni dei ristornti: non credo che la maggioranza dei blogger abbiano un contratto a "marketta" con il ristorante XY, guide piú o meno deputate e celebri, credo le abbiamo un pó tutti avute tra le mani, ma se una trattoria o super-ristorante dove ha cenato Giovanna piuttosto che Lydia o Pico pallo, mi incuriosisce di più, so che posso fidarmi, conosco i loro blog, so quello che cucinano, so che tipo di persone sono, lo stesso vale quando recitando una ricetta vengono indicati alcuni prodotti e alcuni marchi:lo trovo utilissimo, sia per sperimentare qualcosa di nuovo sia per entrare in contatto con nuove realtá a me sconosciute. Se hai usato una certa marca di farina ed hai ottenuto un risultato migliore del solito, perché non crederti? certamente mi metteró alla caccia come un segugio...ma alle spalle credo non ci sia nessun tornaconto personale. E se ci fosse? beh se la segnalazione é una ciofeca, cercheró, garbatamente, di dire che non mi sono trovata bene.
Se poi il blog da "cuccia calda" diventa anche un luogo pubblico, corredato da pubblicitá piú o meno occulte, a me poco importa. Giustamente ognuno fa in casa sua quello che vuole.
È il fatto di venir considerate "galline dalle uova d'oro" che mi fa pensare...non quello che fa un blogger nel suo blog...ma quello che i "pubblicitari" stanno spremendo da tutti noi a costo zero.

Aiuolik ha detto...

Avevo scritto il mio commento ieri sera ma a quanto pare con Chrome non sono riuscita a invarlo. Ci riprovo ora.

La mia esperienza in fatto di collaborazioni è nata con gli stampi in silicone. Al ricevimento della loro prima mail, la prima cosa che dissi ad Uncle fu "hai visto questi, mica scemi, hanno trovato un modo di farsi pubblicità a basso costo". Il secondo pensiero è stato che gli stampi in silicone a me piacevano e che li accettavo quindi ben volentieri. Anzi, quando qualche amico viene a casa, ops! in Trattoria, faccio vedere i miei stampi molto orgogliosa e finora nessuno mi ha mai chiesto se fossi stata pagata, ma piuttosto hanno domandato "e te li hanno dati gratis?". Da par mio ritengo che per usarli tutte le volte che voglio e scrivere un post quando mi va indicando di averli usati, la ricompensa sia valida.

Sarà forse che sono figlia di giornalista (non Vespa o Mentana, un giornalista di giornali locali) che ha scritto articoli su pittori e scultori venendo ricompensato con le loro opere... Sarà che le foto di mio padre non sono mai state pagate profumatamente e che tante volte articoli e foto hanno avuto solamente l'onore di avere le sue iniziali sopra...

Il mio blog è nato per caso una sera che avevo voglia di provarci anche io. Da lì è diventato il mio spazio in cui più o meno verosimilmente mi spaccio per "trattora" e mi diverto a farlo. Il mio blog rimarrà il mio spazio fintanto che avrò ancora voglia di divertirmi e quando la voglia passerà, la Trattoria verrà chiusa.
Ma sinché rimarrà aperta voglio sentirmi libera di scrivere quello che voglio e finora nessuno (sono così fortunata? O il mio blog è così poco popolare che non se lo fila nessuno?) mi ha obbligato a fare diversamente.

Come hanno detto in tanti (tutti) il blog è il nostro angolo / diario e quindi ritengo che nel nostro angolo / diario ognuno sia libero di fare ciò che vuole, altrimenti noi stessi stiamo obbligando qualcun altro a fare come pensiamo noi o ciò che vogliamo noi...

Ultimo pensiero. Quanti di noi si comprano delle magliettine con su scritta bella in chiaro la marca della casa produttrice? Io personalmente non lo faccio per scelta, proprio perché considero quella una forma gratuita di pubblicità, anzi una forma a pagamento, ma al contrario: la magliettina la paghiamo noi!

In bocca al lupo a tutti quelli che vogliono fare del proprio blog la loro fonte di vita, per me non lo sarà mai :-)

Maite_lacucinadicalycanthus ha detto...

intanto Enza grazie! di aver sollevato la questione nel tuo modo diretto e vitale e anche di aver provato a tirare le fila. Ho letto tutto, 39 commenti, e la cosa che mi stupisce è che sono praticamente sempre d'accordo.
L'unico aspetto che forse mi preme sottolineare, o meglio ri-sottolineare perchè di fatto è già emerso qua e là nelle discussioni, è che forse non è il caso di tagliare le cose con l'accetta: non solo nel senso (ottimo!) ribadito da Enza che ognuno fa quello che vuole e con la piena soddisfazione e libertà di farlo a casa sua, ma anche perché forse la specificità della rete rende possibili sfumature che altrove sono irrigidite se non altro dall'uso. Facciamo tutte/i quello che ci piace, come meglio ci piace e come meglio riteniamo di poterlo fare, siamo amatoriali per questo? e se sconfinassimo nel professionale perderemmo necessariamente per strada il piacere?
Riguardo alla pubblicità io credo che la questione sia di soggettivo buonsenso e orientamento. Come cucina di calycanthus abbiamo ricevuto agendine che non ci sono piaciute e di cui non abbiamo parlato se non all'azienda, compravamo e compriamo pasta garofalo anche prima di ricevere il pacco, la signora Fausta non ci fa lo sconto ma ogni tanto ci regala una ricetta a voce, ci siamo sentiti fortunati che Busatti ci facesse scattare foto a casa sua. Dall'altro lato abbiamo collaborato con riviste di carta, cercando per la verità di tenere un po' separata questa attività dal blog, abbiamo collaborato a serate ad economia altamente ristretta con solo il rimborso spese ma questo non toglie che se avessero potuto pagarci ci avrebbe fatto piacere. Credo che ognuno sceglie in cosa credere, o meno. Per il resto e per il fututo non so che dire, se non che navighiamo a vista e che a vista regoliamo le rotte cercando soprattutto di non perderci noi...
Maite

PS qualcuno mi spiega meglio la faccenda Silikomart che noi ci siamo limitati a mettere in link due anni fa in cambio di 4 stampini e poi ce ne siamo completamente dimenticati

Sara B ha detto...

trattoria: sei la 3° persona che conosco (me compresa) che evita le marche spiattellate in bella vista. separate alla nascita? :)

enza ha detto...

è difficile districarsi tra tanti commenti così ben articolati.
prima di tutto dolceamara vorrei ringraziarti e dirti che va bene così.
commenta se vuoi e se non vuoi va bene lo stesso.
mi fa piacere sapere che ci sei.
è questo il punto.
quanti di noi hanno in un certo senso avuto la voglia di accantonare il proprio lavoro, hanno avuto la voglia di arrotondare o comunque di dare al loro blog un valore meno intimista?
io faccio parte della categoria di quelle felici per il proprio lavoro e ben retribuite.
i soldi non fanno schifo a nessuno, ovvio.
sullo scarso valore commerciale del singolo blog, stella, ti do ragione.
non ti do ragione a vedere il tipo di strategia usata dalle aziende, battere a tappeto e coinvolgere 10 100 1000 blog a seconda della notorietà dell'azienda stessa.
Il discorso della serva è un altro.
se tu azienda spendi 1000 in pubblicità, vuoi risparmiare sti 1000? usa 1000 blog a gratis.
perchè non spendere 500 anzichè 1000?
Se io, Enza, so che il cous cous precotto di tale marca mi piace di più o si avvicina di più al sapore di quello vero te lo segnalo e tu, lettore ti fidi perchè hai provato quel che ho fatto e t'è riuscito, perchè sai che vengo da un posto dove il cous cous è il piatto bandiera e così via.
allo stesso modo, come Alexandra ha detto, se devo andare la ristorante a milano chiamo Lydia o leggo le recensioni di Lydia e so già di andare sul sicuro (dico Lydia ma solo per fare un esempio).
quindi qualcosa, in quanto blog, valgo.
lì casca l'asino.
io valgo ma quando ti dico che valgo e che la tua richiesta (perchè tu mi hai cercato) deve essere seguita da un compenso visto che si sta trattando di commerciale tu giri le spalle e di blog che invece si accontentano magari meno curati ne trovi altri 100.
Per farti un esempio giusto oggi m'è arrivata una bella mail che mi puzza di fregatura lontana un miglio da una tale valentina product manager di non so che cosa che mi propone di associarmi ad una specie di gruppo per recensire prodotti scriverne sul mio blog ed essere retribuita.

