giovedì 17 giugno 2010

tempo medio di pubblicazione: due anni

Questo è il tempo che ci ho messo per mettere sul blog le foto della mia terra.
O meglio, di post su trapani ne ho un paio o forse tre, pochi per poter descrivere la mia isola in estate.
Sono due anni che mi ripropongo di titillarvi l'ugola e le pupille con le foto di Favignana e dei dintorni di Trapani, due anni che dico che le devo mettere prima che esploda l'estate e puntualmente mi ritrovo a novembre e fuori piove e fa freddo.
Due anni che mi sforzo di cercare le foto giuste, non più di 10 dal mazzo delle 200 e passa e niente...
Mi ricordo qualcuno :D
MOlto più brava di me è stata invece Saretta di de felicitate animi, il suo entusiasmo è contagioso e le sue foto bellissime.

Per il momento tenetevi la slideshow del mio album flickr.
La montagna che vedete è il monte Cofano, non c'entra niente con favignana, il monte Cofano divide la baia di Cornino e Custonaci da quella di Castelluzzo Makari andando verso San Vito.
Tantomeno c'entrano le ultime foto, si tratta di Erice.
Lo so anche per Erice dovrei fare un post a parte, si ma quando?

L'albergo è il Cave Bianche di Favignana ad uno sputo da Cala Azzurra www.cavebianchehotel.it strafighissimo se la vacanza è romantica e a due.

Porverò nei prossimi giorni a dare qualche descrizione.
Intanto godetevi lo spettacolo così com'è


lunedì 14 giugno 2010

sharifa asma

Eccola, che pensavate?
E' una rosa, una rosa inglese, una rosa di porcellana...elegante senza essere frivola, una di quelle rose che starebbero bene sul cappellino di paglia di una elegante country lady quale io non sono.
Una rosa da bouquet da sposa se non fosse fragile e diafana, una rosa che pur essendo diafana ed eterea ti avvolge di un profumo denso, forte, quasi pesante.
Insomma bella ma non scema, qualità rara in questi tempi.

Un profumo da imbottigliare per mille motivi.

Primo perchè via Dulcis in furno via lettrice senza blog ha svelato il segreto per ottenerla, poi perchè con l'acqua di rose ci si possono fare mille cose, lavadita d'antan per tirarsela alquanto ad esempio.
Dolci da mille e una notte per immaginarsi come Sherazade e anche una tonificatina alla pelle che con tutti i guai che sto passando mi vedo le occhiaie, sfatta tirata e non sono più la squinzia di una volta ammesso che io lo sia mai stata.
Eccezionale, imbottigliare la mia sharifa è stata una soddisfazione.
Non oso immaginare che risultati avrei ottenuto con la Nahema (ibrido Delbard eccezionalmente profumata oltre che bellissima) ma defunse questa primavera di male talmente tanto scognito che nessun esperto nemmeno quelli più quotati m'ha saputo dare una spiegazione.
Un mistero ma tanto la ricompro.

Oppure la prossima tornata di fiori provo con Baron Giraud de L'Ain, uno spettacolo con quelle pennellate di bianco proprio sui bordi ma da l profumo leggermente più discreto rispetto alle prime due.

Anche la Teasing Georgia potrebbe essere papabile ma c'è il problema del colore, essendo gialla...

ne approfitto per ricordarvi che il DMBLGIT del mese di maggio scade il 20 giugno e che finalmente c'è una giurata italiana, Dulcis in furno.
Tutte le spiegazioni qui da lei

NAHEMA, UNA PRECE


Baron Giraud de L'Ain

venerdì 11 giugno 2010

ultima chiamata: tarte di patate e asparagi


Di poche parole, stranamente.

Sarà che son tornata al lavoro, sarà che tra febbre, tosse e cacarella delle ultime due ho il mio bel daffare...che vi devo dire.

In ogni caso per non trascinarmi al punto da far passare la stagione degli asparagi che comunque è ormai agli sgoccioli volevo proporvi questa fesseria qui.

Lo so l'avete già vista in giro più o meno elaborata, Cristina Golosastra ne propone una versione ancora più figa.

Nasce dalle manone di Jamie Oliver e da un pomeriggio di svacco sul divano della mia amica a guardare Gambero Rosso Channel, e quando mi ricapita.

Ho alleggerito perchè il simpaticone usa il burro la panna e non so quanti altri grassi con la ruspa cosa che mi ha colpito e, diciamolo, inorridito.

