Cacchio son due mesi che non metto mano al blog.
Ed è una vita che questa ricetta staziona ben riposta, tanto il tempo c'è.
E invece tempus fugit e infatti siamo al secondo mese di "salutiamoci" l'iniziativa sull'alimentazione sana curata da alcune amiche blogger.
Mese per mese troverete il blog che ospita l'ingrediente della salute, i partecipanti ci mettono il resto.
Per i dettagli vi rimando al post di Stella di Sale, qui accanto troverete il logo e relativo link.
Ed eccomi anche io, fanalino di coda, a postare la mia interpretazione.
Non è un mistero per nessuno perchè vi scasso gli zebedei tutti i giorni su FB con le foto del mio microgiardino, già così pieno da sembrare una foresta, nel quale ho creato un micro-orto tenuto su con i criteri antichi.
Un orto che già nel breve periodo mi sta dando soddisfazione e mi sta permettendo di arricchire le mie competenze in materia.
Non sono una fan del biologico e non credo di diventarlo adesso, nè tantomeno sono una fan irriducibile dell'alimentazione sana.
E ho i miei motivi.
Il primo dei motivi è che sono antiproibizionista, i toni perentori non solo mi hanno sempre infastidita ma addirittura hanno risvegliato in me la voglia di trasgressione.
Una cosa proibita è una cosa ambita, proprio quel che succede ai bambini i destinatari principali del messaggio alimentare.
Da mamma, la mia educazione alimentare indulge anche sugli alimenti spazzatura che in casa mia, in minima quantità non sono affatto vietati.
Insomma non c'è il lucchetto alla Nutella, nè alla Coca Cola.
C'è una sorta di libertà vigilata che finora ha dato i suoi frutti.
Mi spiego: la Nutella è consentita e accessibile alle mie bambine sotto la mia supervisione in modo che si sentano gratificate senza apparenti divieti.
La vuoi? eccola, il cucchiaino te lo do io, non sarà simbolico, sarà gratificante, tranquilla.
Il barattolo maxi formato è visibile e mai nascosto, sta lì e se me lo chiedi te la do, se ne vuoi troppa te la nego.
Vuoi la Coca Cola?
Eccola, ma solo la domenica sera quando preparo la pizza.
Gli altri giorni no, per loro non è un divieto è una dimenticanza, mi scordo di comprarla.
Mia mamma nascondeva il barattolo, lo circondava di allarmi e raggi laser, se chiedevamo pane e Nutella ci propinava pane e strato simbolico, il che produceva l'effetto desiderio inappagato.
Bastava scoprire il nascondiglio e...barattolo addio....
Non voglio che succeda lo stesso con le mie bambine e finora l'apparente libertà non ha prodotto desiderio e di conseguenza riesco a gestire la cosa in modo tranquillo limitandole.
Lo stesso senso di fastidio me lo ha dato leggere una lista di alimenti incasellati come assolutamente proibiti, consentiti ma non consigliati e raccomandati.
Non la vedo proprio così, già la stessa schematica divisione in diavolo e acqua santa mi induce a più miti consigli.
Con questo non voglio dire che non dobbiamo percorrere la via della sana alimentazione ma nemmeno demonizzare senza possibilità di appello.
La stessa cosa è se leggo nella tabella di alimenti a chilometri zero e alimenti biologici.
A parte che andare al Naturasi è un'esperienza, perchè le verdure bio oltre ad avere prezzi che manco l'oro al grammo mi fanno una tristezza estrema perchè sembrano la copia fotostatica avvizzita delle verdure del supermercato e poi...davvero una persona normale con uno stipendio normale non può permettersi di spendere 6 euro per un mazzo di broccoletti.
Il messaggio che secondo me passa da uno schema così fatto è che già se mangi chilometri zero piuttosto che bio t'avveleni irrimediabilmente e il minimo è che ti becchi il cancro.
Magari fosse così semplice.
Regna la confusione anche per tumori di cui si conosce la relazione causa effetto, faccio un esempio fumo e cancro del polmone, c'è una consistente fetta di malati di cancro del polmone che non hanno mai toccato una sigaretta in vita loro e ci sono fumatori incalliti morti di vecchiaia ma non di cancro al polmone.
Non mi dilungo oltre, perchè qualcosina avrei anche da dire sulla letteratura scientifica destinata a suffragare il tutto.
Trovo che la vera sfida sia far capire che possiamo trovare una via di alimentazione sana e altrettanto gustosa quanto quella junk, dove per junk non intendo certo il formaggio o la carne o le uova alimenti fortemente demonizzati in questo schema.
Per questo, nonostante le remore spiegate, ho aderito pur con i miei tempi biblici al progetto delle mie amiche, perchè nel sano buono e gustoso ci credo anche io.
Scusate il suppostone simil-filosofico, ma così la penso.
I piselli che ho usato sono quelli del mio orticello microscopico.
Li avevo fotografati e pubblicati su FB e una mia amica ha commentato che andavano mangiati crudi appena colti.
Ancora vivi, insomma.
Siccome non amo molto il sapore dei piselli crudi ma sapevo che aveva ragione lei, ho cercato di trovare una via di mezzo.
GNUDI DI PISELLI ALLO PSEUDOPESTO
- una manciata di piselli appena colti
- 200 gr di ricotta
- 100 gr di farina di grano duro
- olio evo
- basilico
- pinoli
- mezzo spicchio d'aglio
- sale e pepe
Impastare la ricotta con la farina e i piselli crudi fino ad ottenere un composto lavorabile che si stacca dalle mani, tenete conto che le dosi sono abbastanza approssimative se dovesse servire potete aggiungere più farina.
Intanto riscaldare l'acqua salata, deve fremere senza bolllire impetuosamente.
Formare delle piccole polpette con le mani e tuffare gli gnocchi, gnudi, polpette o chiamateli come vi pare raccoglierli con il mestolo forato una volta venuti a galla e condirli con il pesto pseudo perchè senza formaggio.