in modo vago e a sua detta "easy", io ho rimandato una risposta con un "no grazie" ma quanti altri blogger alle prime armi, allettati, titillati diranno si?

insomma ne viene fuori un quadro ben variegato.
certo è che i blog sono una specie di magma in movimento perpetuo, alcuni vanno, altri vengono, gli intenti sono i più disparati.

aiolik abbiamo scritto contemporaneamente.
son d'accordo con te sul discorso del fatto che anche nell'ambiente del professionismo i compensi spesso non siano adeguati al tipo di lavoro fatto.
ma non è questo, il problema è che c'è gente che fa outing e ti dice, mi piacerebbe se...
certo, però se continuiamo a dire di si a tutto e a tutti senza riflettere e discriminare a cosa e a chi dire di si non si generano i presupposti per cambiare questo stato di cose.
il che non passa obbligatoriamente per la via della limitazione della libertà altrui.
almeno secondo me.
io continuo a dire che la discussione che abbiamo intrapreso, lo scambio e il confronto che leggo ad ogni intervento mi motiva.

enza ha detto...

aggiungerei anche me e mia sorella.
:)))

Fiordilatte ha detto...

io sto continuando a twittare e condividere su fb il link al post perché vorrei proprio sentire il parere di più blogger possibile :)

immagino che a breve arriverà a tutti la richiesta di collaborazione con Alphabet City per il lancio del film "Notte folle a Manhattan" della Twenty Century Fox. 3 post (dico mica 1, addirittura 3!) in cambio di un link su una pagina fb e forse dei gadget imprecisati. E' la proposta più misera che mi sia mai arrivata XD e loro si farebbero una parte della campagna a costo davvero zero.

stelladisale ha detto...

enza, è appunto quello che dicevo io, cioè noi non abbiamo valore commerciale (nel senso che non ci pagano al limite ci mandano dei prodotti), ma abbiamo un valore che è in un certo senso la reputazione, la fiducia che le persone che frequentano i nostri blog hanno in noi, per cui se diciamo che la farina che usiamo è buona si fidano e la provano e abbiamo fatto pubblicità, ma gratis, perchè si deve vedere che è una cosa spontanea... penso che le aziende cerchino anche di sfruttare questa cosa sperando che non sembri pubblicità ma che sembri più un passaparola spontaneo (il viral marketing dovrebbe essere questo credo) cioè vorrebbero che sembrasse che io uso gli stampi di quella marca perchè sono buoni e li consiglio, e non perchè me li hanno mandati gratis... forse è per questo che non spendono quei 500 anche se sono pochi, o forse solo che sono tirchi e finchè trovano qualcuno che lo fa gratis perchè pagare? per questo dicevo che sono in contraddizione le due cose, cioè il desiderio di guadagnare col blog e il fatto che però, magari le stesse persone, fanno pubblicità gratis o offrono collaborazioni gratis, si fanno concorrenza da soli... "quindi qualcosa in quanto blog valgo" dici, certo, è appunto questo il punto, che i blogger vorrei capissero che valgono, tutti a modo loro valgono e vorrei che non si svendessero, ma non è un valore "commerciale" secondo me è di più... se lo vuoi monetizzare lo rovini
poi basta giuro sto zitta

Alex ha detto...

Visto che si sta parlando di quanto valga un blog, voglio tornare sulla questione della mail accennata da Enza, quella dell'agenzia che offre una retribuzione per il post pubblicitario che dovremmo scrivere. Beh, si tratta di una retribuzione minima di 5 euro. Che può aumentare a seconda del ranking, del numero di visite al blog e del numero di commenti al post. Ma ci rendiamo conto? E il lavoro di chi ha un ranking più basso vale meno? Trovo questa proposta più indecente dell'aggratisse totale. Ma sicuramente ci sarà chi abbocca.

Alex ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
alexandra ha detto...

Stella di sale ha colto nel segno: pubblicitá che non sembra pubblicitá: viral market, trovo sia il termine giusto. e dato che non sembra pubblicitá ma un passaparola: non ti pago!!
Sabato ho incontrato al Vinitaly un produttore che in collaborazione con alcune blogger aveva lanciato dei contest, mi sono presentata (tra l'altro uno dei prodotti ricevuti perché ero tra i vincitori del concorso, l'ho trovato particolarmente buono e particolare)...dopo il bla bla iniziale, mi é stato detto:quando i blogger ci contattano, noi ci "fiondiamo"...ho fatto notare che in effetti di pubblicitá "normale" (riviste, tv ecc..) non ne avevo mai vista in giro.."è vero, contiamo sul passaparola, sui forum di cucina, siti di cucina e blogger... anche questo mi é parso motivo di riflessione.

enza ha detto...

e vi pare poco?
ora però le strade quali sono?
mi infilo tra le pezze intanto che stasera m'è toccata la solita ramanzina: mamma va a letto che sei stanca, hai cominciato a imbrogliare le favole.
si quando racconto la favola mi viene sonno e comincio a straparlare.
notte.

natalia ha detto...

stabilire dei criteri comuni, uno su tutti : collaborazione si ma giustamente retribuita, questo potrebbe essere un inizio!
ho letto tutti i commenti sono daccordo con voi, ma ora la mia opinione è particolarmente sintetica perchè anch'io sono distrutta, a domani!!

natalia ha detto...

Dimenticavo: l'avevo detto enza che questo argomento ci avrebbe scatenato tutte!!!

izn ha detto...

Ho letto *tutto*, post e commenti, e tornerò a vedere che si dice; questo argomento mi interessa molto, ne ho già parlato qualche tempo fa sul pasto nudo, e dopo aver scritto questo commento andrò a linkare questa pagina alle mie considerazioni di alcuni mesi fa.

Per quanto mi riguarda non partecipo né a contest né accetto alcun tipo di invito, ma non perché non voglia guadagnare con il blog (sono convinta che se ci si lavora molto e con passione è giusto che il blog si ripaghi in qualche modo), più che altro perché credo che il guadagno eventuale debba venire da una scelta precisa, consapevole (ettepareva), e sopra tutto chiara.

I locali (bio) di cui parlo, per esempio, li ho contattati io, e posso dire che se ne ho avuto dei vantaggi collaterali (ad esempio come studio grafico abbiamo fatto il sito di Biogusto) sono stati del tutto casuali - vale a dire ci sono andata, mi è piaciuto, ho recensito il locale e dopo qualche mese a forza di andarci a cena gli siamo piaciuti come persone e come professionisti nel nostro campo ci hanno chiesto di rifargli il sito.

Altri, come Luce44 che ho recensito proprio oggi (!) non solo non mi hanno dato un bel niente, ma quasi non ho neanche assaggiato quello che c'era sul buffet perché c'era un gran casino e io ormai non sono più abituata ai bagni di folla, così volevo solo tornare dalla piccola e dallo zac che mi aspettavano fuori, portando con me informazioni che ho pensato potessero essere utili per chi volesse sapere dove andare a mangiare bio.