Non che io sia una salutista incallita con il pallino del grasso, ma da qui a usare quelle quantità ce ne corre.

A mio avviso è da mangiare calda calda appena uscita dal forno perchè comunque le patate tendono a far massa da fredde.
Io l'ho fatta per il buffet del battesimo di Irene e ha fatto la sua porca figura, poi l'ho mangiata con il crumble a casa di un'amica che mi ha detto: l'ho presa da una blogger, la Golosastra...conosci?
Ho fatto la vaga :)))
Come guscio ho usato la solita briseè
Tarte di asparagi e patate
Per la pasta:
250 gr farina (quella che volete, 00 oppure 0 o semiintegrale o metà e metà)
125 gr di burro (io lo metto nel freezer)
un pizzico di sale
acqua gassata
Impastate velocemente tutti gli ingredienti con la punta delle dita fino ad ottenere una palla che (imperativo categorico assoluto) va messa a riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
Due dritte:
1. io il burro lo metto in freezer e poi lo grattugio con la grattugia a fori larghi, in questo modo riduco ulteriormente i tempi di impasto e non brucio la pasta
2. l'acqua gassata, non so perchè ma funzia funzia e funzia la pasta diventa elastica e si piegherà ai vostri voleri, tipo stenderla sottile senza romperla.
Per il ripieno;
- asparagi (300 gr al netto degli scarti, regolatevi per le dosi con la grandezza della teglia)
- 300 gr di patate
- 1\2 bicchiere di latte (ello usava la panna)
- 20 gr di burro fuso (sempre ello ne avrà usati almeno 100 gr)
- 2 tuorli
- 100 formaggio grattugiato con la grattugia a fori larghi, io in questo caso ho usato una caciotta sabina semistagionata.
- sale
Lessare velocemente gli asparagi (io li ho cotti al vapore) e le patate.
Tenere da parte gli asparagi e schiacciare le patate ancora bollenti.
Aggiungere il latte, i tuorli, il formaggio grattugiato, regolare di sale e metà del burro fuso.
Rivestire lo stampo e bucherellarne il fondo con una forchetta.
Riempire il guscio di pasta con il composto di patate e ricoprire il tutto con gli asparagi.
Spennellare gli asparagi di burro e via nel forno a 170°C modalità statico

venerdì 4 giugno 2010

avrei voluto


Già, avrei voluto non presentare cose buone ma incomplete e invece purtroppo mi tocca.
Tanti i motivi.

La fame da dieta che ti fa divorare la carne senza la salsa che però scrivo che voi siete sicuramente più bravi di me, avrei voluto farvi vedere le mie cocottine a forma di cuore tutte colorate Le Creuset, ma mio marito m'ha mangiato la creatura e siccome le cocotte hanno il coperchio ci ho messo un pò a scoprire il misfatto.

Forse avrei voluto anche proporvi un entreè diversa ma tanto ho fatto, detto e aspettato che i carciofi son finiti e via.

Avrei anche voluto fare una julienne di asparagi arricciati in acqua e ghiaccio, si ciao....e chi ce l'ha il ghiaccio se si usa per consolare ginocchia sbucciate e bùe di ogni genere e tipo!
Però ce l'ho fatta lo stesso e tanto basta.
Questo mio piccolo menu partecipa alla raccolta di Rossa di Sera, aka Giulia,

Scusa Giulia se non parlo di cena gourmet, ma la parola gourmet mi fa venire l'orticaria.
Il totale di questa cena è di: 14,45 Euro.


Cappuccino di aglietto fresco, patate e mascarpone (3,25 euro)
Aglietto fresco 150 gr (5 euro al kg: 75 cent)
3 patate novelle 350 gr (1,50 kg: 50 cm)
mascarpone 50 gr (in questo caso non è sfuso e quindi 2 euro)
Stufare in olio ev e acqua l'aglietto fresco (non sono altro che i germogli teneri delle piante di aglio) e le patate pelate e tagliate a rondelle facendo andare lentamente fino a che le patate non siano tenere.
Salare e pepare.
Frullare con il mixer ad immersione facendo attenzione a tenere da parte qualche germoglio da usare per decorazione.
Diluire e ammorbidire con una goccia di latte il mascarpone.
Versare la crema bollente nel bicchiere e aggiungere il formaggio.
Volendo, spolverare con un pò di noce moscata o macis grattugiato.


