In questi giorni di fritto e di carnevale mi è sempre tornato alla mente il racconto che trovate qui sotto.
Io non so se era fascista o anticomunista, francamente me ne frega niente, so solo che i suoi racconti son belli, puliti, lisci.
Ha raccontato della sua famiglia, della sua vita e del suo mondo con leggerezza e onestà.
Ha raccontato e tutt'ora racconta una normalità di vita fatta di gesti quotidiani e di semplicità inneggiata e vissuta veramente e tanto basta.
Spero abbiate il tempo e la voglia di leggerlo, non fosse altro che non ho mai fritto così tanto in vita mia come in questi giorni.
IL FRITTO PROIBITO p 116
GIOVANNINO GUARESCHI
IO ero scassato come una vecchia Ford: carburazione difettosa, cilindro dello stomaco ovalizzato, circolazione dell'olio irregolare, cuore che picchiava in testa, impianto elettrico che ogni tanto andava a massa.
Ora un piede, ora una mano, ora il cuscinetto di un gomito o di un ginocchio, ora la fanaleria che perdeva uno dei due occhi, ora la testa, ora il naso, ora i denti, ora il giunto cardanico della spina dorsale. Niente andava bene.
Procedevo a bicarbonato, a pillole, a pomate, a gargarismi, a polverine, a DDT, ad alcool, a tintura di jodio, a pasticche, a purganti, a rinfrecanti, a emmolienti, a sulfamidici, a cerotti, a impacchi, inalazioni, a suffumigi, a olio, a nafta, a latte, ad acqua minerale, a sali di frutta, ad infusi, a fosfati, a yogurt.
Parevo un relitto pescato in qualche campo Arar, a quei tempi.
E il guaio è che quei tempoi son quelli di oggi. Comunque, vale il passato remoto anche per non affliggere voi con lo spettacolo dei miei guai presenti. E un giorno convocai tutta la mia famiglia e dissi:
- La situazione è grave, la macchina sta in piedi a forza di fil di ferro e rappezzi, ma io non la posso mandare in officina perchè la macchina deve continuare il suo servizio. Pertanto qualcosa bisogna pur fare per aiutare la baracca: allora da oggi la casa si impianta su questo principio-base: negli altri sei giorni ognuno si regoli a seconda del suo buon senso e della sua discrezione, ma il lunedì il babbo deve poter funzionare come un cronometro.
Il babbo perde nel lavoro la notte della domenica e del lunedì: siccome egli deve lavorare anche nell'intera giornata del lunedì, niente deve ostacolare nella giornata del lunedì la sua marcia. Egli per funzionare come un cronometro ha bisogno di due cose: tranquillità assoluta e vitto adeguato al suo stomaco.
Negli altri sei giorni della settimana il babbo può avere mal di stomaco: il lunedì non lo può avere.
Albertino e la Pasionaria si resero perfettamente conto che non si trattava, da parte mia, di un tentativo di instaurare la dittatura e risposero che, per conto loro, si sarebbero comportati di conseguenza.
La Pasionaria pretese, per evitare ogni possibilità di equivoci, delle delucidazioni di dettaglio:
-Il lunedì- disse- puoi arrabbiarti perchè non trovi la colla sulla scrivania o perchè la carta da disegno e l'inchiostro di Cina li ho adoperati me?-
- No-, risposi- posso arrabbiarmi soltanto per la colla di cui mi servo raramente. Ma dovendo io disegnare il lunedì il fatto di non avere a mia disposizione elementi essenziali quali la carta e l'inchiostro non può essere tollerato-
Va bene,- disse la Pasionaria- Vorrà dire che cambierò il turno.
Albertino aveva una sola questione da sottoporre al mio esame:
-Il Lunedì puoi arrabbiarti se non trovi più arance per la spremuta?- domandò
- No- risposi- La mancanza di premute d'arancia potrebbe compromettere il funzionamento di tutta la faccenda.
- Va bene- disse Albertino tranquillo- mi arrangerò con mele, pere o altra frutta.