Secondo me la risposta alla tua domanda è "limpidezza".

Io ho alcuni banner di Vinoclic (con i quali si stringe ben poco come alcune di voi ben sapranno), ma prima di firmare con loro mi sono assicurata di poter rifiutare le pubblicità di iniziative con le quali non ero d'accordo. Con le ragioni che porto avanti mi sentirei una deficiente se venisse fuori ad esempio la pubblicità degli stampi di silicone, che ho sempre sconsigliato, senza neanche un motivo del tutto valido razionalmente.

Poi ho un banner di una macelleria biologica che si trova a roma, che conoscevo da anni, e che ha contattato per me una persona che lo fa per lavoro e che si è presa una percentuale per averlo fatto, e spero di trovare altri produttori o venditori che siano interessati a comparire sul mio blog, solo per essere visti - ma certamente non farò mai un post sulla macelleria per questo; voglio dire, forse anche sì, ma mai per soldi o per tornaconto.

Insomma, se una persona seria e onesta è interessata a esporre la sua pubblicità sul mio blog, e se io conosco il prodotto e lo trovo valido (e non è facile) ben venga il corrispettivo in denaro opportuno; probabilmente questo sarà anzi uno spunto per migliorare ulteriormente i miei contenuti e la mia credibilità. Non so se sono riuscita a spiegarmi.

Il libro di Giannattasio l'ho recensito (e ho chiesto alle altre se gli andava di recensirlo) perché lo trovavo interessante, e anche lì dopo un po' ho ricevuto a casa *una* copia, ma solo perché conosco personalmente Matteo e voglio credere che me l'avrebbe mandata anche se non avessi scritto nulla.

Io non credo che i blog si estingueranno, solo che si evolveranno; immagino che intanto ci sarà uno sdoppiamento tra i blog che vogliono rimanere dei diari personali (che hanno tutto il mio rispetto) e quelli che invece vogliono essere anche un canale di informazione alternativo credibile, e che richiedono studio, dedizione, tempo e purtroppo anche soldi per sopravvivere e funzionare.

Capire adesso quale sarà il modo di guadagnarci è molto complicato per la stessa natura della rete; ma il fatto di chiederselo, quello sì, lo ritengo importantissimo, e per questo ti ringrazio, perché sarebbe più facile non dire nulla e stare a guardare che fanno gli altri.

Aiuolik ha detto...

@Sara, parto trimegellare? ;-)

@Enza, @tutti...sì i blog si evolveranno di sicuro, com'è giusto e normale che sia. Così com'è stato in precedenza con i siti personali poi evolutisi (per molti), appunto, in blog. Così come molti di voi provengono dai forum e hanno poi aperto la propria cucina virtuale personale. Secondo me già i social network stanno cambiando i blog, molti dei commenti non li abbiamo più sul blog ma direttamente su FB, per esempio. Fa parte dell'evoluzione e non ci trovo niente di strano. Ognuno continuerà per la propria strada decidendo di volta in volta se e cosa pubblicizzare. Io ho tante foto con gli ingredienti e in bella mostra la loro marca senza che la marca mi abbia chiesto di farlo, ma solo perché compro quel prodotto. Se qualcuno passa da me e vede che uso una data farina e siccome "sono io" si fida, ok, ma questo è sempre successo. Un amico viene a cena e vede che uso il caffè pinco pallino, lo assaggia, gli piace e se lo compra...e il passaparola ha così inizio...Se avessi usato i famosi stampi in silicone e la roba si fosse spatasciata o non ne fossi stata soddisfatta, non avrei scritto due righe di post. Né credo che usare quegli stampi e dirlo abbia aumentato la visibilità di cui tanto si parla. Sta all'intelligenza dei singoli decidere se e a cosa aderire in base alle proprie aspettative, al proprio credo e a ciò che del proprio blog si vuole fare.
Io non ne farei una tragedia, fa parte della vita e fa parte del potere "amplificante" della rete.

Lydia ha detto...

Enza, forse quanto sto per dire c'entra poco con l'argomento principe del tuo post, ma è una cosa che ho riscontrato ultimamente e può allacciarsi al discorso di chi vorrebbe rendere il blog un lavoro.
Secondo me alcuni blogger se ne stanno andando fuori di testa e stanno perdendo di vista quello che la maggior parte di noi è: appassionati di cucina con maggiori o minori competenze, più o meno bravi, ma sempre e solo appassionati di cucina.
Salvo rare eccezioni, di professionisti veri in giro non ce ne sono, il professionismo è ben altro, certe cose non si possono improvvisare.
Ora, certo da una passione può anche nascere una professione, questo è pacifico, ma non dall'oggi al domani e solo perchè si ha un blog.
Penso che conoscere i propri limiti e rimanere sempre con i piedi per terra sia sempre importante.
500-1000 o 2000 contatti al giorno non fanno di te un giornalista o uno chef, se non hai le competenze o la professionalità per essere un giornalista o uno chef

Lydia ha detto...

Scusate, mi è partito il commento prima che potessi concludere.
La mia riflessione non riguarda i commenti che ho letto su questo post, il mio è un ragionamento più ampio e generalizzato

sonia ha detto...

Rispondo ad Alexandra e a Stella di Sale.
Ho un blog (ancora giovane) e nella vita quotidiana mi occupo di comunicazione per le aziende.
VOrrei solo mettere il punto sul fatto che moltissimi brand non investono più in pubblicità tradizionale (tv) perchè troppo costosa e per nulla profilata.
I blog che siano food, fashion, tech qualunque sia il settore sono profilati... chi li consulta è interessato proprio a quello e questa è la forza del blog.
è quello che interessa alla aziende (discorso generale ovviamente).
Le aziende fanno pubblicità su FB (ad esempio) perchè permette di individuare gli utenti interesati al tuo prodotto.
Questo dovrebbe fare anche Adsense di Google.
Quindi quando diciamo (o ci dicono) che non essendo pubblicità ma passaparola non vale nulla... è una enorme CAVOLATA!
Le aziende pagano cifre ENORMI (non solo food) per fare azioni di viral marketing... non vedo perchè non dovrebbero essere remunerate.
Punto di vista non da blogger ma da "markettare" :)
Detto questo l'iniziativa di Caffarel (a cui non ho partecipato) mi sembra bella... vista la possibilità di partecipare ad un workshop e accrescere la proprio passione / cultura.
My2Cent :)
sonia

enza ha detto...

di corsa che m'è saltata la brillante idea di fare un post così complesso in concomitanza con il battesimo di irene.
lydia l'ho scritto (male) ma l'ho scritto.
il professionismo è ben altro.
mi piace moltissimo la frase di use real butter, un blog canadese con delle foto strepitose che dice "il fatto di avere una bella macchina fotogtrafica non fa di te un fotografo" la dice lunga...

il fatto è che il viral market considera non la tua professionalità ma la tua visibilità altrimenti non si spiegherebbe perchè il blog "m'è morto il gatto" (se passa di qui micia pallina mi prende a randellate) avrebbe 70 commenti a post.
sonia mi spieghi megio sta cosa degli kinvestimenti in viral market?

Sonia ha detto...

