mercoledì 21 aprile 2010

black hot chilli cous cous


S'esce poco quando si ha una famiglia numerosa.

S'esce poco ma a volte qualche nonno si muove a compassione e si va.

Quella sera era una calda sera d'estate e finimmo in un ristorante dalla breve vita, a Trapani.

Per l'esattezza il ristorante era all'interno di una villa nobiliare intorno alla quale era cresciuta la città e anche la sottoscritta.

Un giardino da favola un'enorme ficus e io da piccola che immaginavo le meraviglie nascoste dal giardino e dalla casa.

Da grande quel giardino ha avuto una breve vita pubblica e come non approfittarne?

Il ristorante si chiamava "I giardini di kajjam".

Non ricordo molto di quella sera, raramente si ha il tempo per un pò di romanticismo e si torna ventenni in un attimo appena ne è data l'occasione, ma tra le numerose amuses bouche ricordo un cucchiaio di cous cous al nero di seppia.

La cosa che ricordo perfettamente è il sapore marino e la particolare consistenza un pò scivolosa.

Il ricordo è rimasto lì a sonnecchiare insieme alla faccia lievemente disgustata di mia mamma (integralista talebana trapanese).

Avevo ragione, è buonissimo anche senza fumi del romanticismo.


COUS COUS NERO PER LA SEPPIA

- seppie
- una cipolla piccola
- uno spicchio di aglio
- olio evo
- poco vino bianco fermo
- un paio di peperoncini secchi
- prezzemolo tritato
- cous cous precotto

pulite le seppie avendo cura di preservare la sacca contenente l'inchiostro, come? leggendo il mio vecchio post.
Unico accorgimento da tenere è quello di allungare il sugo nero con acqua quanto basta per gonfiare il cous cous.
In questo caso ho usato un cous cous integrale di kamut, precotto.
lo trovo da Castroni ed è buonizzimo.

domenica 11 aprile 2010

la discussione

no, niente foto, niente ricette.

Sorry.

E' da giorni che medito questo post e molti di voi lo sanno.

Poche righe per spiegare.

99 colombe mi ha dato lo spunto fondamentale insieme ad un'altra serie di circostanze ed avvenimenti.

Il potenziale pubblicitario della rete in questo momento è altissimo e io credo che le aziende se ne siano accorte.

Non mi riferisco alle motivazioni che hanno spinto alla creazione di 99 colombe che credo rimanga un caso unico ed isolato con tutt'altri intenti rispetto a quelli che sto per esporre, nè mi riferisco al mondo dei professionisti che viaggia su altri livelli.

Mi riferisco più che esplicitamente al fatto che ormai la pubblicità scorre sul filo della rete, anzi sul filo dei blog.

Ce ne siamo accorti tutti, chi di noi non è cascato nella trappola Silikomart allettati dagli stampini per poi accorgersi che una campagna a tappeto come quella non porta vantaggi ad altri se non alla stessa ditta?

E guai a dire che si tratta di una collaborazione, anche a voi sarà arrivata la mail circolare con il monito, mi raccomando non parlate nel post di collaborazione!!!

Da Silikomart in poi ci son stati moltissimi altri eventi come i contest sponsorizzati, Caffarel ha spedito uova a destra e a manca e con un costo aziendale irrisorio s'è garantita non si sa quanti clienti tanto il messaggio era chiaro, un giochino for dummies e anche divertente, chi non si sarebbe sentito allettato?

E soprattutto quante persone hanno visto l'ovetto decorato?

Centinaia di migliaia, ne sono più che sicura.

E non solo l'hanno visto, hanno visto che era un'idea carina, i blogger l'hanno dimostrato visivamente pubblicando le foto et voilà centinaia di clienti pronti a far lo stesso e a comprare l'uovo e le quattro farfalline e fiori di zucchero, tanto è facile...

Insomma stiamo diventando interessanti pur rimanendo il fatto che molti di noi considerano il blog una valvola di sfogo, insomma catalogabile alla voce Hobby.

Il problema è proprio quello.

Siamo appetibili e soprattutto siamo gratis, vuoi mettere?

Non mi venite a dire che questo vale solo per i blog più in vista perchè non è così.

Cosa vuol dire "essere in vista"?

Ci sono blog che trattano di cucina e che per me non sono affatto interessanti ma che hanno un seguito altissimo, ci sono blog che hanno 4 commenti in croce e sono strafighissimi e seguitissimi, ci sono blog apparentemente non visitati che se metti un contatore hanno migliaia di ingressi al giorno.

Come la metti metti, il problema è che rimaniamo gratis, quasi a costo zero quasi ci facesse schifo usare la parola vendita, il classico "si vabbè, ma che mi dai?"

Si gratis, non mi vorrete dire che spedire un pò di stampi di silicone e qualche altro gadget abbia per l'azienda un costo gravoso?

E quanto gravoso? Quanto un passaggio pubblicitario televisivo?