Margherita pare non avesse niente da obiettare: ma quando io ritenevo fosse tutto sistemato esclamò:
-Dunque io sono una specie di Lucrezia Borgia che, per sette giorni la settimana, avvelena il marito e alla quale si chiede, in via del tutto eccezionale, di non avvelenarlo il lunedì.
Il senso delle mie parole non era questo e glielo spiegai chiaramente:
- si tratta semplicemente di evitare, nei pasti del lunedì, vivande confezionate in modo non adeguato ai miei disturbi di stomaco. Per esempio basterà che tu il lunedì eviti accuratamente ogni cosa fritta.
Eravamo in cucina e, naturalmente, il mio inchiostro di Cina e i miei pennelli erano lì sulla tavola e la Pasionaria li stava usando per certi suoi lavoretti.
- Oggi non è lunedì- mi spiegò la Pasionaria quando io le chiesi l'inchiostor e un pennellino.
- Lo so,- risposi. -Voglio il mio inchiostro a solo titolo di prestito perchè devo scrivere sul muro, lì a fianco della cucina economica: " il lunedì in questa casa non si frigge!"
Effettivamente scrissi così sul muro e Margherita scosse il capo malinconicamente:
- Ricominciamo con le famose scritte sui muri? - sospirò- Perchè non scrivi pure che il destino dell'Italia è sul mare e che indietro non si torna?
Le rimproverai accoratamente questo suo insopportabile sarcasmo:
- Difendendo il mio stomaco, il lunedì, io difendo il mio lavoro e quindi l'avvenire dei nostri figli.
E venne il primo lunedì dopo la riforma.
Avevo lavorato tutta la notte della domenica e, alzandomi dalla mia sedia, sentii il bisogno di uan buona spremuta di arancia.
Trovai le arance e ce n'era da dissetare un reggimento.
Risalii e mi misi al tavolo da disegno: vidi tutti i miei pennelli in bell'ordine infilati nel vasetto giallo, vidi la boccetta dell'inchiostro di Cina.
Al posto del barattolo della colla trovai un bigliettino della Pasionaria: "la colla è sul mio schiritoio. E' meglio che non ti inquieti e la vai a prendere."
Non mi serviva e perciò nè mi inquietai nè andai a ricuperare la colla.
Tutto funzionava magnificamente e venne l'una.
Suonò il campanello del telefonino interno e, staccato il ricevitore, sentii la voce di Margherita avvertirmi che, se volevo scendere,il desinare era in tavola.
Ma prima di sentire la voce di Margherita, sentii un abominevole odore di fritto.
Qualcuno cercherà di spiegarmi che l'odore di fritto non entrò nel mio studio attraverso il filo del telefono e che, invece, entrò dalle fessure della porta dopo aver invaso tutti i locali del pianterreno ed essere salito trionfalmente su per la scala.
Ma io sono sicuro che il puzzo di fritto lo sentii al telefono, tanto era potente.
Scesi e, tossendo per il gran fumo che trovai in cucina, mi sedetti davanti al mio piatto.
NOn dissi niente, ma di lì a poco rincasò dalla scuola la Pasionaria che, buttata la borsa su una sedia, borbottò:
- Me ho incominciato a sentire la puzza quando ho voltato in viale Romagna. "il lunedì in questa casa non si frigge!"
Margherita che stava ultimando di carbonizzare non so cosa dentro la padella si volse:
- Lunedì?- esclamò angosciata- Credevo che fosse sabato! E' straordinario come il sabato somigli al lunedì, qui a Milano.
Non volli calcare la mano
- I giorni passano così uguali l'uno all'altro che è facile perdere la nozione del tempo.- dissi
-Comunque in avvenire la cosa non potrà più verificarsi perchè io, ogni lunedì mattina, appenderò al muro un cartello con l'avvertimento "Attenzione: oggi è lunedì!"
Mangiai il fritto, ebbi subito il mio mal di stomaco, ma non me ne dolsi perchè ero sicuro che sarebbe stato l'ultimo mal di stomaco del lunedì.
Così venne il lunedì seguente: la mattina presto scendendo in cucina per spremermi le solite arance, appesi sul portamestoli che sta sulla cucina a gas il cartello: "Attenzione! Oggi è lunedì"
All'una scesi e trovai Margherita che stava friggendo.