Dunque il marketing virale parte da un’idea di base originale e sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati (E INTERESSANTI, es. evangelist) per trasmettere il messaggio ad un numero elevato di utenti finali. Sfrutta il passaparola (anche se può esserne considerato evoluzione), ma è importante perché parte dalla volontà di essere diffuso.
Ricordi il caso Mentos sciolto nella Coca cola?Quello è un esempio di virale.O ancora qui:
Ninja è un’agenzia che su questo sito raccoglie un po’ di esempi interessanti (anche non prodotti da loro)
http://www.ninjamarketing.it/?s=viral&Submit=Cerca
Qui uno legato al cibo:
http://www.ninjamarketing.it/2010/04/12/la-settimana-del-tribal-marketing-the-ghetto-gourmet-il-marketing-tribale-applicato-al-cibo/
Questo per dire che le agenzie in collaborazione con le aziende cercano sempre modi migliori per differenziarsi e farsi notare dal “consumatore” (se ti differenzi parlano di te = pubblicità ulteriore gratuita e magari vendi anche di più… di sicuro aumenti la tua reputazione). Ovviamente queste campagne costano, anche se molto meno di una campagna in tv (discorso generalizzato).
Quindi per concludere tu food blogger sei considerato un evangelist (il discorso è sempre in generale) dalla marca verso i tuoi utenti (che poi probabilmente sono anche i suoi consumatori) quindi è corretto che loro cerchino di aprire un discorso con i blogger, così come è corretto che tu decida o meno di aprirlo, di certo i tuoi lettori si aspettano che tu parli sempre sinceramente (il prodotto x mi è piaciuto o meno, collaboro con…)…di sicuro c’è però che la tua collaborazione “deve” essere corrisposta (prodotti, worshop, soldi, libri o altro) perchè di sicuro “tu fai parte di un budget stabilito” ad inizio anno.
So che è una frase un po’ forte ma è così (per la maggior parte dei casi, non è certo legge). Io sono comunque favorevole ma come già detto da tanti altri qui sopra l’importante è essere sinceri e coerenti con sé stessi. Spero di non aver divagato troppo e aver risposto al tuo dubbio… altrimenti sono sempre qui :)
Ciao
sonia

JAJO ha detto...

Mamma mia... c'ho messo un'ora e passa a leggere tutto, ma ne è valsa la pena :-D
Mi sono piaciuti in particolare due o tre interventi (Alexandra, Eloisa...), tanto con Lydia, Alex ed Enza ne avevamo già parlato a quattrocchi :-)

P.s.: volevo soltanto avvertirti, cara Enza, di cancellare qualche commento: ti stai PERICOLOSAMENTE AVVICINANDO, come numero di commenti, a "M'è morto il gatto" hahahahahahaha (m'hai fatto morì :-D)

Giovanna ha detto...

Che faccio, ripeto cose già dette? E come si fa a non ripetere quando c'è un diluvio di commenti?
Parlo per me, consapevole del fatto più volte sottolineato che ognuno fa come gli pare.
Mi arrivano, come a tutti voi, proposte di ogni genere, L'ultima mi chiedeva espressamente di pubblicare dei post per pubblicizzare questo o quel prodotto, post che sarebbero stati retribuiti. Non ho risposto nemmeno per mandarli a c@@@re.
Perché? Semplice: perché qualora decidessi di parlare di un prodotto, come talvolta faccio, per averlo provato e trovato valido, avrei, a quel punto, credibilità ZERO. E anche se ho dieci lettori, alla credibilità ci tengo, più che alla eventuale retribuzione da parte della tale agenzia di marketing.
Qualche volta ho parlato di ristoranti. Perché ci sono stata, di mia iniziativa, e mi sono piaciuti. Ho pagato il conto, non ho ricevuto nè sconti nè favori, e hanno saputo che ho un blog solo se, vedendo la macchina fotografica, me l'hanno chiesto loro. Se mi comportassi diversamente, anche riguardo ai ristoranti la mia credibilità sarebbe uguale a zero.
Il mio non è un lavoro. Se qualcuno vuole trasformare il proprio blog in un'attività retribuita, ha il diritto di farlo, purché io sappia nel momento stesso in cui vi accedo che ciò che c'è scritto là non è l'espressione dello spontaneo convincimento dell'autore riguardo la bontà di un prodotto o la qualità di un ristorante.
Una volta ho accettato l'invito ad un evento simpatico proposto da un colosso dell'industria alimentare. Non ne ho mai scritto nel blog perché il prodotto pubblicizzato in quell'occasione non corrispondeva agli standard che io cerco. La prossima volta non accetterò l'invito.
Facciamo gola? Sì, eccome. Ed è bene imparare a difendersi.
Comunque, il solo imperativo, per la condotta di tutti, è essere espliciti: stai facendo della pubblicità retribuita in qualunque forma? Dillo. Poi sceglierò se credere al tuo entusiasmo per il prodotto oppure no (io no, ma non è detto debba essere così per tutti).

Sara B ha detto...

quoto giovanna qua sopra che ha sintetizzato benissimo. mi pare che su una questione (e mi riallaccio anche a izn) siamo tutti d'accordo: pubblicità ok purché sia dichiarata, e non subdola o "virale" !

Lydia ha detto...

Sapevo che sarebbe arrivata Giovanna e sarebbe riuscita a dire quello che penso anch'io in maniera egregia. Lei è nata con la penna in mano, beata lei.
La prossima volta sapete che faccio?
Aspetto che commenti lei e poi la quoto

Gloria ha detto...

A blogger non deve piacere il mio commento dato che al primo tentativo non mi ha permesso di salvarlo...Trovo molte opinioni interessanti in questi commenti, molte delle quali condivise. La pubblicità non mi infastidisce nel momento in cui è palese e come molti di voi credo che, essendo il blog uno spazio personale, ognuno può fare quel che crede. Personalmente mi farebbe piacere avere la possibilità di poter assaggiare un prodotto che altrimenti non riuscirei a trovare ma senza dover essere costretta a scriverne altrimenti il mio modo di intendere il blog non avrebbe più senso. Come altri, se indico qualche luogo o prodotto lo faccio di mia sponte, solo perchè l'ho provato e mi è piaciuto, cosa che apprezzo molto anche negli altri blog. Detto ciò mi ripeto, ognuno è libero di far qualche che preferisce nel suo spazio. Il punto però nasce dalla sponda opposta, ovvero quella delle aziende, la maggior parte delle quali se ne approfitta per farsi pubblicità gratuitamente. Sembra quasi che il "gratuito" e il "non adeguatamente pagato" siano la nuova moda, e non mi riferisco solo a questo ambito, la stessa cosa personalmente mi capita con la ricerca di lavoro... In generale, come dice Enza io so di avere un valore e se tu azienda mi cerchi è perchè sai bene questo, ma non puoi sfruttare il mio valore in modo totalmente gratuito, così a lungo andare si uccide non solo la natura del blog, ma anche i blog stessi.

Giulia ha detto...

Manco a farlo apposta, ieri mi sono piovute le e-mail con le proposte di collaborazioni retribuite ( a 5 euro a post) e altre meno chiare, ma sempre "òpagate". Non è che ci stanno leggendo aziende e agenzie pubblicitarie?:-))
E' arrivata pure la proposta di inventare le ricette per il film in uscita.. Ma insomma...
Dapprima mi è anche piaciuta l'idea, ma poi ho pensato: devo pensare, inventare, creare, cucinare, fotografare, postare e per cosa??
Però all'invito a partecipare alla serata "Letture di Gusto" con la gentile richiesta di pubblicare il link, ho accettato. Perché l'evento mi interessa e perché ci vado!
Enza, non me ne volere, ma mettero il link a questo post sul mio blog.. Vorrei che anche gli altri potessero leggerlo e magari discutere.:-)

enza ha detto...

eccomi.
prima di tutto

@Alessandra il riferimento al gatto o alla stronza col botto era per tentare una classificazione simpatica delle tipologie di blog :)

@Jajo meglio che mi sia morto il gatto (e peraltro sono pure allergica) piuttosto che essere stronza col botto.