Insomma io credo che da qui a pochissimi mesi saremmo considerati la gallina dalle uova d'oro, che va spennata ben bene a suon di gadget.

A questo si aggiunga il fatto che spesso e volentieri si è contattati anche da grosse azienze o meglio aziende a distribuzione nazionale tipo la S. Pellegrino- Acqua Panna che ti chiede la foto da mettere temporaneamente (sia chiaro!) all'interno di un sito di promozione turistica legato all'acqua appunto e che ti scrive che ti darà i crediti e che questo contribuirà alla tua visibilità.

E che me ne faccio, di grazia?

No, non ci siamo capiti. A me della visibilità non me ne frega niente a te, cara azienda, del cliente te ne deve fregare.

No, grazie.

Non ci sto.

Più ci penso e più non ci sto.

Sia chiaro, i gadget, i contest piacciono anche a me non son mica diversa, ma penso che se a me non interessa la pubblicità retribuita adeguatamente (ognuno scelga che significato dare alla parola "adeguatamente") magari qualcun altro può avere il suo tornaconto o può essere interessato a vendere i propri spazi.

Perchè no?

Se è l'azienda a contattare il blogger deve anche dare un prezzo, perchè chiamalo contest chiamalo come ti pare sempre pubblicità è.

Ripeto, io nella vita faccio altro e per me il blog è unicamente un hobby come ne ho tanti, mi diverte e nel mio spazio ho scelto di essere libera di decidere, libera di segnalare anche, insomma è casa mia e faccio come mi pare.

E questo credo valga per la maggior parte di noi.

Ma riflettendoci e andando avanti mi son resa conto di non essere così tanto libera come credevo e che la mia libertà in un certo senso è limitata proprio da questo sentirsi preda.

Una sensazione che ho da un pò.

Ora, signori miei, penso che sia arrivato il momento di chiarire e di rendersi conto che pubblicitariamente parlando siamo diventati polli da spennare a bassissimo costo, quasi gratis direi e mi sembra il caso di porvi rimedio, riflettere e quanto meno accendere una discussione in modo da capire anche qual'è l'atteggiamento generale rispetto all'andazzo.

Il che, per quanto mi riguarda, non vuol dire istituire il sindacato dei blogger, nè tantomeno gruppi facebook, non voglio diventare fan di nessuno (cosa che detesto cordialmente).

Vorrei (voglio) solo che riflettiamo tutti insieme, vorrei (voglio) idee sulla gestione della cosa, punti di vista, critiche insomma movimento, rumore di ferraglia cerebrale senza sobillare nessuno.

Siccome vedo e prevedo che la questione interessa a molti e vedo e prevedo che alzerà un pochino di polvere vi invito sin da ora a rimanere entro le righe della correttezza nei commenti.

martedì 6 aprile 2010

l'albero della vita


Non so da che parte cominciare.
Non è facile.
Non so cosa scrivere perchè le emozioni son tante e tutte contrastanti.
C'è il terrore che il ricordo del terremoto ti lascia addosso per tutta la vita e la voglia di vivere e ricominciare che sta lì da qualche parte, nel profondo delle persone ferite da questa esperienza, e che stenta a venir fuori.

C'è un blog, le 99 colombe, nato da uno scambio di mail.
Compare la lettera di Mara e l'intelligenza, il coraggio, la discrezione e la vocazione alla solidarietà di Rosa Maria e Lydia cui si sono affiancate Alex e Nina.

C'è la riflessione su quest'iniziativa.
Iniziata con un tam tam forsennato, proseguita con una velocità ed efficacia che nemmeno nelle più rosee prospettive ci saremmo immaginate, a dimostrazione che la rete ha un potenziale inimmaginabile tanto da farmi pensare e credere che il futuro scorra sul filo.

Quando pensiamo alle aziende pensiamo a fredde entità che decidono della vita delle persone, tu si, tu no...guardiamo il telegiornale e gli operai salgono sulle gru...chi le paga le bollette? e chi veste i figli? chi gli da da mangiare?
L'azienda è cattiva in un certo senso.

Poi arriva il giorno che ti accorgi che l'azienda la fanno le persone, che dietro a quel nome ci sono nomi, mani, conti da pagare e voglia di fare.
Il mio tributo va anche a chi, con la propria intuizione, è riuscito a toccare le giuste corde di ognuno di noi alimentando la voglia di far qualcosa davvero.

Ma oggi c'è poco spazio per riflessioni più pratiche o più prosaiche, c'è spazio per i ricordi, per giocare ancora con quei bambini, quelle mamme e quei papà che oggi non possono ricordare ma che vengono ricordati.
Che quel volo di colombe dolci e gentili giunga anche a loro.



Nelle coppette:

- gelatina di arance
- milk shake alle fragole
- coulis di fragole
- mousse di cioccolato bianco con polvere di caffè
- zabaione e polvere d'arancia


Toast di colomba glassato al cioccolato bianco.