Sull'aglietto devo fare una digressione.
Correva l'anno 2003 e quel giorno dovevo fare un concorso per un incarico a Viterbo.
Tra lo scritto e l'orale abbiamo avuto un paio di ore di libertà ed essendo la sede d'esame in centro, ne abbiamo approittato per un gelato e una passeggiatina distensiva.
Dove finiscono le passeggiatine distensive di un food-addicted?
In questo caso in una frutteria.
C'era l'aglietto ma, per ovvie ragioni non potevo comprarlo.
Ci son voluti ben 7 anni per ritrovarlo e riprenderlo ma ne valeva la pena.

ARISTA DI MAIALE AL LIMONE CON SALSA DI POMODORO (3,65 euro)
(liberamente tratta da un numero di Sale e Pepe, non chiedetemi quale che devo rovistare nel mio metro cubo di riviste di cucina)


Arista di maiale 500 gr (in azienda agricola 6,50 euro/kg: 3,25 euro)
2 limoni 200 gr (dal contadino 2 euro/kg: 40 cent)
foglie di limone (dal mio albero)
olio sale e pepe
Per la salsa (75 cent)
100 gr di pomodoro pachino (2,50 euro/kg: 25 cent)
una manciatina di pinoli
50 gr di pecorino romano (10 euro/kg: 50 cent)
olio evo
aglio (facoltativo)
zeste di limone (facoltativo)
basilico (facoltativo)
Il contorno?
una freschissima insalatina da taglio, primaverile e sana.
(dal contadino 50 cent a vaschetta)
Rosolare l'arista in un paio di cucchiai di olio evo in un tegame che possa andare in forno.
Salare, pepare e fasciarla con un limone tagliato a rondelle sottili e le foglie di limone.
Trasferire il tegame in forno dopo aver bagnato la carne con mezzo bicchiere di brodo vegetale e il succo dell'altro limone.
Far cuocere a 160° spennellando di tanto in tanto con il sugo di cottura.
Nel frattempo frullare i pomodori, i pinoli e l'olio con il mixer ad immersione.
Amalgamare il pecorino.
Secondo me ci starebbero bene sia le zeste di limone di richiamo alla carne e poi sembra strano ma l'acidità fresca del limone va benissimo con il pomodoro.
Oppure olio al basilico secondo il metodo che ho imparato da Lory: infusione di aromi in olio evo portato a 65° C e poi lasciato riposare per 12 ore, si filtra e si usa. Fantastico.
L'aglio andrebbe anche bene ma non per questo menu che ha il cappuccino di aglietto come primo.
Non manco di dirvi che io la salsa non l'ho proprio fatta, però a leggere gli ingredienti m'è piaciuta e come sempre accade ho divagato pensando alle possibili variazioni sul tema.



Eccoci al dolce, sempre tratto da Sale e Pepe.
SOUFFLE GLACE ALLE FRAGOLE (6,3 euro)
Semplice e d'effetto.
4 albumi (dal contadino 40 cent/uovo: 1,60 euro)
200 gr zucchero (20 cent)
350 ml di panna fresca (2,50 euro)
300 gr di fragole (vaschetta da 400 gr qualità favetta: 2 euro)

Frullare le fragole e far ridurre il passato sul fuoco, se ne devono usare 300 ml e far intiepidire.
Montare gli albumi a temperatura ambiente a neve fermissima.
Nel frattempo cuocere lo zucchero con 4 cucchiai di acqua fino a che, buttandone una goccia in acqua fredda, non si raccolga e diventi malleabile (piccola bolla).
Versare lo sciroppo bollente nella ciotola degli albumi (meringa all'italiana), continuando a montare fino ad ottenere una massa lucida setosa e compatta.
Aggiungere il frullato di fragole alla meringa mescolando con una frusta a fili dall'alto verso il basso e amalgamare la panna ben montata.
Legare un foglio di carta da forno intorno allo stampo e versarvi il composto facendo in modo che debordi di un cm dallo stampo, trattenuto dalla carta da forno.
Mettere in freezer.
Al momento di servire decorare con panna montata e fragole.
In questo caso ho usato uno stampo piccolo, bastevole per due.
Con quel che mi è avanzato ho riempito due stampini da ghiaccioli da 6, in questo momento in vendita da Ikea.