@Sonia interessante sapere come ci si muove "dietro le quinte" con l'occhio di chi si occupa di comunicazione.
saremmo evangelist, ma esiste una regola tra voi?
cioè è mai possibile che vi siano agenzie che mandano mail a tappeto?
e poi ok faccio sempre i soliti conti della serva.
hai 1000 a disposizione, scegli 10 blog e gli dai 100, lo spread ovvero la diffusione del messaggio sarà la stessa che dare invece 1 a 1000 blog?
insomma in termini commerciali cosa conviene? 1 a 1000 blog o 100 a 10 blog magari più curati?
siamo d'accordo che i compensi come ha scritto Alessandra e Aioulik sono esigui e non si stappa champagne ma sarebbe interessante capire che tipo di logica muove l'offerta della 'zienda e che tipo di regole l'amministrano.
ok io servo in questo momento da sintetizzatore.
@Giovanna e tutti.
facciamo un esempio: l'azienda x ti propone di parlare di un prodotto y in un post e di mettere il banner, ti retribuisce, tu provi il prodotto e lo trovi fantozzianamente una cagata pazzesca.
ora:
1. rimandi indietro baracca e burattini spiegando all'azienda e stai zitta non segnalando la ciofeca
2. parli elogiando la cagata pazzesca perchè così devi fare visto che ti hanno compensata (senza ri-)
3. non ne parli proprio ma metti il banner.
4. nme parli eccome ed esplicitamente dici che non vale la pena o come si direbbe a roma è una "sòla"

io penso che la credibilità e l'onestà intellettuale (quanto mi piacciono i paroloni in certi frangenti) siano tra le qualità più apprezzate in un blogger, insieme ad altre belle caratteristiche tipo rispondere ai commenti, essere disponibile e possibilmente trasparente e diretto.
e comunque son tra le qualità più apprezzate in generale tra le persone.

è interessante leggere che alcuni di noi diffidano dei blog con le pubblicità perchè pensano che i loro pensieri siano pilotati.
però, come dice maite e anche altri ci vuole il buon senso di saper discriminare tra la trappola e l'iniziativa che può avere anche valore.
la percezione di noi stessi e del mondo al quale apparteniamo cambia in modo del tutto personale.
le ragioni per cui possiamo essere in qualche modo appetibili ci son tutte, interessa eccome.
il problema è che in rete le regole son pochissime, in nome di una libertà che più spesso andrebbe considerata libero arbitrio.
in questo modo consapevolmente, tra l'altro, si rischia di far casino magari cascando nel trappolone del 5 euro a post, che non son manco i 5 euro in se, sono la mancanza di chiarezza, l'agenzia che fa da tramite, le regole non certe, il fatto che non sai qual'è l'azienda e il prodotto.
a volte mi domando se il mondo del dilettantismo, (che tanto rassegnamoci, ma questo siamo) non stia creando problemi gravi a chi di questo ne ha fatto una professione.

@Giulia: assolutamente OT sappi che parteciperò alla tua iniziativa, linka quanto vuoi, tanto ormai per questa settimana il cous cous di kamut al nero di seppia può aspettare. :DDDD

Giovanna ha detto...

Allora, riguardo all'esempio.
Premesso che non faccio un discorso personale perché per quanto riguarda me sono contraria a mettere banner o post a pagamento, facciamo conto che non lo fossi:
1. prima di tutto prenderei in considerazione la proposta se venisse da un'azienda che produce prodotti che già conosco e ritengo validi, così avrei meno probabilità di trovarmi in un impiccio. Non mi piace, come suol dirsi, comprare la gatta nel sacco.
2. Prenderei in considerazione la proposta medesima se non fossi obbligata a far nulla, cioè se fossi libera di scegliere se parlare o meno del prodotto, a mia discrezione. Ci sono aziende che magari sono interessate solo a sondare il mercato chiedendo l'opinione dei consumatori.
3. Dubito che qualcuno sia disposto a compensarti perché tu parli di un prodotto dicendo che è una cagata pazzesca, perciò temo proprio che se si accetta un compenso prima di aver provato il prodotto si sia poi vincolati a parlarne quanto meno in termini neutri. Non avendo mai sperimentato questo genere di rapporti con le aziende, presumo funzioni così. Se qualcuno ha notizie differenti, ce lo dica.
4. Visto il punto 3, credo che la scelta non sussista. E' ovvio che se mi sbagliassi, e la scelta sussistesse, se il prodotto fosse una cagata direi che il prodotto è una cagata.
E la situazione da te prospettata rende perfettamente l'idea del perché non ho intenzione di accettare compensi per pubblicizzare alcunché :-)

Alessandra ha detto...

Avrei voglia di stamparmi tutto e leggermelo con calma, ma se mi vede mio marito come glielo spiego?

Lui considera il mio 'hobby' un po' come una 'perdita di tempo'. E' uno dei tanti che non segue i blog 'amatoriali, 'di 'chiacchiere'.

Pero' spesso scrive professionalmente per un sito d'industria specializzata, super seguito, con non so quanti lettori, e grandi sponsors. Ogni tanto lo faccio anch'io, poco adesso, perche' anche qui ovviamente con la crisi le pubblicita' sono sceese.

Adesso sta andando un po' meglio, tanto che mi sento di contraddire Alessandro quando dice che la pubblicita' sul web e' fallita. E' fallita per chi voleva costruire un blog e sperare di diventarci ricco, ma funziona benissimo per chi ha lettori che non possono fare a meno delle tue notizie.

Ripeto, da un punto di vista economico siamo ancora poco importanti per le aziende. Un blog gratuito, per quanto bello sia, non ha un team di ricerca dietro, i visitatori sono pochi, e anche quando sembrano tanti, sembrano tanti solo perche' e' amatoriale. Le industrie che investono in questi blog lo fanno con un budget limitato, e guardano alle presenze prima di proporre contratti.

E i contratti ti devono per forza trasformare l'hobby in lavoro:
cominciano con il chiederti di pubblicare due nuovi post alla settimana come minimo. Di non copiare (haha), di essere fresca e originale, di fare le foto cosi' e cosa', dove mettere i banner e alla fine, di cosa parlare ecc, ecc.

Chi lo puo' fare, bene, sarebbe il lavoro ideale per tante mamme, per esempio, o tanti free-lancer come me che hanno molti periodi 'morti'.

Ma onestamente non so se blogger sia il battello giusto. Ci vuole ben altro.

Ripeto, godetevi gli stampini finche' ve li danno, non siete obbligati per legge a mettere su i banners, e quindi sentirvi sfruttate. Non troveremo mai grandi sponsors con i blogs cosi' come sono (e sono tutti bellissimi), e se qualcuno riuscira' a dirmi che riesce a vivere solo con il proprio blog, per favore me lo faccia sapere, perche' mi piacerebbe proprio dover rivisitare le mio opinioni qui, e ammettere che avevo torto.

Gambetto ha detto...