Allora mi seccai:
- Margherita, -domandai- non hai trovato un cartello con scritto: "Attenzione, oggi è lunedì"?
- Certo, - rispose calma- E' stato un pensiero gentile, il tuo. Già che c'eri potevi scrivere anche: "Domani è martedì". Non ho capito però perchè tu ci tenessi a ricordarmi che oggi è lunedì.
- "il lunedì in questa porca casa non si frigge!" - esclamò la Pasionaria entrando in cucina e buttando la borsa in un angolo.
Margherita allora si ricordò e fu tanta la sua costernazione che io non insistetti.
Mangia anche quella volta il mio fritto ed ebbi il mio mal di stomaco che avvelenò tutto il lavoro del pomeriggio e della notte.
E venne il terzo lunedì post-riforma: sceso per desinare, trovai Margherita che non stava friggendo solo perchè aveva appena finito di friggere.
Non dissi niente e aspettai il ritorno della Pasionaria.
Poco dopo la Pasionaria entrò e buttò la borsa sul termosifone.
- "il lunedì in questa casa non si frigge!"- esclamò con aria di disgusto. - Si frigge soltanto il giorno che viene dopo al domenica e prima del martedì!
Mi volsi a Margherita:
- Non hai trovato il cartello con l'avvertenzadel giorno?- domandai
Margherita spalancò le braccia e levò gli occhi al soffitto:
- Si, rispose. - Si. Ho trovato il cartello del lunedì, ho letto sul muro che il lunedì non si frigge: ma ho pensato che, una volta tanto potevo contravvenire a questo regolamento.
se in questa casa non si può friggere cosa può fare una povera donna a desinare e a cena? Non è forse umano che una povera donna di casa, che non ha fatto corsi specializzati da cuoca, dopo essersi rotta la testa per inventare pietanze non fritte, un bel giorno frigge un pò di cervella?
Era più che umano e io compresi che non potevo più costringere Margherita a sottostare a questo gioco. Mi rivolsi alla Pasionaria:
- il vasetto della biacca che doveva essere sul mio tavolo da disegno?- le domandai
- La biacca non era nei patti- rispose meravigliata la Pasionaria.
- Lo so, -la rassicurai- voglio soltanto sapere dove si trova adesso.
- in fondo alla credenza, vicino al barattolo della salsa di pomodoro- mi spiegò la Pasionaria.
Con la biacca e un pennelletto copersi la scritta: "Il lunedì in questa casa non si frigge!".
- Potevi lasciarla, commentò Margherita- A me non dava proprio nessun fastidio. E poi fanno tanta pena le vecchie scritte coperte che ritornano fuori.
Venne il quarto lunedì dopo la riforma e, all'una, mi sedetti a tavola di ottimo umore.
Margherita aveva cucinato una grossa padella di roba fritta e si sentiva odor di fritto almeno fino a San Babila, ma io ero di ottimo umore.
E quando entrò la Pasionaria ed esclamò: "Il lunedì in questa porca casa si frigge sempre!", io, invece di seccarmi, mi rallegrai ancora di più.
Margherita portò in tavola la solita bigoncia di minestra in brodo, quella che mi piace tanto ma che mi gonfia lo stomaco come un pallone e perciò debbo accuratamente evirala almeno quando sono in pieno lavoro.
-No, grazie- dissi rifiutando la minestra
-Non mangi?- si informò Margherita- Stai poco bene?-
- No mangio però aspetto
Aspettai poco perchè dopo cinque minuti suonarono alla porta e apparve un giovanotto in giacca bianca e con un portavivande tra le mani.
Il giovanotto tolse dal portavivande un piatto di pasta al forno, un piatto di carne in bianco, un piatto di verdura e un piatitno di frutta cotta e li dispose con garbo davanti a me. Poi se ne andò.
Incomincia a mangiare tranquillamente fingendo di non accorgermi che Margherita mi stava guardando con occhi speciali.