La pubblicità marchettara, così come la ricerca spamodica di visibilità attraverso l'adesione sul web ad aggregatori di blog, riviste socialmodaiole on-line e siti di recensione è sempre e solo indice di un narcisismo più o meno confessato che offre spazi inconsapevoli anche al merchandising gratuito.
Il blog è uno strumento di comunicazione neutro. Se la comunicazione privilegiata è quella con noi stessi attraverso la condivisione del proprio modo di essere qualunque sia l'argomento preso a tramite (cibo, arte, musica, poesia, cinema,...) allora siamo autorizzati a dire che è una cosa giusta, se poi la comunicazione è veicolata alla sola vendita della propria immagine o di un prodotto allora la cosa è deprecabile. Non penso che la questione sia in questi termini o meglio per quanto mi riguarda preferisco interpretare l'onestà intellettuale di chi scrive, valutando personalmente quanto i suoi contenuti siano una condivisione di un modo di vedere e non uno strumento che colmi velleità professionali tarate in partenza.
La cosa più triste e non sono ironico, è vedere di come alcune/i si prendano realmente sul serio.
Le aziende poi fanno il loro 'lavoro', vendendo al meglio il proprio prodotto e se per questo non devono nemmeno pagare sfruttando la non-professionalità o la voglia di visibilità di veline/i mancate, tanto di cappello a loro che in questo modo fanno una bella lezione di marketing. A questo punto preferisco la trasparenza e cioè se qualcuno è contattato da una azienda ed ha intenzione di pubblicizzare i suoi prodotti che lo faccia presente, quanto poi questo sia pagato in termini monetari piuttosto che di sola visibilità o blasone lo trovo ininfluente.
Per il resto la differenza la fa la qualità e per quella non c'è riflettore di azienda che tenga, a quanto questa venga venduta è un dettaglio che spetta solo al titolare valutare. Ci sono anche blog che hanno venduto l'iniziale e acerba qualità per la pubblicità patinata di se stessi e del supermecato di prodotti che sponsorizzano con tanto di fessi al seguito...e quanti ce ne sono, ho rischiato di esserci anche io e non è detto che in futuro non possa cascare in qualche trappola analoga ehehehehe :))
PS(Per la titolare del blog.)
Non conoscevo questo blog, ma solo per questo post e senza altro aver visto hai la mia stima ed ammirazione. Non ti cambierà molto ma penso che adesso puoi contare su un altro lettore :)

Alessandra ha detto...

Scusa Ale, ma hai voluto ripetere quello che dicevo io?

o sto solo dicendo a chi vuol trar profitto da un blog che non penso sia possibile, e quindi di godersi i regalini senza illudersi troppo o sentirsi in colpa.


Ho cercato di dirlo anche scherzando :-), e poi visto che ho letto diverse opinioni, ho detto quello che so su chi guadagna in rete e chi no, e perche'.

Non sono io che mi devo decidere, e mi piacciono i blog perche' sei libero di dire quello che vuoi e cazzeggiare un po'. (informazione libera bla bla bla)

Ben diversi da quelli che pagano gli scrittori o che sono praticamente riviste online. Qui ho voluto differenziare, e qui ho voluto intendere dove va la pubblicita' che paga.

Scusa, spero di essere stata chiara.

orchidea ha detto...

ciao, blogger da poco, quindi poco esperta.
Sono d'accoro sul fatto che i blog sono una buona vetrina a costo zero per le aziende.
Sta a noi decidere sul da farsi.
io sono dell'ida che la libertà non ha prezzo :-)
ciao

Giulia ha detto...

Tutta questa discussione e i commenti mi hanno fatto arrivare ad una conclusione: guadagnare da vivere con il proprio blog è impossibile, le pubblicità non saranno mai pagate abbastanza. L'unica cosa reale è che il blog curato e ben fatto può essere la vetrina di noi stessi, e allora forse, ma dico FORSE, qualcuno se ne accorgerà e proporrà un impegno o un lavoto(temporaneo o fisso) nella vità reale.
Sbaglio?
A qualcuno è successo?

enza ha detto...

come dire che il blog è un biglietto da visita, più curato è meglio è fa il curriculum più interessante.
@ale guerani (per fortuna) io appartengo al terzo gruppo, stando al tuo discorso do ragione ad alessandra quando sostiene che il pagamento esiguo va benissimo perchè non è che sia tutto ostriche e champagne che sono comunque riservati a pochissimi e spesso professionisti.
per fortuna però non m'è morto il gatto :))

Alessandra ha detto...

A me s'e' ammalata la tigre, ma solo agli amici interessa :-) XX a tutti, bella discussione.

enza ha detto...

@giovanna: condividiamo lo stesso comportamente e linea di pensiero.
@gambetto: ti conosco via tzatziki e mi strappi sempre un sorriso.
mi sembra una buona interpretazione dei fatti: qualità e trasparenza.
@i due alessandri: è interessante vedere le cose con gli occhi di un esperto/professionista.
ed è consolante sapere che la carta stampata (forse) non ha ancora esalato l'ultimo respiro, si ci sono i costi in ingresso tipografici ma non è la stessa cosa.
ribadendo che non è quel che io voglio fare del mio blog, partendo dal presupposto libertario passando per "la pubblicità via internet ancora funziona poco" arriviamo a capire?
cioè un blog economicamente parlando a cosa può portare?
essere un bel biglietto da visita per le aziende/riviste cartacee?
essere un cinesino con il dumping e banner associato?
stando a quel che scrive sonia c'è interesse e budget stabilito: è ovvio che da qui ad autoalimentarsi ce ne corre ma quanto ce ne corre.
insomma perchè è fallito il modello americano?
Alessandro io sto vivendo quel che dici tu, la sera la televisione si spegne (non abbiamo sky et similia) e si va su internet giornali in rete, blog, cazzeggi vari, filmati su utube, lavoro, wikipedia.
compro on line sui siti di e commerce saldato, insomma il cliente tipo.
non so quanti ce ne siano come noi, presumo tanti ma presumo eh? non ne ho la certezza.
perchè non potrebbe funzionare?

@alessandra: la tigre??? :o

artemisia comina ha detto...

Proviamo a metterla in questo modo.

Anche farsi pagare è un lavoro. Significa conoscere il mercato e stare alle sue regole. Ovvero significa competenze e tempo impiegato a spenderle.

Una differenza rilevante tra attività amatoriale e professionale non è solo nella qualità – poniamo che si resti in questo ambito – di ricette, foto, recensioni ecc. Oppure nella capacità di diffondere un messaggio, per esempio perché si ha un blog molto vistato. Professionalità è capacità di fare qualcosa che interessi a qualcuno, ma anche competenza a far sì che quel rapporto con quel qualcuno sia pagato.

Pare che per alcuni (quanti?) blogger si ponga la questione. Che – ripeto – non è solo di correttezza, di diritto ecc., ma anche di competenza. Non si tratta di rivendicare, ma di inventare, organizzare.

PS: quando mi viene proposto qualcosa, dico sempre di no, perché il lavoro che comporta il dire di sì non ho nessuna voglia di assumermelo. Ma la mia età e la mia professione spiegano perché; per molti altri, potrebbe essere un cammino interessante. Se poi qualcuno mi chiedesse: e allora, le 99 Colombe? Risponderei due cose: che nessuno me lo ha proposto, ma che me la sono andata a cercare; che una volta nella vita, si può fare (soprattutto se lo hai già fatto e non c’è rimedio); che all’inizio no avevo nessuna idea di cosa sarebbe stato, e che anche ora non ce l’ho molto chiara, anche se con una qualche a intenzione di studiare il fenomeno (anche, come dice Enza, con una tesi di laurea).

Diletta ha detto...

Ma il mio commento non c'è!...o c'è??
Mi sa che si è perso...

enza ha detto...

Dile non c'è non c'è e non c'è non lo trovo :(( e lo vorrei leggere.
che ne dici? te la senti di riprovarci?

Diletta ha detto...

Ari eccomi!
Uff...ci riprovo!

Ho letto tutti i commenti e che bella fatica!
Io mi trovo d'accordo con la regola generale che ognuno in casa propria debba essere libero di fare e dire quello che vuole a patto che ci sia coerenza e limpidezza. Però, e parlo per il mio blog della domenica, io sono convinta che non ci possa essere "libertà retribiuta". E qui sottoscrivo entrambi i commenti di Giovanna perchè per come stanno le cose in questo momento (e in Italia) mi sembra che "parlare/recensire un prodotto" la maggior parte delle volte sia sinonimo di "fare pubblicità (positiva)" al quel prodotto. E con questo vorrei portare l'attenzione non tanto al "fare pubblicità" ma al "modo di fare pubblicità"...e mi spiego; in Italia non siamo abituati alla pubblicità comparativa in cui si dicono nomi e cognomi di marche a confronto (e non credo si possa fare per legge..correggetemi se sbaglio!). Qui in England si può e spesso si vede in TV o si legge che il prodotto A lava meglio del prodotto B o che Asda (un supermercato) ha tot numero di prodotti meno cari rispetto a tesco e M&S...etc etc. In questo caso la competizione diretta serve a migliorare e avvantaggia il consumatore. Quindi fino a quando non mi si proporrà un compenso per provare il prodotto X (ed essere libera a 360° di tirare le mie conclusioni e di parlarne o scriverne)e non per fare pubblicità (solo positiva) al prodotto X
ho deciso di non aderire a nessuna delle proposte che mi sono state fatte o che mi faranno perchè vorrei essere il più possibile indipendente e autonoma. Del resto un'azienda che fa prodotti di qualità non dovrebbe temere il giudizio dei consumatori. Inoltre, tutte le volte che io cito la marca specifica di un prodotto lo faccio prima di tutto per deformazione professionale: mi comporto con una ricetta come faccio con il protocollo di un esperimento cercando cioè di dettagliare il più possibile in modo da mettere in condizione chi legge (lab book o blog) di poter riprodurre nel migliore dei modi il risultato che io ho ottenuto.
E' logico poi che certe marche le uso abitualmente e sono quelle che mi soddisfano di più e quindi sto facendo della pubblicità. Ma per come funziona la mia testa non avrei problemi a fare il contrario e cioè a parlare di un prodotto che non mi ha convinta oppure di un formato di pasta della marca che abitualmente uso e che ha deluso le mie aspettative.
Detto questo per coerenza faccio outing e dico che anche io sono caduta nella "trappola" del "ti mandiamo un campione-tu lo provi- e ci scrivi un post"....con l'ultimo contest di un tocco di zenzero sul burro. L'ho fatto però con lo spirito comparativo perchè con il burro italiano non vado più d'accordo essendo abituata a quelli del Nord Europa. Quindi io lo provo e poi scriverò un post con le mie considerazioni.

Spero di aver scritto in modo logico...non rileggo as usual quindi perdonate le eventuali cazzate!

Un sorriso "piccolo spazio, pubblicità"
D.

enza ha detto...

ok show must go on ma alcune cose credo di averle capite.
una è che molti di noi, se non tutti, vogliono e rivendicano la libertà di gestire il blog come meglio credono.
e che il "come meglio credo" si quantifica alla fine nella possibilità di essere liberi di dire anche no alle pubblicità, anzi dire no è l'orientamento prevalente nei commenti a questo post.
probabilmente diventeremo appetibili e la forma di compenso è spesso già stabilita nel budget delle aziende ma che comunque non ci può essere una regola se non quella del buon senso.
in ogni caso pare che il modello, dal punto di vista commerciale non funzioni, almeno negli USA non ha funzionato.
il blog in questo momento può servire, per coloro i quali vorrebbero cavarci un qualche ritorno economico, quasi come un biglietto da visita...cuoca a domicilio, corsi di cucina, fotografie, collaborazioni con riviste.
sono stata sintetica lo so ma ho cercato di tirare le fila del discorso.
lascio la ciliegina sulla torta facendo un outing scomodo.
Jajo ha espresso alcune perplessità sulla "strategia" attuata dalla Mara delle sorelle Nurzia.
Non mettendo in dubbio nemmeno per un minuto secondo la trasparenza di chi al blog e a tutti i suoi derivati ci ha lavorato e volendo fare l'avvocato del diavolo anche io un pò di dubbio lo voglio insinuare.
rifletteteci.
intanto per parte mia vi dico che volutamente ho lasciato questo piccolo corollario da ultimo, proprio per evitare qualsiasi polemica e poi perchè anche io non so immaginare alcun altro uso delle 99 colombe se non quello "scientifico" però...

Ely ha detto...

ma sai che non ci avevo mai pensato seriamente? il tuo post mi fà riflettere parecchio... davvero... grazie!

iana ha detto...

Secondo me il discorso della pubblicità via blog retribuita bene non può funzionare tanto... nel senso che nel momento in cui della pubblicità ci vivi, non puoi più essere oggettivo nè fare e dire quello che ti pare sul tuo blog... se la cosa poi si estendesse ogni blog pubblicizzerebbe un sacco di prodotti e chi legge ben presto smetterebbe di fidarsi... che sò, se oggi vado a cercare indirizzi per ristorantini consigliati sui foodblog perchè so che chi ci è andato ne è davvero rimasto entusiasta, un domani, dove dovessi sapere che chi recensisce lo fa per soldi, non sarei più tanto fiduciosa! Sarebbe bello secondo me se "i produttori" spedissero i propri prodotti lasciando la libertà ai foodblogger di trarre le proprie conclusioni... se il prodotto è di valore ne guadagnerebbero entrambi per lo stesso ragionamento di cui sopra. Se so che è un parere sincero di chi in cucina ci mette una gran fetta del proprio cuore, sarò sicuramente più portato a provare.

Anonimo ha detto...

ciao! Ho letto tutto, compresi i commenti (tutti!Mi gira un poco la testa ;-)). Ho aspettato due settimane, tanta era la confusione. Non volevo commentare, perché non ho un blog.
Peró mi sono sempre guadagnata la pagnotta, scrivendo. Anche cose poco nobili (ghost writer, si chiamano,pare...).
Due cose mi sono rimaste impresse e non vogliono piú uscire dalla mia testa, e per questo sto scrivendo qui:
1) 5 euro a post. Beh, continuo a chiedermi perché qualcuno deve scrivere per 5 euro a post. Piuttosto aggratis. 5 euro? Ma, scusate, é un insulto. 5 euro si danno alla bambina di 8 anni per prendersi il giornalino delle wings (esistono?). Ma che autostima devo avere, per impegnare la mia testa ed il mio cuore per 5 euro?
2) VISIBILITA´: la parola magica. Ma perché tutti, in Italia, vogliono avere visibilitá? E la visibilitá si conquista con la qualitá di quello che si scrive o con le volte in cui si appare? É ancora una "questione di qualitá", come cantavano i CCCP troppi anni addietro?
Io, se avessi un blog, cercherei qualcuno in sintonia con le mie corde e con quello che scrivo ed in cui credo e gli chiederei spudoratamente se vuole un banner, bello, chiaro, tondo, sulla mia pagina. E presenterei un bel listino prezzi. Chiaro. Semplice. Punto. Il punto é che in Italia ci si vergogna di avere dei desideri, di spingersi oltre, di osare, di mandare finalmente noi sappiamo in che posto il famoso capo che ci dice quello che dobbiamo fare dal lunedí al venerdí, e ci accontentiamo di rinchiudere i sogni in un post (parlo per me, chiaramente). Basta passare il confine e diventa tutto piú facile. Ma forse é un altro, il confine da superare: quello tra il "vorrei ma non posso" ed il "voglio!"
Concludo dicendo che conosco personalmente parecchie aziende che ridono, dei blogger ingenui, perché da quando hanno iniziato questo tipo di marketing stanno risparmiando un bel po´ di quattrini (e sorridono davvero, ve lo giuro, alla facciaccia di molti di voi!). Tutto questo mi ricorda molto quello che succedeva negli anni Settanta, nei film italiani: vi ricordate gente come Mastroianni o Sordi che prendevano la sigaretta dal pacchetto stando bene attenti a far vedere bene la marca? Ecco. Ma le ditte di sigarette pagavano, sapete, e molto profumatamente...
Un abbraccio ed un grazie speciale per avermi fatto pensare a tutto ció!
claudia
PS: adesso non odiatemi, ma ho come l´impressione che ci sia una specie di "ape regina", nel mondo dei blog di cucina (vi prego, vi prego, ditemi se ho scritto una fesseria!;-)): ecco, Lei ha bisogno di visibilitá, secondo voi? Non credo... e allora perché pubblica un post di bavette sottolineando che sono della Barilla? Le é sfuggito? É talmente "al di sopra" , ha una bella e sana autostima e non glie ne puó fregar di meno? Io non ho mai sentito un Bonolis o un Fiorello parlare di caffé o auto nel bel mezzo dei loro spettacoli, aggratis. Lo fanno, ben pagati, negli spazi pubblicitari appositi. Ecco, io questo, da "marchettara della scrittura", l´ho notato subito. Ma non voglio insinuare che Lei abbia preso soldi dalla Barilla. Lungi da me. Ho solo pensato che il mondo dei blogger di cucina deve essere ingenuo, se persino la sua rappresentate piú alta mette il nome della piú nota marca di pasta italiana senza prendere una lira.
Un abbraccio ancora!