- Questo è l'affronto più sanguinoso che un uomo può fare alla madre dei suoi figli!- mi comunicò Margherita con voce piena di angosciosa indignazione- Che un uomo vada a mangiare in trattoria succede, am che un uomo si faccia portare a casa il mangiare dalla trattoria, ciò credo che non sia mai successo.
La pasta al forno era come la volevo io: pochissima, asciuttissima, saporitissima. Finita la pasta attaccai allegramente il resto non curandomi minimamente di Margherita.
E quando ebbi consumato il mio pasto, dissi:
- Margherita, il lunedì io debbo funzionare come un cronometro, non per me ma per l'avvenire dei miei figli e quindi anche per il tuo. Se un destino feroce vuole che il lunedì ci sia sempre roba fritta, io devo girare l'ostacolo ad ogni costo.
Mrgherita mi guardò cupa:
- E' inutile che tu tenti di minimizzare la faccenda, - disse- Io prendo quello che tu hai fatto oggi come l'offesa più turpe.
Quando me ne tornai su a lavorare ci lasciammo su questa base. Ed era una cosa spiacevole ma il mio stomaco funzionò in modo eccellente.
Venne il quinto lunedì e io scesi preparato al combattimento. Non sentii odor di fritto entrando in cucina. Non sentii odor di niente. Qualcuno aveva apparecchiato la tavola ma tutto dava l'idea che nessuno si fosse preso la briga di far da mangiare.
Margherita stava ascoltando la radio. Albertino era fuori in giardino. Arrivò la Pasionaria e anche lei rimase sbalordita:
- Beh!- esclamò di malumore.- adesso non si mangia neanche più in questa schifezza di casa?-
Margherita non le diede retta. Evidentemente la burrasca sarebbe scoppiata tra pochi minuti all'arrivo del garzone con il mio desinare.
Invece non scoppiò niente: giunse il giovanotto con una cesta, ne cavò quattro piatti di pasta al forno, quattro piatti di carne in bianco, quattro piatti di verdura e quattro piatti di frutta cotta. Li mise al posto sulla tavola e se ne andò.
Ci sedemmo a mangiare in silenzio.
Alla frutta cotta Margherita spiegò la situazione:
- è come una liberazione, una volta alla settimana, non aver da ciabattare intorno alle pentole e ai fornelli. E' una vacanza di cui sentivo il bisogno. E poi fa bene una volta alla settimana cambiar cucina.
Non si disse nient'altro e passarono i giorni e arrivò il sesto lunedì dopo la riforma.
>All'una scesi e mi misi ad aspettare seduto alla tavola apparecchiata. Arrivò regolarmente il giovanotto della trattoria che dispose i piatti fumanti sulla tavola: pasta al forno, cervella fritta...
- Come? Roba fritta? -domandai sbalordito al giovanotto.
- Abbiamo fatto come ha ordinato al telefono la signora.- rispose il giovanotto
Quando fummo di nuovo soli Margherita esclamò:
- Sempre roba in bianco, sempre roba in bianco! Ci si stanca ad un bel momento. Bisogna pur cambiare qualche volta!
Il settimo lunedì il ragazzo della trattoria non venne perchè nesusno lo chiamò: io all'una scesi e trovai la casa impregnata del puzzo del fritto.
Entrò poco dopo la Pasionaria che storse il naso ed esclamò:
- Qui va a finire che, se non la piantate con questa storia del fritto, il lunedì me ne vado a mangiare in trattoria!
Nel pomeriggio fatto il pieno di bicarbonato, andai per incominciare a disegnare e non trovai nè pennelli nè inchiostro di Cina nè lapis. Al loro posto c'era un biglietto della Pasionaria:
"Se gli altri fanno quello che vogliono loro ai patti non ci sto più neanche me"
Allora arrivai alla conclusione che, se le cose andavano così, forse era bene che andassero così e mi consolai, misi i miei guai al passato remoto anche se oggi sono le tredici e se folate di fumo nero salgono su dalla cucina e mi portano il più potente odor di fritto che mai naso umano abbia fiutato.
E addirittura ringrazio Dio se, oggi, ai miei cento malanni devo aggiungere anche un raffreddore che mi fa parere semplicemente odore quel puzzo infernale.