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
ho letto con molta attenzione tutti i vostri commenti e ne sono rimasta davvero sbalordita.
Io lavoro per il sito di cucina GialloZafferano (mi occupo di marketing per le aziende) quindi tutto quello che voi avete scritto lo vivo ogni giorno sulla mia pelle: il mio lavoro consiste proprio nel gestire i vari contatti con le aziende e le campagne pubblicitarie sul sito.
GialloZafferano, ovviamente, è completamente diverso da un blog: è un sito commerciale il cui scopo è quello di guadagnare mediante la pubblicità fatta sulle nostre pagine.
Pubblicità che viene PAGATA dalle varie aziende che ci tengono ad apparire sul sito.
Vi dico questo perchè? semplicemente perchè, a questo punto, una domanda dovrebbe sorgere spontanea: perchè le aziende sono disposte a pagare la pubblicità su alcuni si o blog mentre spendere due lire su altri non se ne parla proprio?
Ebbene, la differenza tra il "pago" ed il "non pago" sta semplicemente nei numeri o, come sarebbe più giusto dire, negli accessi.
Se un blog fa 100 accessi al giorno ed un altro ne fa 10.000 l'azienda sceglierà di spendere il suo budget sul secondo mentre al primo deciderà di inviare una fornitura per 1 anno di tonno in scatola.
Non importa se il blog da 100 accessi al giorno è più bello e migliore qualitativamente: alle aziende interessano i numeri.
Un blog da solo per loro non varrebbe molto mentre 100 blog che contemporaneamente sponsorizzano un prodotto, quello si che vale!
Veniamo ora alla visibilità.
Non è vero che la visibilità non serve a niente; il vero problema è avere visibilità nel posto giusto cioè dove c'è tanto traffico (perchè se devi avere visibilità significa che tanta gente deve vederti, no?).
Vi meravigliereste di sapere quanto poco traffico hanno i siti web delle aziende che vi mandano i loro prodotti!! Molti di questi siti fanno meno accessi al giorno del blog al quale hanno promesso la visibilità.
Su questo discorso ci sarebbe davvero moltissimo da dire perchè le variabili non sono solo quelle che ho elencato.
Il discorso è davvero ampio e, giustamente, solo chi fa parte del settore può conoscere tutti i retroscena che ci sono.
Visto che magari ripasserò di qua tra qualche tempo, lascio la mia mail: deborah.nania@giallozafferano.it
Se qualcuno volesse ulteriori chiarimenti io sarò felicissima di rispondervi

Anonimo ha detto...

Deborah ha espresso in modo chiaro e preciso quello che gli addetti del settore sanno orami da tempo.
Volevo solo aggiungere una precisazione: la paura dichiarata di non essere piú attendibili per il fatto che si faccia pubblicitá all´interno della propria "testata". Questo non lo capisco: credo che nessuno metta in dubbio l´onestá intellettuale di riviste prestigiose che hanno fatto la storia dell´editoria in questo o in altri settori. Perché, le riviste di moda, o di arredamento, o di cucina, non hanno forse spazi di pubblicitá,al loro interno? É quello che permette loro di vivere (o di morire). Ribadisco: secondo me deve solo essere ben chiaro qual é lo spazio pubblicitario e quale quello dedicato agli articoli. E questo, purtroppo, in moltissimi blog di cucina non succede, perché non si capisce se si sta leggendo un articolo o un´inserzione pubblicitaria.
Scusate, volevo solo portare l´opinione di una lettrice.
claudia

Sara B ha detto...

enzina, ripasso di qua per dirti che la ditta di cui parli nel post mi ha ricontattata per "collaborare" ancora. io ho risposto che lo faccio volentieri solo a condizione di poterne parlare esplicitamente nel blog. son passati almeno 10 giorni e non ho avuto risposta. sintomatico, eh? :-|

Sara B ha detto...

enzi', hanno risposto positivamente, invece! boh, staremo a vedere, magari hanno (intelligentemente) cambiato filosofia... ;-)

saraq ha detto...

cara Enza
intanto ti faccio i complimenti per il blog e poi passo alla discussione. Sono arrivata qui seguendo il filo di questo argomento, che mi frulla in testa da un po'. Io ho due blogs amatoriali, quindi non ho grandi pretese, e sono pure poco esperta, quel poco che so l'ho imparato sul campo.
Ma l'argomento mi interessa, perchè questo mondo si sta evolvendo, i blog sono punti di riferimento, luoghi di scambio, amici virtuali che danno un aiuto vero, ad esempio i consigli tecnici per cambiare aspetto al blog. Io non conosco personalmente nessuno che me ne possa dare, ma nel web ho trovato i miei punti di riferimento.
Sono qui che leggo i commenti, è una discussione viva, ancora una volta ci aiutiamo tra di noi, fosse solo per fare chiarezza. Mi sembra di capire che di guadagnare col blog non se ne parla, per lo meno qui da noi, e vedo che la maggior parte lo usa per pubblicizzare un'attività "reale", come corsi o vendita di manufatti.
Si condividono conoscenze e competenze, e già questo è un arricchimento. Per il futuro secondo me , hanno qualche possibilità solo quelli più professionali , non so se ci sarà qualcosa per noi dilettanti.
Ciao e grazie a tutti per gli interessanti commenti
Sara

Unknown ha detto...

dopo circa 1/2 ora riesco a giungere al commento.
E' una questione di cui parlavo anche io con altre amiche blogger. ultimamente tutti chiedono foto per libri e finchè si è trattato di farlo per beneficienza ho accettato. per me il blog è anche un mezzo per diffondere una cultura del mangiare e quindi se conosco produttori che credono ancora che la terra sia la nostra salvezza allora mi fa piacere aiutarli a farsi conoscere. Di mail ne arrivano tante ma di certo non mi vendo per un pacco di farina, non mi interessa. Il blog lo considero anche come una vetrina e dato che mi ritrovo senza lavoro da 1 anno (la mia azienda è andata in crisi) mi piacerebbe farmi conoscere attraverso il blog, quindi lo uso anche come una vetrina per un eventuale lavoro di cucina a domicilio non lo nego è una cosa che mi piacerebbe fare e vorrei diventasse il mio lavoro. resto però dell'idea ch euno fa ciò che vuole e ciò che gli fa piacere.